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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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Post n°1314 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da ossimora
 

INOLTRO UNA PROPOSTA GIUNTA DALL' Assemblea Scuole di Bologna:

FERMIAMO IL  DL 137!

Diffondo una iniziativa partita oggi stesso dopo il voto di fiducia sul DL 137, finalizzata a fermare il decreto, in dirittura d'arrivo.
E' molto semplice ma significativa.



SCRIVERE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI NON FIRMARE IL dl 137.
Maggiori dettagli: andate sul sito www.quirinale.it - cliccate su "la posta" - compilate il format e scrivete il vostro messaggio a Napolitano.

DIFFONDETE: ne stanno arrivando migliaia!

***LA REGIONE  LOMBARDIA  PRECETTA 150 DIPENDENTI PER APPLAUDIRE LA GELMINI. FORMIGONI REVOCHI SUBITO QUESTA ILLEGALITA'

 
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fattodiniente
fattodiniente il 11/10/08 alle 23:00 via WEB
Anto', è del tutto legittimo lo sciopero: se non si è d'accordo (dal punto di vista didattico quanto da quello economico in ogni sua accezione), si sciopera. Quel che non riesco ad accettare è l'intrusione dei sindacati sulle questioni educative. Lo so che ti sembrerà una questione di lana caprina, ma non lo è. Posso capire la difesa dei posti di lavoro, e la difesa dei precari (quantunque questa sia sbagliata, perché la scuola così com'è è strutturalmente una fabbrica di precariato: più gente c'è, più ne manca, e più si ricorre al precariato - è fisiologico e strutturale). Ma che i sindacati motivino lo sciopero con la "difesa della qualità della scuola" è sbagliato e inopportuno. Questo è compito semmai di associazioni professionali e di genitori (ben altra cosa), di pedagogisti, eccetera. Personalmente credo che questa storica invasione di campo, sia una invadenza insopportabile e vergognosa (eh sì: tu trovi vergognose molte cose più o meno per lo stesso principio), che danneggia la categoria e la sua credibilità complessiva. I sindacati hanno istituzionalmente ben altri compiti: contrattazione su salari, orari e condizioni di lavoro. E appiattire la categoria, e soprattutto la scuola come istituzione, sulle posizioni sindacali, che indiscutibilmente hanno anche altri loro interessi da difendere (il numero delle tessere, per cominciare; e soprattutto il loro potere nella società...), sia dannoso, sbagliato e riprovevole. Dal punto strettamente professionale, vuol anche dire minare e compromettere la credibilità dell'azione sindacale,e chi ci rimette è la categoria, che finisce per essere non difesa e tutelata credibilmente quando serve. E questa è anche una delle ragioni per cui il Governo finisce per bypassare del tutto qualunque altro interlocutore. Giusto, sbagliato? Io dico inevitabile. Ripeto, lo troverai questione bizantina, ma non lo è né più né meno di tanti altri principi per cui ti batti. Poi, circa le ragioni dello sciopero, va anche ricordato che la scuola NON E' il corpo insegnante nel suo insieme. Che ha senz'altro il diritto di avere voce in capitolo quando si parla di riforma, ma non ha certo diritto all'ultima parola. Quella, non ti piacerà, ma spetta alla politica, anche se il Governo non è di tuo gradimento: e la politica deve sempre render conto alla cittadinanza e alla società civile. Gli insegnanti sono impiegati, hanno il compito di mettere in atto gli ordinamenti e le disposizioni amministrative: se non le condividono, possono senz'altro far sentire la loro voce (anche con uno sciopero appunto), ma devono anche sapere quale il sia il limite che non può essere valicato. Altrimenti, la scuola diventa, stavolta sì, una faccenda privata e corporativa (e non mi dirai che tra le ragioni dello sciopero non ci sia ANCHE una spinta corporativa...): questo non è bene, ed è sbagliato, prima di tutto in linea di principio. La scuola non è della Gelmini, o di Tremonti, o della Destra: sacrosanto. Ma Gelmini, Tremonti & c sono il GOVERNO di questo paese, democraticamente eletto. Non piacerà, ma è così, e la chiamata sulle barricate va fatta e attuata con MOLTO grano salis: in questo paese abbiamo una triste esperienza di lotte politiche uscite dalla legalità, e il primo passo in tal senso è, indiscutibilmente, il non riconoscere l'autorità e persino la legittimità (come spesso, perdonami, dai l'impressione di fare...) del Governo. Che poi i sindacati possano raccogliere l'adesione della maggioranza (larga sin che vuoi) degli insegnanti e di chi vuoi tu, non significa nulla di nulla; nemmeno se ne rappresentasse la totalità, esattamente come Berlusconi non può tutto nemmeno se raccogliesse il 100% dei voti, come spesso ricordi. E dunque io non riconosco l'autorità dei sindacati, con ragioni ben più solide di quelle per cui gran parte della sinistra non riconosce questo Governo. A men che libertà e democrazia abbiano un significato del tutto unilaterale e a seconda delle convenienze... Per cui, usa pure il termine "illegalità", ma attenta che è un'arma a doppio taglio, e molto affilata.
 
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