antonia nella notte

Eccola qua, l'oscuro oggetto del desiderio per tanta famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, la social card finanziata coi soldi dei petrolieri cattivi. Ditemi se non è il paradigma stesso del fumo negli occhi, 40 euri retroattivi da ottobre che verranno erogati fino a fine 2009, poi basta, la crisi finisce lì. Già tanto pagarci mezza bolletta, e dovrebbe essere di sostegno ai consumi. Soldi buttati via, perché ci hanno detto che è l'ottimismo che fa girare l'economia. E' di plastica, quindi inquina. E' anonima, la usa anche Lele Mora. Strano che non ci sia impressa l'immaginetta votiva di Giulio Tremonti, perché trattasi praticamente di un'ipostasi del suo ego. C'è pure qualcuno che sostiene che la social card sarebbe una specie di marchio d'infamia che certifica la povertà del richiedente e lo espone alla gogna. Prima di tutto non c'è niente di male ad essere poveri, non dovete sentirvi in colpa (sono quei porci dei liberisti che vi mettono in testa certe idee), ma se proprio vi vergognate, invece di intristirvi, rilanciate: 40 euro al mese fanno più o meno 1,3 euro al giorno, vergogna per vergogna, vi mettete a chiedere l'elemosina davanti alla chiesa e vuoi che non tirate su un 2-3 euro in più? Lasciate perdere Tremonti, è fuori dal mercato. (ve l'immaginate la scena? Un pensionato entra dal panettiere e paga con la social card, la commessa, santa donna, si intenerisce e l'omaggia di un paio di scarpe usate: "sono come nuove, mio figlio le ha usate solo una volta, sa, a lui piacciono di marca". Solo un genio del male come Tremonti poteva escogitare una trappola del genere).