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« smemorinaPietro »

Dall'Umbria vs La Puglia

Post n°1697 pubblicato il 30 Marzo 2010 da ossimora
 
Tag: Lunario

Riemergo da giornate di ozii arditi e passeggiate e poltrite  corroboranti.

 Tenterei una analisi del voto amministrativo .

Non è proprio semplice semplice ma alcune idee mi sono balenate in testa.

Intanto  la questione dell’astensione :brutta davvero , l’Italia era la nazione europea dove si votava  di più;non me lo spiego il non voto ,non ci riesco ,ho provato a leggere le mail di coloro che hanno scritto  a Repubblica ma non lo capisco ,io lo considero da sempre un privilegio ,una ricchezza,un patrimonio ,l’unico modo per dire a chi amministra “mi piaci ,hai lavorato bene o voglio provare altro”;temo che dietro il non voto ,soprattutto giovanile ci sia di fondo una forte mancanza di senso civico e di senso di appartenenza ed anche di percezione del ruolo delle istituzioni.

 E’ terribile anche perché è la stessa carenza che porta una parte dei  ragazzi a non saper più riconoscere i propri diritti e doveri di lavoratori ,di studenti,di utenti del pubblico,di cittadini.

Magari urlano scompostamente ,si incazzano ma non sanno informarsi  sul serio e cercare di capire chi cerca di più e/o meglio di tutelare i loro diritti ,spesso si lasciano attrarre da chi urla di più ma non si informano e non sanno argomentare in maniera complessa come occorre adesso più che mai.

Una mia amica preside sta facendo un lavoro con i ragazzini delle medie sulla  storia del voto alle donne ,con immagini ,interviste alle più anziane,mi piace ,trasmette emozioni  ;è tristissimo vedere i giovani aggregarsi con cori razzisti da stadio,bisogna cercare di correre ai ripari  .

E’ un 'Italia brutta.

 La campagna elettorale è stata tragica ,a tratti demenziale ,senza contenuti  realmente interessanti e  su  questo certamente   ” il signor B. “ci ha messo del suo , riuscendoci pur perdendo un sacco di voti e diventando ,la coda del ...carroccio.( La colpa però mediaticamente e  no sarà tutta di Fini  e che si massacrino fra di loro...ride la lega che non è salita sul predellino!)

Non sono rimasta  particolarmente sorpresa dai risultati ,l'aria che si respira è questa ,non mi aspettavo granchè ;non a caso si parla delle libertà di stampa e del predominio economico mediatico ,delle connivenze denunciate da Saviano , dagli affari formigonici e la telecrazia.

La più che notevole  vittoria della Lega, pur prevista ,  mi sconvolge abbastanza non tanto per il profondo Nord che poco conosco ,quanto per quei voti presi anche qui in Umbria (un consigliere in regione) ,in Toscana ,nelle Marche ; mi pare che al nord ci sia  una classe dirigente non so quanto credibile ,ma esistente  , sfogliando i siti della lega traspare il paese profondo ,la pancia ,anche nell'iconografia e nei temi trattati ,qui da noi hanno proprio raccolto il voto di coloro che sono irritati dagli stranieri ,dalle minuzie e dai luoghi comuni ,dai mercati sempre più colorati ,dalla metamorfosi del campanilismo in bieca difesa spesso incomprensibile dei propri orticelli ;un voto esplicitamente razzista.

Sul pd c’è molto da dire , la gestione del buon Bersani non perde voti dalle europee ma non fa passi avanti di sorta , il pd manca soprattutto di coraggio ,quando ne ha fatti ,come in Puglia ,lo ha fatto “obtorto collo”,dentro c’è un sacco di gente brava che fatica a farsi ascoltare ,ci sono giovani straordinari che non ce la fanno ad emergere ,non intercetta né la ribellione di chi si astiene o annulla la scheda , né quella di chi ha votato a sinistra o presunta tale ,dispersa in mille rivoli che mi auguro sappiano ben orientare i consensi ricevuti .Mollerei l'udc.

La rissosità delle varie formazioni della  sinistra ,i mille distinguo a volte demenziali francamente mi hanno spappolato le palle.Non servono a niente se non a perdere tutto.

Fra le cose positive , per me , la mia regione Umbria , la Toscana  e le Marche mie diretti confini vicinissimi  ed il filo affettivo ,amicale, vacanziero ,mediterraneo con la Puglia di Nichi ,una vera  boccata d’aria salsobromoiodica !

 
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ossimora
ossimora il 31/03/10 alle 12:47 via WEB
MI COPIO INCOLLO QUI ...QUESTO ARTICOO DEL SOLE 24 ORE SULLA LEGA:«La Padania è una nazione, l'Italia solo uno stato...». Ieri il vecchio mantra bossiano è uscito dai cassetti delle prime Pontida per finire sulla bocca di molti leghisti, in un modo così liberatorio che solo la presa del Piemonte e di Torino può completare, a pochi mesi dal centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia? Forse una svolta così non se l'aspettava nemmeno Giuseppe Leoni, l'architetto amico di Umberto Bossi, quando il 7 luglio 1985 fece il suo primo discorso in consiglio comunale a Varese in dialetto bosino («sciur president, cullega?»). Mai avrebbe pensato che dalle Prealpi stava per alzarsi un vento che avrebbe cambiato l'Italia. Il vento del Nord, il ritiro della delega politica alla vecchia Dc. Invece 25 anni dopo quella stramberia in vernacolo il leghismo è diventato senso comune diffuso, capillare. Dal vento al partito del nord, semplicemente: «Balena verde», «padanizzazione delle masse». Da ieri sera infatti la vecchia ridotta lombardo- veneta sta diventando un unico grande nord, da Torino a Venezia. Giù giù fino all'Emilia Romagna, dove il Carroccio sale al 13,7%, incrementando la leghizzazione del centro Italia avviata nel 2008. I leghisti sono ad un passo dal prendere il vecchio regno sabaudo, crocevia del Risorgimento, e sono tabù che si spezzano negli ovattati palazzi del potere in centro a Torino; ha accorciato in Lombardia sull'alleato rivale Formigoni (erano 11 punti di scarto nel 2009 ora sono 5), aprendo le danze sul sindaco di Milano 2011. E ha sbancato in Veneto, staccando il Pdl orfano di Galan di 11 punti. Confermando quel che molti dissero a Berlusconi: dare il Veneto alla Lega sarà la tomba del partito al nord. Il voto di ieri aggiunge però un ulteriore tassello alla metamorfosi leghista degli ultimi anni. Sulle ronde, in questi giorni si è sorvolato. Zaia ha preferito parlare di Labour party e inaugurare la sede di Marghera. Passo passo, insomma, si è imposta una Lega più moderata, del senso comune, perché quando si è maggioranza bisogna certo comandare ma includendo. Come sapevano fare i vecchi dorotei veneti. Lega nuova Dc sulle orme di Toni Bisaglia? Forse. Questa volta l'hanno sdoganata i ciellini e gli imprenditori veneti, i ceti medi lombardi e financo il Piemonte urbano. Nel mare dell'astensione, la Lega ha funzionato da cestino del voto in uscita dal Pdl, che ha pagato la crisi dei suoi territori più produttivi e, in Veneto, il rompete le righe post Galan. Per questo, dopo i voti, arriverà in automatico la stagione delle poltrone. Finora al partito è bastato un po' di sottogoverno locale. Al limite l'occupazione dei cda nelle controllate pubbliche. Oggi è diverso. I dossier della galassia del nord sono al centro delle sue trame. Il ruolo di Giancarlo Giorgetti è lì a dimostrarlo, d'intesa con Giulio Tremonti. A partire dalle fondazioni bancarie, che sono una novantina in tutta Italia ma il 70% sta nel nuovo quadrilatero verde. Cominciando dal Veneto, la Baviera del Carroccio. In Cariverona grande azionista di Unicredit, 22 consiglieri su 32 sono nominati dagli enti territoriali, quasi tutti in mano leghista. E l'anno prossimo va a scadenza il presidente Paolo Biasi, con Zaia e il sindaco di Verona, Tosi, d'accordo sul ricambio. Bastava sentirlo, l'altro giorno, il neo Doge. Ha invitato le fondazioni locali ( Cariverona e Cassamarca) a ribellarsi al "dottor" Profumo, entrato nel comitato pro olimpiadi di Roma. Per lui sono troppo timide nel presidiare gli interessi di territorio. Anche per il monarca ex Dc, Dino De Poli, il destino in Cassamarca sembra segnato: «De Poli ha fallito, sta devastando la fondazione», ha tuonato Zaia. Nel 2012 scade il consiglio e c'èchi parla al suo posto dell'avvocato Malvestio. «In ogni caso vigileremo sui soldi dei veneti», ricorda il neo governatore alla vigilia dell'incontro con Profumo. In Lombardia, dove il Carroccio non sorpassa il Pdl ma accorcia pesantemente, la partita è anzitutto politica. Al Pirellone il Carroccio strapperà la vice presidenza con Andrea Gibelli e almeno 4 assessorati di peso tra cui Infrastrutture, Sanità e Cultura e sport. L'obbiettivo è imporre la diarchia a Formigoni, dopo 15 anni di monopolio Cdo. Sullo sfondo la partita per il voto a Milano su cui Bossi mette la bandierina, e almeno 2 grandi risiko: il rinnovo della Fondazione Cariplo, azionista di Intesa Sanpaolo (la presidenza di Guzzetti scade nel 2013 ma a maggio si va al ricambio del cda a sei. E va da sé che il Carroccio chiederà ampia rappresentanza); e poi l'Expo 2015, su cui farà valere i suoi appetiti, mettendo in fila la Camera di commercio, le mire formigoniane, e le ambizioni del commissario Moratti. Tornando a Nordovest, per Bossi prendersi il vecchio regno sabaudo significa penetrare nell'ex triangolo industriale dei salotti buoni e della grande impresa da sempre refrattari. Incrociando il futuro "americano" di Fiat e la deprivazione del potere bancario post fusione con i milanesi di Intesa. Qui il Carroccio farebbe valere il suo nuovo peso, alla scadenza del consiglio della Compagnia di San Paolo, grande azionista di Ca' de Sass: due consiglieri su 21 sono nominati dal governatore. Nella Crt del deus ex machina Palenzona, sarebbero invece 12 su 24 i consiglieri scelti da enti locali leghisti. Messe insieme, le due fondazioni fanno l'8%di Unicredit (a cui va aggiunto il 6 delle gemelle venete): a colpi di nomine dal basso, la Lega diventerebbe l'azionista forte della banca di Profumo. Anche se il vero nodo resta il dualismo nord- sud. «Il sacco del nord» vale 50 miliardi di residuo fiscale che ogni anno se ne scende a Roma. «Lombardia, Veneto e Piemonte saranno le prime regioni a sperimentare il federalismo fiscale », dice Bossi. Altrimenti? Secessione, ma di velluto?
 
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