Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Febbraio è mese d'attesa , flessuoso , aperto, ; mi capita spesso adesso nei miei tragitti verso scuola di prendere la strada più lunga ,più articolata e tortuosa ;quella più vicina alle colline ,snodantesi fra i campi arati e le nebbioline basse che si alzano fascinose assieme alla temperatura. Le zollone dei campi girate mandano barlumi di luce e i primi ciuffi di forstizia ni fanno sorridere. Sempre di più la natura e la sua osservazione mi rende felice ma non solo, i pensieri si dilatano e mi ritrovo a farmi pure dei sani monologhi , (che poi pure se parlo da sola dato l'uso diffuso degli auricolari non c'è nemmeno il rischio che qualcuno chiami il centro di igiene mentale) nei quali esercito capacità teatrali che devono essere ereditarie, altre in famiglia amano il parlottare autonomo. Ieri pensavo al tempo che passa ,alle infinite sfumature che assume la sua percezione rispetto al proprio corpo , ai pensieri alle idee che cambiano e che ci cambiano. I dolori che credevamo inamovibili si sfibrano fino a diventare pallidi miraggi risibili,faticavamo un giorno ad eludere un pensiero fisso e ricorrente che adesso capolineggia malapena solo se evocato razionalmente.Le narrazioni fiabesche di una volta edulcorate e analizzate pur inconsciamente subiscono il silente vaglio quotidiano che le rende insignificanti.I principi azzurri restano ranocchi ed i destrieri fatati ronzini stanchi . L'energia scorre al presente.
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