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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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generale

Post n°1829 pubblicato il 13 Agosto 2011 da ossimora
 

 

 

Qualcuno mi ricorda che  la mia "vis polemica " , è un po' spentuccella nelle ferie agostane , lo tranquillizzo ; è lì ed anche se a volte è latente basta un niente a risvegliarla appieno.

Stamattina ascoltavo la radio ,more solito, quando il giornalista ha iniziato a parlare dell'ultima strage del mar Mediterraneo storia atroce, inascoltata tragedia nella quale  sono morti un numero imprecisato di uomini perché nessuno ha risposto all'SOS .

C'era una nave Nato nei dintorni , per cui hanno intervistato  un militarone col fucilone e le mostrinone ,immagino,di quelli che si portano tanto anche in tivvi quando c'è qualche operazione militare (adesso vanno di più i criminologi).

Questo "signore" ha detto che in realtà le navi militari non hanno nei loro obblighi quello di rispondere agli sos dei civili , e poi bisogna vedere che tipo di nave lanciava l'sos  e se la nave aveva i parametri e bla bla bla in un crescendo di abomini da far venire la pelle d'oca ,mi sembrava impossibile la logica illogica con la quale sproloquiava senza vergogna alcuna  .

Non c'entra il "buonismo" (parola insignificantemente odiosa) né le carità ,né la compassione , si tratta semplicemente ,ancora una volta della idiozia lampante del militarismo nel quale certe menti si annullano e dissolvono , dell'inutilità economica ed umana di certi apparati e della sua personale  mancanza di pudore ,costantemente anacronista in ogni epoca .


Le DESERTEUR di Boris Vian

 
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fattodiniente
fattodiniente il 29/08/11 alle 11:00 via WEB
Buongiorno Antonia, ripasso dopo... anni?, e trovo sempre qualcosa su cui discutere... sorrido. Sul post non si può non essere d'accordo, ma come al solito si dice una cosa sottendendone delle altre, e i commenti lo dimostrano. Il fatto è che le parole 'abracadabrano', come direbbe il GGG, e se non c'è dubbio che una vita è una vita e la povera ente è povera gente, sul Mediterraneo 'incontro e conoscenza di popoli' ci sarebbe molto da riflettere, perché la formula - bella e suggestiva - presuppone milioni di cose che non sono affatto scontate e sicure: questo è il tipico esempio di parola che non rivela, ma confonde, dall'alto della sua magia. Non sto affatto dicendo che gli arabi vogliano invaderci e sottometterci alla loro cultura (quantunque l'islamismo sia una religione aggressiva, esattamente del pari al cristianesimo, ma sono altri discorsi), ma la faccenda è maledettamente complicata, e la cultura dell'accoglienza a prescindere la complica ancora di più. Che poi le culture umane siano in divenire, è un fatto, per cui difendere ciò che è in nome di ciò che è stato, pensando che così sarà per sempre, è inutile e sciocco; ma anche qui si rischia molto seriamente di far della metafisica della storia (anzi, la si fa, punto e basta). Intere culture umane sono sparite dall'oggi al domani, altri sono comparse e mischiate per puri accidenti del caso, altre si sono salvate e si sono evolute per semplici episodi (pensa Leonida alle Termopili: avesse perso prima, noi tutti ora non saremmo qui). E dunque dichiarare l'ineluttabilità della commistione fra culture è fare della pessima (e a volte disonesta) filosofia. Il che non vuol dire avere il diritto di buttare la gente a mare. Ma è altrettanto vero che la logica rispetto=accoglienza=integrazione/fusione/evoluzione è di parte, ideologica e fondata sul fatto che tutti i termini dell'equazione, essendo buoni e santi, non possono che rendere santa e buona anche l'equazione medesima. Non è così, e questa è esattamente la debolezza filosofica della cultura di sinistra, che spaccia per filosofia (conoscenza certa e reale) quel che è solo ideologia.
 
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