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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2030 pubblicato il 30 Marzo 2015 da ossimora
Qualcuno mi aveva detto che c’era una persona che dormiva sotto il ponte del Tevere ; era qualche anno fa , Settembre mi pare , ancora il tempo era bello e seppur pesante la situazione poteva essere tollerabile . Ero passata vicino al club delle canoe, non lontano da questa “residenza” ed in effetti avevo visto , sbirciando incuriosita , un po’ di roba ammucchiata , coperta alla meno peggio, protetta dall’umidità che di certo non manca a due passi dal fiume , per quanto caro ai destini di Roma. Ho avvisato un’amica che si occupa di “sociale” della cosa ed una sera , quando già pioveva abbastanza , siamo andate a vedere. Forse il fatto di incontrare due donne l’ha un po’ intimorito ma anche rilassato , magari pensava alla polizia e vederci tranquille e sorridenti l’ha ben disposto verso di noi. Era un uomo , abbastanza giovane , alto , occhi neri e capelli di petrolio, Magrebino, faticava non poco a farci capire che era arrivato da poco ed aveva bisogno di una casa e di un lavoro . "Hai detto niente!" Viste le circostanze era interlocutoria la sua estrema pulizia , non ci capacitavamo di come facesse ad essere perfettamente in ordine , persin profumato (pur con un vago sentore d'umidità) (con tanto di tuta da ginnastica chiara , pulitissima ) il tutto vivendo in quelle condizioni ; ci spiegò ( affabulando ) che aveva amici già dotati di casa che gli permettevano di farsi la doccia. La mia sensazione immediata fu che fosse uno che aveva ben chiaro dove voleva arrivare e che pur non capendo nulla di dove era , sapesse stare al mondo e se lo mordesse . Ci siamo date da fare ed in men che non si dica lui dormiva nella vecchia sede di un partitello dei tanti nati ed estinti più velocemente della luce , almeno quel posto è servito a qualcosa! Poi il lavoro al tabacco… una vera casa in affitto , i soldi a casa e via . Siamo diventati amici e da allora ho fatto con lui delle baruffe epiche . Per centinaia di minuzie ; anche se ero certa che non poteva comprendere ciò che dicevo , io lo dicevo ; era incredibile , si arrabbiava per cento cose poi bastava un nonnulla per farlo sorridere, si adombrava spesso però . Una guerra . Io sempre disposta a dire la mia e ad interagire , lui più chiuso di un sasso. La sensazione che tanto c’era da dire e di realtà , cose fondamentali , essenzialità , di quotidianità pragmatica. Io volevo fargli capire (tentare) dove si trovava , cosa volevano dire tanti segnali e messaggi che male interpretava o schifava proprio. Mi mostrò la foto dei suoi genitori , fuori da una capanna ai confini fra il deserto e le montagne, con le capre , la teneva sopra il mobile come un oracolo ; era bella . Ho cercato un pollo vivo perché doveva macellarlo "alal "e terrorizzata ... l’ho rinchiuso in una scatola bucherellata per portarglielo e lui ...si è lamentato perché gli avevo sporcato la cucina. Quando ha deciso di offrire una cena a me ed altri che lo avevano aiutato si è rifiutato di portare un fiasco di vino su per le scale urlandomi dietro in qualche modo che il vino era uno schifo e lui non l’avrebbe toccato nemmeno con un dito ed io a prenderlo in giro dicendogli che il vetro non era buon conduttore di alcool ! Ho faticato a capire perché non voleva mangiare l’insalata…continuava a chiedermi se c’era il vino ed io microcefala non capivo che si riferiva all’aceto. Durante il ramadan gli ho dato la mano e me l’ha rifiutata guardandomi malissimo anzi come una reproba . Una volta ho tentato di fare il dolcissimo the che in genere preparava lui e non la finiva più prima di prendermi in giro e poi incazzarsi...non sapevo nè farlo , nè mescerlo calandolo dall'alto come lui faceva bene !Un disastro . Una serie infinita di battibecchi con me che non mollavo e cercavo impossibili spiegazioni e lui figurarsi . Adesso a distanza di anni , lui ha una famiglia qui . Lavora in proprio . E' invecchiato tanto . L’ho incontrato oggi , per questo mi è ritornato in mente tutto , ho srotolato un periodo , interessante , vivido , corposo. Mi ha fermato , sorridendomi allegro e salutandomi con la mano sul cuore e chiedendomi : "Stai bene sorella ?"
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