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« Manca un killer...Messaggio #705 »

Deaglio denuncia i brogli

Post n°703 pubblicato il 23 Novembre 2006 da ossimora
 
Tag: Utility

Parlano gli autori di "Uccidete la democrazia!":

"Adesso tanti ci scrivono
la loro esperienza...

E chiedono dove sono finite le loro schede bianche

****************************************************************

immagineCome avrete avuto modo di leggere,

 il 24 Novembre uscirà nelle edicole il nuovo lavoro di Enrico Deaglio.

Dopo

“Quando c’era Silvio”

è ora il turno di una nuova inchiesta

 “ Un grande broglio”.

Con la sua indiscutibile bravura,

Deaglio afferma

tutti sapevamo della possibilità di truccare il voto elettronico, col modello americano, tutti sapevamo della presenza del figlio di Giuseppe Pisanu nella ditta di tarocchi e della sua formazione americana,

proprio a servizio di quelli che fecero saltare l’elezione di John Kerry.

Mi sembra molto importante

 ribadire questa notizia perchè ,oggi ,ad un giorno dall'uscita del dvd /inchiesta ,

(il film è stato presentato ieri sera al pubblico ed alla stampa)

la procura  di Roma ha avviato un inchiesta

sul presunto sistema informatico che avrebbe deviato le schede bianche direttamente su Forza Italia

(sembra ci siano posti nei quali sono state calcolate 0 schede bianche ...sparite...)

ovvio che la gente che ha votato

scheda bianca chiede ora di sapere dov'è il suo voto.

A questo punto , 

 non dobbiamo permettere di insabbiare .

Io voglio sapere la verità .

Tocca a tutti noi. 

immagine

Il tricofilus Kaimanus ,del resto

lo aveva strepitato ai quattro venti...

"ci saranno brogli",

e poi la drammatica notte delle elezioni...

"i risultati debbono cambiare" ..e poi "ricontiamo"

(...lo voleva davvero...?)

Tra i parlamentari che sostengono l'iniziativa Roberto Zaccaria, Pietro Folena, Enzo Carra, Salvatore Cardinale, Dorina Bianchi, Francesco Garofani, Giuseppe Giulietti, Emanuele Fiano, Elia Vacca, Nicola Tranfaglia, Antonello Falomi, Pino Sgobbio, Tana De Zulueta, Luana Zanella, Leoluca Orlando, Marco Feltranti, Paolo Gambescia,Roberto Bugio, Kaled Fouad Allam, Gloria Buffo.

immagine


 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/11/06 alle 10:31 via WEB
Dopo la presentazione del "Uccidete la democrazia" di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta che potrebbe portare all'ordine di ricontare integralmente le schede delle ultime elezioni politiche. Sul fronte politico, la Casa delle libertà si dice indignata e minaccia di lasciare la Giunta per le elezioni, Pisanu è intenzionato a ricorrere alle vie legali. Si parla anche di istituire una Commissione d'inchiesta parlamentare. Insomma, si è alzata la bagarre. Aprileonline, partendo dalla segnalazione di un lettore dell'articolo di ieri, ha approfondito un altro aspetto della vicenda, sempre legata alla gestione elettronica dei voti durante le ultime elezioni politiche. Nel 2001 una piccola società informatica sarda, la "Ales srl", mise a punto un sistema di scrutinio elettronico che sperimentò, con successo, in alcune elezioni locali. Si faccia attenzione: il sistema denominato "scrutinio elettronico" è in tutto simile, almeno nelle fasi iniziali, alla votazione tradizionale. Gli elettori dei seggi "sperimentali", dopo aver votato con le schede di sempre, si recavano in altre, apposite cabine munite di penne ottiche e annesso sistema informatico. Il voto veniva registrato dal calcolatore, si snellivano, negli intenti, le operazioni di spoglio. L'esperimento ebbe successo, i ministeri interessati (Interni e Innovazione Tecnologica) ne rimasero entusiasti. Un dipendente della Ales, raggiunto al telefono, ha raccontato le vicende successive, già riportate dal comico Beppe Grillo nel suo blog. Vale la pena dargli ascolto, vista la piega che stanno prendendo gli eventi. Il governo di centrodestra, il 20 febbraio 2004, diede il via libera alla prosecuzione della sperimentazione dello scrutinio elettronico anche per le elezioni europee di giugno. Stanziò per l'occasione 12 milioni e rotti euro. La Ales riuscì a vendere 2500 licenze d'uso del software (una licenza vale una sezione elettorale), metà alla Ibm, metà alla Eds. Anche stavolta andò tutto bene e nel 2005 il Consiglio dei ministri scucì altri dieci milioni di euro. Ma, a questo punto, si apre un buco nero. La Ales offre l'aggiornamento gratuito del software (come da contratto), la società che aveva istituito il bando (la contraente dell'amministrazione Innovazione Italia Spa), rifiuta. La Eds fa sapere di voler continuare autonomamente, vuole, insomma, gestire il programma per conto suo. Il bando se lo aggiudica la stessa Eds (assieme a Telecom che fornisce la rete e un'altra americana, la Accenture, che si occupa della consulenza), e dalla documentazione la Ales viene a sapere che, in pratica, i software utilizzati sono una "sostanziale imitazione" di quelli realizzati in Sardegna. Per il 2006 è tutto pronto, i software messi a punto dalla Ales e "modificati" dalla Eds vengono installati in 12.500 sezioni elettorali. L'azienda sarda, si ricordi, aveva dato il permesso per 2500 seggi. Il ministero si accolla la spesa di 34 milioni di euro, ignora la diffida della Ales e non si cura del rischio di uno scontro legale (che puntualmente parte, ed è ancora in corso) con la Ales per "automatizzare" del tutto le votazioni in quattro regioni: Sardegna, Liguria, Puglia e Lazio. Undici milioni di elettori, circa il venticinque per cento del totale. Il resto è noto. Le stranezze nel flusso dei dati (costantemente in crescendo alla Casa delle Libertà), il tracollo delle schede bianche. Il "montepremi" di seggi di Puglia e Lazio, regioni in bilico, che vanno al centrodestra. La discordanza con gli exit - poll, il documentario di Deaglio, le analogie con la Florida del 2000: anche allora, dietro le quinte, c'era la Eds, che venne accusata di aver messo in piedi database penalizzanti per i democratici, ostacolando l'iscrizione di neri e ispanici.
 
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