Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Forse sono un poeta mancato. Il mio modello è sempre stato la concisione della poesia, la densità del senso concentrata in poche righe. Scrivo sempre con sforzo, non ho la scrittura facile.(!!!) Le mie pagine sono piene di cancellature e butto via parecchio. *** Io/1 Non sono mai riuscita a "domare" le parole scritte come avrei voluto. O meglio a muoverle e farle vivide, poliedriche , corpose. Quando leggo cose scritte con quella grazia o effervescenza o naturale pricipitare , di molti degli scrittori che amo, resto allibita , spesso estasiata. Ci si può migliorare , scrivere e scrivere , scrivere sempre ma non basta , forse. Oltre ai miei scatoloni di diari, appunti , ogni tanto ritrovo nelle copertine dei libri , nelle pagine bianche all'inizio o alla fine di saggi e romanzi pezzi scritti a matita , rapidi, rubati a qualche attesa ,non sempre mi riconosco. Spesso provo pudore e meraviglia. Io/2 In passato sopratutto alcuni miei maestri (i pochi che si ha la fortuna di incontrare),qualche amico , mi hanno incitato ad impegnarmi , per pubblicare delle cose , per perseguire mete. Non l'ho mai fatto. Sicuramente avevo torto, ma fin da allora non sono mai riuscita a trovare un buon motivo per abbandonare la strada che conduce alla "dimenticanza del desiderare", mi interessa meno la meta, di più l'andare. *** Io/3 Doloroso e triste è constatare con lucidità l’immenso dislivello fra Il mio anelito a spazi sublimati che arrivino a conquistarsi bocconi d’infinito e la mediocre sostanza sofferta ed amata (questo si) che si consolida in pochi stagnanti segni. A.
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