Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Auden diceva che scrivere è come grattare la polvere da una vecchia roccia per leggere l’inscrizione nascosta. Scrivere di getto senza sapere dove si andrà a parare ;una cosa automatica che tenta di percepire il borbottio interiore e di farlo affiorare in mezzo alle giornate che ti stropicciano e ti rubano il tuo tempo strizzandoti,accartocciandoti e lasciandoti estraneamento ,stanchezza. Non è male mettersi davanti alla tastiera e lasciarsi andare ad un flusso che è in se stesso meditazione,ricerca di pace e di connessione con le parole e con il tempo negato. Non importa nè cercare una storia ,né il ritmo ,né altro. La scrittura stessa diventa piacere ,un esercizio silente. Mi sono negata il gironzolio attraverso i miei luoghi di informazione,(l’eco delle follie che si abbattono su di noi,più o meno violentemente arriva comunque-difficile tacitarlo) i commenti,i pensieri d’altri,;ho ripreso in mano storie avviate,abbozzi,rielaborato vecchie cose,cercando di mettere ordine fra le parole e di attualizzarle per me ,per questi miei giorni. Lentamente la tensione si scioglie ,diventa flusso onirico e mi incanto a guardare la spirale di legno che rotea sul muro al mio fianco.
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