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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Messaggio #786Domenica »

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Post n°787 pubblicato il 10 Marzo 2007 da ossimora
 

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Ovunque tu sia o  io sia

che sia qui

ma ovunque il qui sia

facciamo che non sia altrove.

Escludersi ,

dalla folla vociante

di notti festive

pullulanti

di spazi controllati

con occhi vibranti

e dinoccolati passi d’inedia

è

ritrovare

 il lucore  della penombra

le parole lette e spezzettate

e le  rare immagini d'ombra

in un intimo torpore

lontano dai cicalecci
(solo musica)

E' riaccarezzare un tessuto morbido,

 i tuoi capelli distratti e

la pelle di frutto fresco

con la voglia

di saggezza

armonia,gioiosa coscienza.

Non è più urgente 

assoggettare 

 lo sguardo quotidiano

a vagare irrequieto

in distanze imprecisate e fittizie.

A.

 

 
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Rispondi al commento:
ladymiss0
ladymiss0 il 10/03/07 alle 09:29 via WEB
Ma se si considera l'Internet nel suo aspetto ludico, per così dire "sub specie entertainment", come una sorta di palcoscenico universale, dove però tutti sono attori, comparse, macchinisti e spettatori, e dove l'identità sociale è sempre incerta, allora perché stupirsi se spesso la morte perderà la sua ovvia drammaticità? Se si è immersi in un territorio che è a metà strada fra il cielo e la terra, e se si è padroni di circolare in uno spazio che è un po' sogno e un po' realtà, se, infine si è contemporaneamente in parte morti e in parte vivi, almeno per alcune ore nella giornata, le ore in cui si sperimenta la "condizione connettiva", la quale è sempre un distacco dalla rete di relazioni "concrete", allora si apre anche la soglia della leggerezza, dell'interrogazione e dell'ironia. Ciao Anto, buon w.e.
 
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