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« RaboniMessaggio #801 »

Saramago e il no alla Turchia

Post n°800 pubblicato il 28 Marzo 2007 da ossimora
 

In questo periodo ho ripreso a leggere moltissimo ; nel mese di Marzo ho letto almeno venti libri e non vedo l’ora di rientrare a casa per stravaccarmi in zona camino e continuare. Indisturbata .Una vera sciccheria .

Un lusso.immagine

 Sono una lettrice onnivora ma non costante ;in certi periodi diciamo così “leggiucchio”,

pizzicando e saltellando senza alcuna disciplina.

  Però non riesco a distaccarmi dall’impellenza (un misto di curiosità e senso dell’esserci) di informazione su quello che accade attorno, anche se, adesso ,il fatto che sia  sempre più arduo  tentare di scremare le “croste “imposteci in maniera polifonica e massiccia ,da cose realmente esiziali o almeno interessanti mi abbia un po’ raffreddato .Non è facile davvero ascoltare fiumi di parole sul nulla assoluto ,uscire di casa e sentire persone più o meno vicine che dissertano persino animatamente  sul nulla  assoluto ammannito e recepito no stop. Io in  questi ultimi giorni ho distolto volontariamente lo sguardo da puttanerie insipienti e noiose ed anche da una politica nazionale in perenne china fra il paradosso e la farsa. In cronaca mi  sono trovata a leggere invece  diverse cose sul Trattato di Roma e sulle celebrazioni che ci sono state ,da noi in primis e poi soprattutto in Germania. Non certamente per i riti  e gli incontri  ma perché si parla realmente pochissimo di Europa ,dovremmo davvero interrogarci di più ,conoscere cosa avviene e che cosa potremmo fare per fare dell’Europa stessa un soggetto di riferimento , non soltanto quando dobbiamo essere bacchettati per i conti in disordine o per le direttive disattese ma sulle scelte come quelle degli atteggiamenti nei confronti delle guerre ed egli allargamenti .

A questo proposito ho trovato sul corrierone un articolo di  Saramago ,che si interroga (anche e non solo)sull’integrazione possibile della Turchia  e sullo stato dell'unione europea.

Mi ha colpito perché semina dubbi.

Sempre prolifici e generanti pensieri .

Io non ho mai avuto chiusure preconcette riguardo all’inserimento della Turchia in Europa .Anzi.La stima e l’ammirazione che ho per Saramago scrittore  hanno  però stimolato maggiore  riflessione .

 

 
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orpheus62
orpheus62 il 29/03/07 alle 17:02 via WEB
La Turchia è bifronte, Missionimpossible: c’è una maggioranza reale che è modernista e filo-occidentale, guarda all’occidente e all’Europa con speranza e pragmatico senso dell’opportunità economica. E’ la parte legata al retaggio di Ataturk, il liberatore dal califfato e fondatore della moderna Repubblica Turca. Ataturk è oggetto di culto politico, trovi suoi ritratti ovunque si vada. Questa parte è maggioritaria ma politicamente frammentata in diversi partiti di ispirazione liberale, socialdemocratica, populista e altro. Contrariamente a quello che molti pensano la parte islamista in Turchia è invece minoritaria. Tutti sono islamici, ma pochi sono gli islamisti. Solo che questa parte è stata eletta “democraticamente”, ha la maggioranza relativa in parlamento e governa legittimamente. Il paradosso in questa situazione sbilenca è che i guardiani della costituzione ataturkiana sono i colonnelli. Qui il garante della democrazia repubblicana è proprio l’esercito (uhm, brutto a dirsi, c’è un sentore di fascismo, non credi?), che sorveglia e impedisce la formazione di una teocrazia di tipo iraniano. Un bel casino non trovi? Direi che dubbi e diffidenze sono più che legittimi.
 
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