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Post n°411 pubblicato il 07 Maggio 2012 da lascrivana
L'avvocato Mauro Cadetti si recò nel luogo del delitto per cercare eventuali prove sfuggite alle investigazioni,per quanto riguarda il caso di Rachele Minetti. Aveva dato un occhiata in giro cercando informazioni anche presso i vicini di casa. Una donna paffuta e con due occhi piccolini da istrice non era stata molto simpatizzante nei suoi confronti;dichiarando che Rachele fosse una persona che stava sempre sulle sue e che aveva la puzza sotto il naso;più volte aveva cercato di fare amicizia con lei ponendole qualche domanda,ma aveva sempre risposto distrattamente dandole poca confidenza. La signora Bussi aveva proprio l'aria di una grande impicciona,e di quello che era riuscito a capire di Rachele,non gli era sembrato proprio il tipo che stava a perdere tempo con i pettegolezzi. Si appoggiò alla scrivania di ciliegio rosso nello studio dove era stato commesso l'omicidio del commercialista Zanetti;lo stesso che si prendeva cura delle consulenze di Rachele. Si lisciò con una mano il ciuffo ribelle nero tirandoselo poi dietro la testa infilando le dita tra le ciocche setose. Mise una mano nel taschino della giacca scura di gabardine che indossava, tirò fuori il minuscolo portasigarette tascabile di argento, lo aprii annusandolo un po';gli piaceva tanto l'odore del tabacco. Poi prese una sigaretta e se l'accese estraendo,sempre dallo stesso taschin l'accendisigari, in argento come il portasigarette,un prezioso monile regalo di Giulia,una sua intima amica. Sorrise al ricordo di quella chioma corvina corta e delle sue labbra sensuali,ma improvvisamente un altro viso si sovrappose con prepotenza a quello di Giulia,quello mesto e quasi infantile di Rachele;30 anni compiuti da poco da quello che aveva letto nella sua scheda; sembrava poco più di una ventenne,con quei suoi grandi occhi scuri dalle lunghe ciglia nere:uno sguardo profondo e misterioso. Una bella bocca leggermente carnosa,ben si delineava sotto ad un naso lievemente aquilino che ricordavano tanto quelle divinità greche. Avrebbe voluto sciogliere i capelli castano scuro,da quello chignon che malamente li tratteneva. Il suo sguardo diretto gli aveva trasmesso simpatia e trasparenza. Era certo della sua innocenza,non perché era il suo avvocato difensore e doveva convincersene per forza per garantire la vittoria della causa;ma perché il suo fiuto le suggeriva che lo era davvero. Aspirò una profonda boccata dalla sigaretta prima di domandare a se stesso se quella donna gli piaceva più di quanto potesse ammettere e voleva a tutti costi pensarla estranea all'omicidio. Era riuscito a metterlo a disagio,si sentiva scomposto e fuori forma davanti ai suoi occhi. Per la prima volta non era la giuria che voleva sorprendere con la sua arringa di difesa ... ma lei,Rachele. Improvvisamente , davanti a quello sguardo profondo e intelligente, tutto scompariva. Era un caso veramente difficile,di questo ne era assolutamente consapevole,sarebbe stata veramente dura dimostrare la sua innocenza troppe poche prove a sua discolpa. L@ur@
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Inviato da: tanmik
il 16/09/2024 alle 06:30
Inviato da: tanmik
il 16/09/2024 alle 06:29
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il 16/09/2024 alle 06:29
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il 15/09/2024 alle 05:57
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