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Antiche tradizioni pasquali: "A cuzzupa".
Post n°570 pubblicato il 30 Marzo 2013 da lascrivana
E restiamo nel tema degli anni 70 con una tradizione molto in voga al sud. Poiché io e C@nt@storie stiamo scrivendo un racconto che ci consente di rivivere i tempi della nostra giovinezza -i miei relativi agli anni 80 al sud, e magari i suoi sono degli anni 50 al nord-, si sa che nel meridione le donne si sono emancipate più tardi. Ritorniamo a parlare della tradizione pasquale del sud, quando si soleva regalare a proprio fidanzato la "cuzzupa" (una ciambella fatta con uova farina e strutto; ricoperta con glassa di zucchero e confetti colorati. Solitamente, per via della grandezza, si cuoceva nel forno del pane). Chiaramente, anche qui nasceva la competizione tra le comari del paese: a chi riusciva a fare la "cuzzupa" più grande al proprio genero. Fu così nacque una gara tra due suocere: mamme di due zite (termine calabrese per definire due fidanzate). Un anno vinceva la mamma di una zita; e l'altro quello dell'altra: poiché la vincente si cullava che l'altra non era capace di farla più grande della sua. Fatto sta che oramai non esistevano contenitori in commercio abbastanza grandi da poterle contenere. Così una dei due, ebbe la felice idea di farsi stagnare un'enorme teglia di ferro dal fabbro. Ne fece un enorme all'insaputa di tutto il vicinato, in modo che nessuno di esse potesse rivelarlo all'altra concorrente. La settimana precedente alla pasqua, si alzò di buon mattino per prepararla. Impastò e diede forma a una ciambella enorme: con tante uova e decorata con glassa e confetti di tutti i colori. Insomma era un vero spettacolo al solo guardarla. La comare, però, non aveva calcolato il peso in uscita dal forno; mentre in entrata la teglia era fredda e si aiutò con le mani, oltre che con la pala da forno, per infilarla dentro; in uscita, quando il dolce era cotto, si presentò il problema di togliere la teglia dal forno caldo: poiché scottava. Dopo tante peripezie riuscii a portarla fuori dalla bocca del forno. Giacché il peso della teglia era tale da traballare sulla pala e mantenere con gran difficoltà l'equilibrio: finì rovinosamente a terra. La povera comare si disperò davanti a tutto quel ben di Dio che si era perduto e si ripromise che quella sarebbe stata l'ultima volta che faceva a gara per una cuzzupa. Bene con questa curiosa storiella che mi è stata raccontata da una cara nonnina, vi lascio il mio più affettuoso augurio di Buona Pasqua! L@urè E ora procediamo con il taglio della cuzzupa... a chi la prima fetta?
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Inviato da: tanmik
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