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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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« Aida 3Aida 5 »

Aida 4

Post n°1050 pubblicato il 06 Settembre 2015 da lascrivana

 

Trascorsi la notte praticamente in bianco. Quando l'orologio appeso alla parete segnò le cinque, incapace di rimanere a letto mi alzai. Andai quindi in bagno e, dopo una rapida occhiata allo specchio, riempii la vasca d'acqua bollente. Dopo aver aggiunto il mio bagno schiuma preferito, mi immersi sino al mento in quell'oasi di piacere profumata.

Mio malgrado, il pensiero andò a Ovidio e alla sua visita del pomeriggio precedente. Quasi senza accorgermene, le mani iniziarono ad accarezzare le parti più sensibili del mio corpo. Quel uomo, aveva il potere di risvegliare in me sensazioni che credevo ormai sopite. Come fossi spiata da mille occhi, mi guardai attorno ed arrossii, sembravo una ragazzina alla sua prima cotta.

Sfregandomi con energia, mi tolsi di dosso la stanchezza accumulata in quella notte interminabile.

Scelsi con cura l'abito da mettere in quella giornata speciale. Dopo averci pensato a lungo, optai infine per il mio preferito. Si trattava di un capo acquistato a Parigi molti anni prima, ma che ancora mi andava perfettamente. Osservandomi allo specchio, non potei fare a meno di congratularmi con me stessa. Nonostante l'avanzare del tempo, conservavo ancora un fisico invidiabile per una donna della mia età.

Quando scesi in cucina, trovai Maria intenta a preparare la colazione.

-Mio marito non è ancora sceso?- le chiesi.

La giovane si voltò ed io, immediatamente, provai un moto di stizza. Si era truccata sfacciatamente e, nonostante la divisa, appariva molto più provocante del solito.

-No, signora. In verità, non l'ho nemmeno sentito rientrare ieri sera. E' sicura che si trovi in casa?-

La leggera ironia che trapelò dalla sua voce mi fece infuriare maggiormente.

-Assicurati che la colazione sia pronta per le otto- risposi fredda, quindi mi recai nel salone.

Le parole di Maria mi avevano indispettito, ma non potevo darle tutti i torti. In effetti, mi resi conto che non sapevo se Marco fosse rincasato o meno.

Da molto tempo, ormai, dormivamo in camere separate, una dalla parte opposta dell'altra. Mi seccava tornare di sopra ma, proprio in quel momento, mio marito entrò nel salone.

-Buongiorno, cara- disse senza alzare gli occhi da una delle sue onnipresenti scartoffie.

-Non ti ho sentito rientrare ieri sera, hai fatto molto tardi?-

Bofonchiando una risposta che intesi a malapena, si accomodò al grande tavolo.

-Abbiamo ospiti a pranzo- proseguii.

Lui alzò immediatamente lo sguardo.

-Sono secoli che non viene nessuno, di chi si tratterebbe?-

Quando conobbe chi sarebbero stati i nostri ospiti, un'ombra gli attraversò il volto.

-E che ci fa Ovidio in città?- sembrava contrariato.

Gli raccontai tutto, dal mio incontro con Giulia alla visita di Ovidio stesso.

Quando nominai la nipote, un barlume di sorriso tornò a illuminare il suo viso.

-Mi farà piacere rivederli, hai fatto bene a invitarli-

******

 

Giulia guardò lo zio e inarcò un sopracciglio.

-Sei certo di voler andare?- esclamò preoccupata.

Piegato su se stesso, Ovidio fece cenno di si col capo.

-Non avevi mai avuto dolori così forti...- insistette la ragazza -...forse faremmo meglio a disdire e andare in ospedale-

Ovidio scosse la testa con energia.

-Passerà, come sempre. E poi devo parlare a Marco, non posso farmi sfuggire questa occasione-

Esasperata, Giulia si lasciò andare a un sospiro rassegnato.

-Come vuoi, ma se i dolori non passano, promettimi che andrai a farti vedere-

Ovidio si rimise in posizione eretta, il solito sorriso accattivante dipinto sul volto.

-Mia cara ragazza, ci vuole ben altro per abbattere Ovidio Strani!-

Un istante dopo, roteando gli occhi, stramazzò al suolo.

 

La sala d'aspetto del vecchio ospedale era stranamente vuota quel giorno. Seduta sopra una sedia, Giulia si stava martoriando le dita delle mani in movimenti frenetici e nervosi.

-Giulia!-

La porta si era spalancata di colpo e Aida, il volto congestionato, fece il suo ingresso.

-Cos'è successo? Come sta? E' grave?-

La raffica di domande non fece altro che aumentare l'ansia della giovane.

-Non lo so, Aida. Si trova ancora in camera operatoria, sono più di tre ore ormai-

In uno slancio d'emozione, Aida l'abbracciò con energia.

-Andrà tutto bene, stai tranquilla-

Trascorsero ancora un paio d'ore prima che, un giovane medico, facesse capolino nella stanza.

Ignorando Aida, si rivolse direttamente a Giulia.

-Le condizioni di suo zio sono stabili, e l'operazione è riuscita perfettamente-

A quelle parole, gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.

-Ma, se posso permettermi...- proseguì il medico -...se fosse venuto prima non avrebbe rischiato di morire-

Le due donne si guardarono, sorprese.

-L'infezione aveva già intaccato gli organi vitali, qualche giorno in più e sarebbe stato troppo tardi-

Giulia deglutì un paio di volte prima di aprir bocca.

-Ma di cosa si tratta, dottore?- chiese con un fil di voce.

Il medico, per la prima volta, guardò Aida negli occhi.

-Una malattia venerea e molto pericolosa. Se suo zio ha o ha avuto relazioni, sarebbe meglio avvisare le persone interessate-

Aida si sentì pervadere dallo sconforto. Senza dire nulla, si voltò e lasciò la stanza.

Danio e Laura.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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