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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Il vecchio mulino: parte dodicessima

Post n°1141 pubblicato il 06 Marzo 2016 da lascrivana

Dopo aver pianificato, scartato e nuovamente approvato diverse soluzioni, si guardarono negli occhi, esausti. Il pomeriggio stava inesorabilmente cedendo il passo alla sera e, nel giro di poche ore, avrebbero dovuto decidere il da farsi.

-Resto sempre dell'avviso che sarebbe meglio informare la polizia, ma visto che non vuoi sentir ragione faremo come dici tu- disse sconsolato Louis.

Giada gli appoggiò una mano sul braccio muscoloso.

-Con te che mi copri le spalle mi sento tranquilla. Se avessimo detto tutto al commissario, quanto credi impiegherebbe a circondare la zona, col rischio che il nostro uomo non si faccia vedere per nulla?-

Louis non rispose. Giada non aveva tutti i torti, ma la polizia aveva i mezzi e gli uomini per neutralizzarlo, mentre loro cos'avevano? Solo rabbia, pochissima esperienza e nessun arma. No, in realtà una c'era.

-Ho un vecchio fucile, giù in cantina, quando ero più giovane lo usavo per andare a sparare agli uccellini-

Lo sguardo severo della ragazza lo costrinse a proseguire in tutta fretta.

-Lo so', è sbagliato, ma non avevo amici e tutti mi evitavano, ero arrabbiato col mondo intero-

L'espressione di Giada si addolcì.

-Non mi interessa il tuo passato, ma solo il nostro futuro-

La parola “nostro” gli scaldò talmente il cuore che, in uno slancio che non seppe controllare, la strinse a se baciandola con fervore sulle labbra.

Quando si staccarono, il volto di Giada aveva assunto un acceso color porpora.

-Ma devi promettermi di non fare gesti azzardati, sai quanto può essere crudele quel mostro- disse quasi senza fiato.

Louis la lasciò e iniziò a camminare per la stanza, le mani affondate nelle tasche.

-Starò attento, ma non ti assicuro nulla. Quello è un maniaco, Giada, e non esiterebbe a fare una strage. Lui ti vuole, e non certo per portarti all'altare vestita di bianco, è questo che mi fa impazzire-

La giovane non seppe cosa rispondere. Ciò che Louis aveva appena detto era la semplice e inoppugnabile verità. Quello che sarebbe potuto accadere alla fattoria abbandonata era inimmaginabile. Gli scenari erano ampi, da quello di riuscire a neutralizzare quel pazzo, a quelli decisamente più terrificanti di venire tutti ammazzati, Filomena compresa. E se avessero avuto la meglio, come avrebbero potuto giustificarsi? Con quale faccia si sarebbero presentati davanti al commissario? L'idea di scappare, di andarsene da quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini le attraversò la mente, e l'avrebbe già fatto se Filomena non fosse stata nelle mani di quel pervertito.

-La salveremo, Louis, dopo di che ce ne andremo, lontano da qui- disse con un filo di voce.

Lui si voltò e le prese il volto tra le grandi mani.

-Che Dio ti ascolti, amore mio-

 

 

Il commissario Dragoni lasciò la questura che era già sera. Appena fu in strada, si accese una sigaretta e salutò il piantone, quindi s'incamminò a piedi verso casa. Per tutta la giornata aveva coordinato le indagini sulla scomparsa della vecchia Filomena, ma della donna nessuna traccia. Chi l'aveva rapita? Per quale motivo? Perché non erano arrivate richieste di riscatto?

Tutte domande senza risposta che non facevano altro che aumentare la propria frustrazione. E poi c'era stata Giada. Quella ragazza sapeva qualcosa, ne era certo, ma era riuscita a imbrigliarlo con la sua facile e fluida parlantina. Tutti questi pensieri l'accompagnarono sino alla propria abitazione, una villetta singola a poca distanza dal centro del paese.

E mentre stava per infilare le chiavi nella serratura, la porta si aprì.

-Ehi, dove stai andando in tutta fretta?-

Il giovane lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.

-Ciao, pà, esco a cena con amici, ti ho lasciato il pollo nel forno, ci vediamo- rispose senza dargli tempo di una replica.

Dragoni lo guardò salire in auto e scosse la testa. Da quando era mancata sua moglie, Dario era diventato scontroso e distante, ma poteva capirlo, era stato sempre molto affezionato alla madre, e perderla in quel modo l'aveva distrutto.

Arrivato in cucina si tolse il cappotto, aprì il forno e sorrise. Il pollo giaceva inerte sopra un piattino, bianco e poco invitante per uno che avesse fame, ma lui non ne aveva assolutamente. Si accontentò di uno yogurt preso dal frigorifero, quindi si mise sul divano e accese il televisore.

Danio

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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