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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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L'amore in un libro: parte settima.

Post n°1154 pubblicato il 02 Aprile 2016 da lascrivana

Mi risvegliai con il libro aperto appoggiato sullo stomaco, la stanchezza aveva avuto il sopravvento e mi ero addormentata. Dopo l'arrivo burrascoso, ora nella casa regnava un silenzio totale, quasi fastidioso. Mettendomi seduta, lo richiusi e lo appoggiai sul comodino, quindi mi alzai e lasciai la stanza.

Percorsi il breve corridoio in punta di piedi, quasi timorosa di confrontarmi con coloro che, in fondo, rappresentavano parte della mia famiglia.

In cucina non c'era nessuno, così come in salotto. Possibile che fossero usciti senza almeno avvisarmi? Ma, proprio mentre stavo formulando quei pensieri, la porta del bagno si aprì e mi ritrovai di fronte Eugenio.

-Ah, eccoti qua, ti sei svegliata finalmente!-

Mio cugino, aveva il volto stravolto e gli occhi lucidi, istintivamente feci un passo indietro.

-I miei sono andati fuori...- disse passandosi una mano sulle guance ispide di barba.

-Se hai fame apri pure il frigorifero, devo uscire anch'io-

Annui, non mi andava di rimanere sola con lui, mi faceva paura.

-Va bene, grazie...-

Mi voltai per andarmene ma, contemporaneamente, Eugenio mi afferrò per il braccio e mi attirò a se.

-Lo vuoi un consiglio? Cercati un posto dove andare, qua troverai solo rabbia e liti continue, penso che te ne sia accorta-

Cercai di divincolarmi, ma lui strinse ancor più forte.

-Mi fai male, lasciami!- urlai.

Quando lo fece, mi massaggiai il braccio indolenzito e gli lanciai un'occhiata fulminante.

-Non permetterti mai più di mettermi le mani addosso, chiaro?-

Ero furiosa, e lui sembrò davvero sorpreso dalla mia reazione.

-Non ti ricordavo così battagliera, eri una bimbetta secca e timorosa di tutto, mi piaci!-

Mi allontanai ancora di qualche passo da quel sorriso falso e ipocrita.

-Stai pur certo che me ne andrò immediatamente, non ho certo intenzione di convivere con un tossico!-

Il sorriso sparì, sostituito da un'espressione decisamente più terribile.

-Ma che ne sai, come ti permetti di giudicare?-

Le parole gli uscirono con un sibilo, sembrava un serpente in attesa di attaccare la preda. L'avevo fatto arrabbiare, e la cosa avrebbe potuto portare a spiacevoli conseguenze.

-Non giudico...- mi affrettai a dire -Ma adesso me ne vado, scusami-

Gli passai accanto senza guardarlo in faccia, convinta che mi afferrasse ancora per il braccio. Per fortuna non accadde e, raggiunta la porta, la aprii con estrema calma.

-Buona fortuna, Eugenio- dissi voltandomi un'ultima volta.

-Aspetta!- mi urlò dietro.

In un attimo, sparì nella mia camera per ricomparire qualche secondo dopo.

-Ti sei dimenticata questi...- e, senza aggiungere altro, mi lanciò contro lo zaino e il libro.

Non appena fui in strada, mi allontanai il più possibile da quella casa. Camminai per non so' quanto tempo finché, sfinita, mi lasciai cadere sopra una panchina all'interno di un giardinetto.

Dove sarei potuta andare? Ma, sopratutto, come l'avrebbe presa mio padre? Mi trovavo in una città sconosciuta, senza denaro e senza persone a cui rivolgermi, mi sentii a pezzi. Poi, improvviso, un pensiero: Peter.

Frenetica, presi il cellulare e cercai il suo numero. Rispose al primo squillo.

-Ehi, ciao, come stai?-

-Ho bisogno di aiuto...-

In breve, gli raccontai ciò che era successo e dove mi trovavo.

-Non muoverti, con lo scooter sarò li in un quarto d'ora-

Rinfrancata da quelle parole, riposi il cellulare e aprii il libro.

 

 

[L'uomo la seguì e salì a sua volta. Sul bus, oltre all'autista, c'erano solo un paio di persone anziane e una giovane mamma con un bimbo di pochi mesi sulle ginocchia. Avvicinandosi verso il centro, Agata prese posto accanto a quest'ultima che, vedendola, le sorrise. Con la coda dell'occhio, notò che l'uomo si era seduto in fondo, nel punto più lontano.

-Sei appena uscita, vero?-

La domanda la colse di sorpresa, sembrava che tutti sapessero della sua vita, ancor meglio di lei stessa.

-Ma ce l'ho scritto in fronte?-

Nonostante tutto, la cosa la rese allegra piuttosto che infastidirla.

-Ho mio marito rinchiuso la dentro- proseguì la donna indicando il carcere -E conosco i volti di chi ci è passato ed ora, quasi per magia, riassapora la libertà-

Il sorriso, sul volto di Agata, si spense di colpo. Era giovane quella ragazza, ma nei suoi occhi traspariva già un inizio di vecchiaia.

-Cos'ha fatto tuo marito?- si ritrovò a dire.

Il bimbo, nel frattempo, si era addormentato.

-Ha ucciso l'uomo che, da quando ero bambina, ha abusato di me, mio padre-

La risposta le gelò il sangue nelle vene.

-Era riuscito a sottrarmi alle sue angherie ma lui, come un belva ferita, ci ha ritrovati dopo qualche tempo. Aspettavo già Samuel quando avvenne, lo ricordo come fosse ora-

Agata le mise una mano sulla spalla.

-Non è necessario che mi racconti, io non credo che...-

-No, è da parecchio tempo che non ne parlo e tu...tu hai un volto buono...ti prego-]

Danio e laura

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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