ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

tanmiklarettagleon197owoodenshiplascrivanaOltreLAtempestamielealpeperoncinoamistad.siempreIsh_tarcasella_1965moccia.rosafedeprincelalistadeidesideri79qmrcassetta2
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

 

« L'amore in un libro: pa...L'amore in un libro: pa... »

L'amore in un libro: parte quindicesima

Post n°1163 pubblicato il 01 Maggio 2016 da lascrivana

-Ho i miei tempi, ma l'importante è che ora sia qui- rispose Agata con un sorriso. Per la prima volta dal giorno dell'incidente Virginia si sentì bene, più leggera.

-E poi devo aiutarti a fare una cosa, quella che hai sempre desiderato- proseguì Agata.

La fissai, sorpresa, non capivo di cosa stesse parlando.

-Non potevo parlartene in ospedale, ma adesso sei a casa, tuo padre è lontano per lavoro e tua madre è appena uscita, abbiamo tutto il tempo-

Cercando di appoggiarmi sui gomiti, con una mano mi tastai la dove avevo picchiato contro il vetro dell'automobile.

-Ma io non mi ricordo di te, possibile che l'incidente mi abbia provocato una perdita di memoria?-

Agata scosse il capo.

-No, le radiografie hanno confermato che non ci sono lesioni alla testa-

continuai a fissarla a lungo, pensierosa.

-So' cosa stai pensando...-continuò Agata.

-Credi di non conoscermi ma, in realtà, ci siamo incontrate tutte le volte che hai aperto questo-

Come per magia, il libro che tanto amavo comparve tra le sue mani.

Spalancai gli occhi, mentre l'iniziale euforia andò pian piano scemando.

-No, non è possibile! Tu sei solo un personaggio del libro, sei la ragazza uscita di prigione che...che...- non riuscii ad andare oltre. Le lacrime iniziarono a scendere copiose, mentre i singhiozzi mi scossero il torace.

Agata si avvicinò e mi carezzò i capelli.

-Ami talmente questo libro che si è come fuso con te, io mi sono fusa con te-

Non mi sottrassi alla stretta, ciononostante non riuscii a guardarla in volto. Ciò che Agata stava dicendo era impossibile, eppure lei era li, potevo sentire il tocco morbido della sua mano, ascoltare la sua voce. Quando i singhiozzi si placarono, riuscii a mormorare una sola frase.

-E quale sarebbe la cosa che dovresti aiutarmi a fare?-

Senza smettere di carezzarmi i capelli, Agata si sedette sul letto.

-Sei ancora molto scossa, e se te lo spiegassi ora non capiresti. Per prima cosa ti devi rimettere, hai perso peso e sei debole. Ma lo capirai da sola, quando sarà il momento-

 

Alcuni rumori, al piano di sotto, misero fine a quella conversazione.

-E' tornata tua madre, a dopo- disse Agata e, ancor prima che potessi dire qualcosa, svanì nel nulla.

Un istante dopo, la porta si aprì col solito, leggero cigolio.

-Prego, professor Ferrazzi, si accomodi-

Preceduto da mia madre, uno sconosciuto fece il proprio ingresso nella stanza. Definirlo enorme sarebbe stato un eufemismo, era gigantesco. Alto quasi due metri, aveva mani enormi così come i piedi, infilati in un paio di scarpe sicuramente costose. Non un filo di grasso sembrava trasparire da sotto l'elegante abito grigio perla. I capelli, brizzolati, gli donavano inoltre quel fascino dell'uomo di mezz'età che tanto piaceva a mia madre, già in adorazione.

-Buongiorno, Virginia, sono il professor Ferrazzi, credo tua madre ti abbia parlato di me- disse mostrando una dentatura perfetta.

-Non camminerò più- mi limitai a dire sostenendo il suo sguardo.

Il sorriso sparì dal volto di mia madre, non da quello dell'illustre luminare.

-Certo, potrebbe essere un'ipotesi-

Lo confesso, quella risposta mi spiazzò leggermente.

-Consultando tuttavia i risultati degli esami cui sei stata sottoposta, ritengo che un tentativo si possa fare, sempre col tuo consenso, naturalmente-

Al suo fianco, mia madre continuava ad annuire, mi dava sui nervi.

-Presumo che questo significhi un intervento chirurgico, magari senza la certezza del risultato- dissi con una certa spavalderia. Crogiolai nel vedere l'espressione ammirata di cui mi degnò il grande professore. L'avevo colpito, non avevo dubbi.

-Sei molto acuta, Virginia, ma voglio essere assolutamente sincero con te, è così-

Sogghignai, più che altro per lo sbigottimento di mia madre.

-Si tratterebbe di una tecnica innovativa, praticata solamente cinque volte, negli Stati Uniti- proseguì il medico.

-E a quanti è riuscita?- dissi subito.

Ferrazzi guardò dapprima mia madre e, quando si voltò, il sorriso era sparito dal suo volto.

-Una- fu più un sussurro che un'affermazione, ma nel silenzio che ne seguì era ancora ben udibile.

-Niente da fare. Mi dispiace aver abusato del suo prezioso tempo, ma non intendo andare sotto i ferri senza precise garanzie- dissi in tono neutro.

E fu a quel punto che mia madre esplose.

-Sei una sciagurata, e anche poco riconoscente tra l'altro. Io e tuo padre vogliamo solo il tuo bene e tu, cosa non trovi di meglio da fare? Insultare il professore facendo la bambina viziata e schizzinosa, si può sapere cosa ti passa per la testa?-

Decisamente imbarazzato, il medico non aprì bocca.

-Sul fatto che vogliate il mio bene ne potremmo anche discutere, mamma. Ma sono io che dovrei andare sotto i ferri, non tu- quindi mi rivolsi ancora al professore.

-La ringrazio nuovamente ma, se non le spiace, adesso vorrei riposare-

Detto ciò, mi girai sul fianco e mi tirai la coperta fin sotto il mento.

Quando udii la porta richiudersi, mi rimisi sulla schiena e sorrisi.

A fianco della finestra, Agata mi sorrise a sua volta.

Danio

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963