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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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« Custodire.Le immagini nei ricordi »

L'amore in un libro(23esima parte)

Post n°1179 pubblicato il 26 Maggio 2016 da contastorie1961

-Mi dispiace, mi dispiace tanto, Virginia-

Visibilmente a disagio, il professor Stewart lasciò la stanza lasciandola sola con Lucas.

-Io...io non ci credo- mormorò la ragazza.

Togliendole il giornale dalle mani, il fisioterapista lo appoggiò sul comodino.

-Una vera tragedia, ma tu adesso devi pensare solo a guarire-

Asciugandosi le lacrime dal viso, Virginia scosse piano la testa.

-Sono io la causa, stanno morendo tutti per colpa mia-

-Ma non dire sciocchezze!- s'inalberò Lucas.

-Sei impossibilitata a muoverti, hai subito grossi traumi, come potresti essere tu la causa?-

Rendendosi conto di aver alzato troppo la voce, il giovane le prese la mano.

-Scusami,non era mia intenzione-

-Spero solo non abbiano sofferto- proseguì Virginia come se non l'avesse udito.

-Nell'articolo,c'è scritto che sono state le esalazioni a ucciderli, non hanno sofferto, stai tranquilla- continuò Lucas.

-Adesso cerca di riposare, tornerò tra un paio d'ore-


Rimasta sola, Virginia riprese il giornale e rilesse nuovamente l'articolo.


Tragedia in un condominio popolare

in pieno centro cittadino.

Nella notte di ieri, un violento incendio

si è sviluppato in un appartamento

del secondo piano. La causa più probabile,

secondo il comandante dei vigili del fuoco,

potrebbe essere un corto circuito,

ma ogni possibilità non è stata ancora esclusa.

A perdere la vita nel rogo, i componenti di

un'intera famiglia, padre, madre e

l'unico figlio.


Virginia lanciò il giornale a terra. L'immagine degli zii e del cugino, arsi vivi, le passò di continuo dinanzi agli occhi. Si sentì in colpa per come li aveva trattati, provò un rimorso tremendo, non poté farne a meno. Ma Lucas aveva ragione, come poteva essere responsabile di tutto ciò?

-Siamo a metà dell'opera mia cara, sta andando tutto bene-

Virginia riconobbe immediatamente la voce ma, nonostante questo, si rifiutò di aprire gli occhi, non voleva vederla.

-Vattene,non voglio più vederti!-

-E infatti non puoi vedermi, ma sentirmi si- rispose la voce.

Automaticamente,Virginia dischiuse le palpebre e si guardò attorno. La stanza era vuota, non c'era alcun dubbio.

-Dove sei?- disse con voce roca.

-Non ha importanza, quello che conta è che tu abbia bene in mente ciò che sta avvenendo-

Impaurita,ma ben decisa a non farsi sopraffare, Virginia si mise a sedere sul letto.

-Tu non esisti, sei solo il frutto della mia mente malata!- disse avoce alta.

-Non la pensavi così, sino a poco tempo fa-

Appoggiandosi al deambulatore, Virginia scese dal letto.

-Sei solo il personaggio di un libro, una detenuta che ha commesso un reato ed è stata liberata, nulla più!-

-Sei una sciocca se pensi di offendermi con queste cose, tu mi hai evocato, tu hai voluto il mio aiuto, ed ora vorresti rinnegarmi. Non funziona così, Virginia- rispose la voce.

Sudata e ansante per lo sforzo, la ragazza iniziò a girare per la stanza.

A me piaceva il libro, e il tuo personaggio mi aveva affascinato, ma non mai pensato di evocarti, cosa cazzo vuoi da me!-

Silenzio.

-Cosa cazzo vuoi da me!- ripeté Virginia con più energia.

-Sto'solo aiutandoti a realizzare ciò che hai sempre voluto-

Virginia scoppiò in una risata isterica.

-E cosa avrei sempre voluto? Sterminare tutta la mia famiglia?-

-Esatto,Virginia. Tu sei malata, e nella tua pazzia stai riuscendo nel tuo intento, grazie al mio aiuto-

Le gambe le cedettero, mentre la presa sul deambulatore divenne improvvisamente incerta.

Nel crollare sul pavimento, con la coda dell'occhio riuscì a scorgere una sagoma alla sua destra.

-E non è ancora finita, Virginia-

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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