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Post n°1808 pubblicato il 21 Maggio 2021 da lascrivana
Sta arrivando l'estate -almeno quest'ultima settimana ha iniziato a farcela sentire- e da noi il vento l'annuncia a squarciagola. Da piccola l'odiavo a morte nel periodo estivo; diversamente dalle altri stagioni in cui il suono del vento mi cullava e rilassava. Ricordo che d'estate, se c'era vento mio padre non ci portava in spiaggia; a volte ci avviavamo che la giornata era mite, ma non avevamo nemmeno il tempo di piazzare l'ombrellone che già dovevamo rincorrerlo per la spiaggia; e semmai arditamente ti avventuravi a resistere alla sua furia, dovevi rinunciare a tenerlo aperto. Non si poteva giocare nemmeno a pallone; altrimenti il goal lo avresti fatto colpendo qualche altro coraggioso che aveva deciso di sfidarlo. Dopo aver disteso il telo da mare sul bagnasciuga, lo rifermavo con quattro grosse pietre, una per ogni capo. Mi stendevo guardinga sul telo, poiché avrei potuto malaguratamente imbattermi in un ombrellone, un secchiello, una palla, o qualsiasi altra cosa incapace di resistere al suo soffio. Nonostante il vento, il sole era abbastanza caldo, così dopo un po' che stavo distesa dovevo fare un bagno per rifrescarmi. Finché stavo immersa nell'acqua tutto bene, quando poi decidevo di uscire era un dramma! Tutta gocciolante sulla battigia osservavo i mulinelli di sabbia che di lì a breve mi avrebbero investita: prima che lo facessero facevo marcia indietro e mi rituffavo in mare. Uscivo dalla acqua quando ormai avevo la pelle raggrinzita e le labbra violacee. Non avevo ancora preso il telo per asciugarmi che mi ritrovavo già tutto il corpo sommerso di sabbia. Accidenti come pungeva la bastarda! E se osavo frignare mi avrebbe riempito pure la bocca. Non potevo nemmeno fiatare o imprecare, e a testa bassa ritornavo in acqua a ripulirmi. Dopo l'ennesimo tentativo, esausta mi arrendevo e mi stendevo al sole ad aspettare che mi si asciugasse la sabbia di dosso per scrollarmela. Poiché al mare mi viene sempre fame -e non solo al mare aggiungo- decido di fare uno spuntino. Tiro fuori dalla sacca una bella e fresca noce pesca -fresca solo di stagionatura , senza ombrellone il sole picchiava cosi forte da cuocere gli alimenti. Per farla breve, non avevo nemmeno il tempo di farne un morso che era già tutta e bella infarinata di sabbia. Ricordo che rientravo a casa frustrata, non solo mentalmente, ma anche fisicamente. Le spalle arrossate dal sole mi bruciavano per le continue sferzate di sabbia; e anche se la notte non dormivo dal doloroso fastidio, la mattina dopo ero già pronta per una nuova sfida. Nonostante tutto adoravo andare al mare. Quando ero in acqua, mi sentivo vittoriosa, sservando da lontano il vento al riparo dalla sua furia, che instancabile alzava mulinelli e sdraricava ombrelloni. Fortuna che ogni tanto decideva di lasciarci in pace; ed è allora che le spiaggie si riempivano di festosi e colorati ombrelloni. Oggi è diverso, i lidi hanno riempito il deserto di sabbia intrattenendo il vento con alte recinzioni. Gli ombrelloni sono ben radicati nella sabbia, e quindi si può andare tranquillamente andare al mare tutti i giorni. Io scelgo sempre i lidi con la ghiaia sul bagnasciuga; anche se devo stare tutto il tempo con i sandali -e semmai decido di fare due passi sulla battigia, devo persino allacciarli -altrimenti le onde del mare me le levano dai piedi. Purtroppo nemmeno così risolvo il problema; e con i sandali pieni di sassi ritorno a sedermi sotto il sole. Passeggiare sulla rena sottile è tutta un'altra storia: la sabbia morbida ti massaggia dolcemente i piedi , e le onde del mare che si adagiano sulla battigia ti lambiscono le caviglie solletticandoti con la loro spuma frizzante.
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Devo assolutamente ritornare sul luogo (spero l'anno prossimo) del più bel "misfatto" estivo della mia vita, portarci nuovamente i miei cari.
E se ancora ci sono farò una bella mangiata di "surici di mare" (così ricordo li chiamavano i soveratesi) fritti e ... al diavolo, per una volta, certe precauzioni afferenti la mia attuale salute ^_________^