Una foto per abbattere i tabù

 

Miron Zownir | Tales from the Other Side | 04-28 Oct 2017 | Rome Art Week

Il fotografo tedesco Miron Zownir (suoi tutti gli scatti del post) è in libreria con Tenebre su Kreuzberg, un noir ambientato a Berlino. Nick, il protagonista, s’aggira di notte nell’ex zona Ovest alla ricerca di scatti suggestivi; odia tutto e tutti e beve senza ritegno. Una sera, nel bagno del suo pub preferito, guardandosi allo specchio si scopre ferito dalle schegge di un bicchiere scagliato contro il muro. Gesto autolesionista o tentato omicidio? Quando si risveglia, in un ospedale psichiatrico, cerca l’aiuto del padre, il detective Berger, che però è anaffettivo e perso dietro le sue perversioni sessuali.

In qualità di fotografo, Zownir ha sempre avuto una predilezione per la realtà underground che ha riportato in superficie attraverso scatti in bianco e nero che non temono di scioccare l’osservatore. Dunque via libera ai punk di Berlino e di Londra, ai gay, alle prostitute, ai tossicodipendenti, senza dimenticare homeless e moribondi.

Ora, benché Tenebre su Kreuzberg non manchi di poesia, indulge in dettagli crudi e spirali di degrado che possono risultare disturbanti; tuttavia, sarebbe importante che le persone che si percepiscono normali, trovassero il coraggio di guardare in faccia i freak di Zownir. Per affrancarsi dal ruolo di emuli di don Abbondio, e capire che la realtà non è un lavoro da impiegato e un geranio sul davanzale.

Il teatro di Miron Zownir (Foto) - Internazionale

NYC RIP - Interview with Miron Zownir | LensCulture

Photos of Berlin's freaks and fringe outsiders over 30 years | Dazed

Una foto per abbattere i tabùultima modifica: 2021-08-03T12:48:36+02:00da VIOLA_DIMARZO

11 pensieri riguardo “Una foto per abbattere i tabù”

  1. Intanto voglia gradire i miei più sinceri complimenti per quel “capire che la realtà non è un lavoro da impiegato e un geranio sul davanzale”. Se certe tue affermazioni partecipassero al Guinnes delle affermazioni contemporaneamente bellissime e verissime, avresti un vantaggio sul secondo in classifica impossibile da colmare. Logorroico? Sì, ma sincero.
    Sul realismo fotografico di Zownir, in special modo su “sarebbe importante che le persone che si percepiscono normali, trovassero il coraggio di guardare in faccia i freak di Zownir” concordo con te. Pur non considerandomi normale, per non sottovalutarmi, io passando di fianco a quell’auto, lo confesso, avrei il coraggio di guardare in faccia quella realtà e mi ci avvicinerei pure.
    Ma consentimi di fare un appunto a Zownir perché perché, a dirla tutta, o sei coerente o non lo sei. Voglio dire che se nella terza foto, caro mio, mi mostri quella gamba amputata non lasciando nulla all’immaginazione perché bisogna aver il coraggio della realtà, allora vale per le altre tre foto, mostrami altrettanto in vista le realtà che mi lasci solo immaginare. In particolare, sulla prima, mi confondi lasciandomi in dubbio fra due realtà possibili ovvero se le avesse o no le mutande. In fondo, caro Zownir, in quella foto quale realtà volevi mostrarmi?

  2. Ti posso assicurare ma se fai una ricerca lo vedrai, che Zownir non lascia nulla all’immaginazione; sono stata io a fare una cernita per la solita storia della censura…:) comunque la prima foto è bella com’è, e quel varco che resta nell’ombra ancora di più.

  3. Ho controllato, ce le ha. Quella foto è bella sì, e quel varco anche di più. Non c’è solo bellezza ma, come propone ogni tunnel, emozione.

  4. “Anch’io non mi reputo normale, ma chi può dirlo? Certi ambiti sono relativi…”, disse Viola al giudice.
    “Chiamo a testimoniare, Arien”, disse il giudice dopo aver guardato la lista testi.
    Dopo i rituali, il giudice mi chiese:
    “Ricordandole che è sotto giuramento, lei può confermare che Viola non è normale?”
    Guardai Viola, seduta vicino al suo difensore, mi avvicinai al microfono e dissi:
    “Ma lei signor Giudice, l’ha guardata? Ma oltre a guardarla l’ha mai letta?…”
    “E questo basta?”, mi chiese il giudice.
    “A me sì”, gli risposi.
    “Se basta a lei, il procedimento può essere archiviato”.
    Gli altri testi, fra cui Marcel e Trevi, chiesero se potessero andar via ed il giudice disse:
    “Sì potete andare, la testimonianza di Arien è sufficiente.”
    L’avvocato dell’accusa che voleva che Viola fosse condannata per normalità a 5 anni di reclusione e le fossero chiusi tutti i suoi 4352 blog, protestò inutilmente.
    Giustizia è fatta, esclamò la redazione di Libero.

  5. E’ ufficiale, ti adoro! sei l’unico che riesce a farmi ridere, oltretutto ritraendomi in maniera tale che io possa sorridere di me stessa. Un bacio.

  6. La cosa che mi sorprende di più, (positivamente), è che Zownir sia stato esposto a Palermo. Voluto da Letizia Battaglia e I cantieri culturali della Zisa. E una domanda, Marcel, chi fu, chi è? 🙂

  7. Ancor più follemente, pensavo un Miu:):) Proust, e dunque la convinzione intellettuale da strapazzare a piacimento (penserà arienp). Ciao:)

  8. Ma tu guarda se il folle sono io che scrivo raccontini dissacratori e Mrcel è, invece, quello sano. Mi pare d’aver letto che nessuno gli voleva pubblicare la Recherche e ci credo! Arrivare dall’editore con il camion che trasportava quelle 5000 pagine che qualcuno avrebbe dovute pure leggersele prima di dire sì (sempreché avesse l’età per sopravvivere a quella lettura), poi l’editor che doveva correggere, poi il compilatore (all’epoca i caratteri di stampa erano pezzettini di metallo, uno per ogni lettera, simbolo, spazio, maiuscole e minuscole. Se un romanzo è un appartamento di uno o più locali, la Recherche è un grattacielo. Solo un folle poteva pensare prima di scriverlo e poi di trovare chi glielo pubblicasse. Un libraio doveva prima rinforzare le mensole e poi mettercelo. Ho sempre sognato di comperarlo, ma quando lo vidi capii che in ascensore non sarebbe entrato e rinunciai. In effetti, poiché mi piace leggere a letto (visto che a letto non ho altri diversivi, sigh), la Recherche come la reggi e se ti addormenti leggendola rischi pure il soffocamento. Folle io???

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