Ci sono meccanismi mentali che sfuggono alla mia comprensione. Si dirà: problemi tuoi, evidentemente non ci arrivi. Eppure, nell’ironia scaturita da quel saldo albanese a opera di Giorgia Meloni leggo semplicemente invidia. Perché l’opposizione è davvero poca cosa, paragonabile il più delle volte a una classe elementare in subbuglio perché a Marco hanno nascosto la gomma e a Giulia il pennarello blu.
In questi pigrissimi pomeriggi d’estate ho avuto modo, e del tutto involontariamente, di studiarmi Michela Murgia attraverso i suoi interventi pubblici: una fortuna per Meloni che la scrittrice, ma io la definirei senza nulla togliere alla sua penna e al suo eloquio una Pensatrice, non abbia mai voluto fare politica in maniera diretta scegliendo di incasellarsi in un partito. Se ad esempio fosse stata segretaria del Pd al posto di Schlein le cose sarebbero andate diversamente per la nostra premier. Magari Giorgia (e qui Murgia disapproverebbe perché le donne non vanno indicate solo col nome di battesimo) avrebbe vinto lo stesso, ma si sarebbe ritrovata a combattere contro una mente lucidissima in grado di smontare uno per uno i capisaldi della retorica di destra. Ma finché tutto resterà nelle mani dei soliti noti, Meloni potrà dormire sonni tranquilli. E noi con lei.