Elkann, lanzichenecco suo malgrado

il giornale' maramaldeggia su alain elkann e il suo 'reportage' da un treno per foggia - Cronache

Ma sì, buttiamola in caciara, sollazziamoci con la pacchianeria dei meme. Del resto, non è forse vero che le nostre simpatie più abituali sono per i nani e i freak da circo, e guai se qualcuno li ribattezza lanzichenecchi? Che nessuna penna, men che meno stilografica, osi scuotere le nostre sicurezze, spostare la prospettiva, renderci perplessi. Non tollerando l’inganno, siamo pronti alla vendetta.

Ora, se è vero che monsieur Elkann legge Proust (cosa di cui dubito perché guarda caso di un’opera monstre come la Recherche cita proprio le pagine di Sodoma e Gomorra, come a strizzare l’occhio a un ipotetico lettore cui non difetta l’inclinazione a una pur blanda pruderie), forse il nostro avrebbe fatto meglio a leggere Virginia Woolf: “Veniamo imbrogliati così spesso dalle parole; ci hanno mostrato così spesso di non voler essere utili; che non è nella loro natura esprimere un semplice messaggio, ma mille possibilità diverse“. Ecco, se l’avesse fatto, se avesse letto la Woolf critica, non si sarebbe ritrovato nell’occhio del ciclone del nonsense.