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« L.Ipocriti »

delle pene

Post n°1593 pubblicato il 03 Novembre 2009 da ossimora
 
Tag: Lunario

Non è semplice parlare di diritti dei cittadini sottoposti a regime carcerario .C’è un larga /issima fascia di popolazione che in qualche modo accetta senza particolare preoccupazione il fatto che avvengano nel segreto delle segrete ,degli istituti di pena fatti e violenze che accomunano le nostre carceri  non certo a quelle dell’Europa del Nord ma a quelle turche, bielorusse  o peggio. Non a molti ,mi sembra interessano  le funzioni di recupero della personalita' attribuite dalla Costituzione alla pena detentiva. 

La dignità dei detenuti è  un valore tutelato dalla Costituzione (art. 27).

 Con 43 mila posti in strutture carcerarie sovente fatiscenti non si possono tenere in carcere 65 mila persone senza provocare gravissimi problemi di convivenza, malattia e degrado, fino al dramma dei suicidi (a quanto pare in aumento, per quel che si può desumere dalle informazioni disponibili, scarse e di bassa qualità). Un problema, quello dello scarso spazio in carcere, che ci è già costato una condanna dell’Unione Europea, e che pare appassionare ben poco le forze politiche (con l’importante eccezione dei radicali, da anni costantemente impegnati su questo fronte). Il sovraffollamento è un problema anche in altri Paesi europei, ma nessuno (salvo forse la Grecia) ha un eccesso di detenuti paragonabile al nostro.

La maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale possiede semmai un eccesso di capacità: in Svezia e Germania la quota di posti liberi è intorno al 3%, in Inghilterra e Galles al 4%, in Portogallo al 7%, in Irlanda all’8%, in Danimarca al 10%, in Olanda al 19% .

Mi par di sentirle risuonare  le vocette di coloro che dicono : “Eh,a spese nostre ,stanno bene , hanno anche la tv …e se prendono un po’ di botte ,può far loro solo bene ,del resto i delinquenti meritano solo quello!”. Ora il discorso sul carcere non si può certo risolvere con quattro parole né tanto meno si può semplificare ma l’attualità con  la morte violenta  di Stefano Cucchi  ,il suicidio della brigatista Blefari ,la tremenda  registrazione della polizia carceraria di Teramo ,acclarano una realtà sommersa ed inquietante che è bene venga fuori e che distingua le pur tante associazioni e singole persone che lavorano per un carcere a misura di persona e le famigerate “mele marce”. Continue denunce degli organismi umanitari e dei sindacati degli operatori carcerari evidenziano il grave stato di disagio, il sovraffollamento degli istituti di pena italiani e le carenze di organico. Stupisce la latitanza del governo che stenta a presentare il piano carceri, sebbene in tanti istituti si sia superato il livello massimo di accoglienza e la situazione sia veramente esplosiva.

 Né il ministro Alfano ,né altri sembrano sensibili a questa cosa , sono  troppo affannati a riformare la giustizia certo  ma soltanto per regolare qualche questione che LO riguarda e delegittimare parte della magistratura (komunistissima si sa quella che inquisisce...ovvio ,quella che assolve e procrastina ,quella va benone...), incuranti del fatto che il reato di clandestinità ha peggiorato ulteriormente la situazione carceraria , sovraffollando e rendendo una jungla le carceri italiane .

Un paese moderno e civile si vede anche dallo stato delle sue carceri e dalla natura dei processi messi in atto per il recupero e non si può tollerare la violenza e la noncuranza.


DAL E SUL CARCERE sitografia

 
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