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« BurriFamiglie »

Marai

Post n°2025 pubblicato il 14 Marzo 2015 da ossimora
 




«Il dolore è passato.

 La vita lo ha trasformato in qualcos’altro; dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato, lo si nasconde agli occhi del mondo come una mummia da custodire nel padiglione funerario dei ricordi. 

Passa anche il dolore provocato dall’amore, non credere. 

Rimane il lutto, una specie di cerimonia ufficiale della memoria.

 Il dolore era altro: era urlo animalesco, anche quando stava in
silenzio.

 È così che urlano le bestie selvatiche quando non comprendono qualcosa nel mondo – la luce delle stelle o gli odori estranei – e cominciano ad avere paura e ululare. 

Il lutto è già un dare senso, una ragione e una pratica.

 Ma il dolore un giorno si trasforma, la vanità e il risentimento insiti nella mancanza si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza, e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato, riposto da qualche parte.

 È quel che accade ad ogni idea e passione umana».

 Sándor Marái, “Il gabbiano”, Adelphi, Milano

 
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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 15/03/15 alle 01:32 via WEB
In questi giorni ( lo avrai sentito ) qui c'è stato un omicidio suicidio; lui un poliziotto , lei una operatrice del sociale , volontaria nella croce rossa , figlia di un noto maestro di musica .Lei stava lasciandolo , decisa. Leggendo questo pezzo di Marai ho pensato a lui , che non ha saputo reggere il dolore dell'abbandono , non ha saputo attendere , farsi da parte , il dolore lo ha accecato e gli ha fatto compiere una cosa terribile che ha sconvolto tutta la città ...già una questione di attesa e di saper attendere , bisognerebbe spiegarlo a chi uccide per dolore/passione!
(Rispondi)
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 15/03/15 alle 10:07 via WEB
non giudico, ma bisognerebbe cercare di tenere sempre nervi e passionalità ben saldi; sempre. Per evitare l'irreparabile. La vita ci riserva cambiamenti; nulla è mai certo. Solo due cose. In virtù di questo, lo ripeto, sempre nervi saldi. E so bene (purtroppo) di cosa parlo. *** Riguardo all'attesa, sono d'accordo con Fajr, pienamente d'accordo:-)
(Rispondi)
 
 
Fajr
Fajr il 15/03/15 alle 15:39 via WEB
Non era stato attento. Non aveva prestato la necessaria attenzione a ciò che stava cambiando tra loro e intorno a loro. Avrebbe potuto salvarsi in tempo e non lasciare che il dolore travolgesse entrambe. Due sventurati, soli nella loro sventura. Sarebbe bastato che chi, oggi si interessa tanto alla loro tragedia, si fosse compromesso ieri con la loro sventura. (attesa, attenzione, attendere... la radice è sempre la stessa).
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
antoalvolo il 15/03/15 alle 18:20 via WEB
Mari , purtroppo temo che lui sia stato fin troppo attento , aveva capito tutto da tempo , sapeva che lei stava intrecciando una nuova relazione ; adesso..a cose tragicamente concluse sembra pure che qualche amico avesse ricevuto mezze confidenze del tipo. "ho problemi in famiglia , poi ti vengo a trovare e se non li risolvo sentirai parlare di me ", ecco forse l'amico avrebbe dovuto soppesare di più questa frase e non mollarlo ma si sa la vita di ognuno corre senza troppa "attenzione" e spesso senza tempo materiale da dedicare agli altri
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
fajrmoltalvolo il 17/03/15 alle 18:56 via WEB
Anto, il tempo è una convenzione. La volontà di esserci oppure no appartiene ad un'altra dimensione, quella sì che ci appartine e ci distingue. Se qualcuno di noi, dopo un "evento" che ha trapassato altri, ricorda una frase, un movimento del labbro, quel piccolo ciglio che è caduto inaspettato sul pavimento... significa che in quel preciso millesimo di secondo tutto gli si è presentato chiaro ed intelligibile. E se poi, sempre quel qualcuno, non si china o si si solleva verso lo sventurato, significa che ha scelto di volgersi altrove e negare a se stesso ciò che ha "visto" e conosciuto. Perciò, alla fine, ciò che conta è l'attenzione e non l'affanno per una presunta mancanza o insufficienza di tempo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
ossimora
ossimora il 18/03/15 alle 01:51 via WEB
Beh , a volte fatichiamo a leggere dei piccoli segnali che ci ritornano acclaranti solo dopo un avvenimento sopratutto di questa potenza .Poi con un amico che magari ti dice una fras e buttata là , in mezzo a scherzose battute non è pe rniente facile.
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