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« Chimica della dignitàstridii »

e sia poesia

Post n°1609 pubblicato il 30 Novembre 2009 da ossimora
 

Nazik al-Mala’ika - Iraq

Una poetessa irachena,  poco tradotta in Italia.

Il convitato assente

Già trascorsa la sera
volge la luna al tramonto
ed eccoci a contare
le ore di un’altra notte,
guardando la luna
scivolare nell’abisso
e con lei l’allegria
senza che tu sia venuto
perso con le mie speranze,
fissando la tua sedia vuota
in compagnia della tristezza
dopo aver chiesto invocato
in silenzio la tua venuta.

Mai avrei immaginato
dopo tutti questi anni
la tua ombra ancora
in grado di sovrastare
ogni pensiero ogni parola,
ogni passo ogni sguardo,
né potevo sapere che tu
saresti stato più forte
di ogni altra presenza
e che l’unico assente
fra tutti i convitati
eclissasse ogni altro
in un mare di nostalgia.

Certo se tu fossi venuto
ci saremmo intrattenuti
a conversare con gli amici
finché fossero partiti
e allora anche tu forse
saresti parso come gli altri,
ma la sera è già passata
e il mio sguardo gridando
interrogava ogni sedia vuota
cercando fra gli astanti
sino alla fine della sera
l’unico che non è venuto.


Che tu arrivi un giorno
ormai non lo desidero:
dai miei ricordi all’istante
svanirebbero il profumo
e i colori di quest’assenza,
rotta l’ala alla fantasia
languirebbero le mie canzoni.

Stringendo le dita
intorno ai frantumi
dell’ingenua mia speranza
ho scoperto di amarti
nelle sembianze del sogno,
e se anche tu fossi qui
adesso in carne ed ossa
io seguiterei a sognare
quell’invitato assente.

 
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Commenti al Post:
Fajr
Fajr il 30/11/09 alle 11:57 via WEB
IO

E’ la notte che chiede: chi sono io?
Sono il suo profondo, torbido segreto,
così come il suo refrattario silenzio.
Io ho velato la mia essenza di quiete
e ho avvolto il mio cuore nel dubbio.
Me ne sto qui a guardare, sbalordita.
Nel frattempo, io lascio che i secoli
si interroghino pure su chi mai sarò.

E’ il vento che chiede: chi sono io?
Respinta da ogni tempo, sono un soffio.
Stordita come lui, io non so darmi pace.
Ed entrambi andiamo avanti senza sosta,
né possiamo arrestarci in nessun luogo.
Ma quando il curvo orizzonte è raggiunto,
ecco che anche la nostra sventura sembra
giunta a una fine, di fronte all’immenso.

E’ il tempo che chiede: chi sono io?
Anch’io curiosa di percorrere le ere,
ad esse conferisco un po’ di nuova vita
e sottraggo il passato alla seduzione
di questo nostro presente di comodo,
giusto per tornare poi a seppellirlo.
Così modello per me un nuovo ieri,
il cui domani indugia qui, impedito.

E’ l’essenza che chiede: chi sono io?
Come lei perplessa, scruto l’oscurità
né mi rassegno. Seguito a fare domande,
ma ogni volta la risposta è un miraggio.
Insisto a considerarla vicina, ma appena
sono lì di fronte a lei ecco che essa
impallidisce, sfuma e infine svanisce.

(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ioioddaalvolo il 30/11/09 alle 15:40 via WEB
...è sempre la stessa poetessa?Bella!Come hai fatto a postarla così?
(Rispondi)
 
 
Fajr
Fajr il 30/11/09 alle 15:54 via WEB
sì, stessa poetessa (nella raccolta: Non ho peccato abbastanza, Oscar Mondadori). Postato usando br per gli a capo dei versi e p /p per le strofe...
questa è roba sopraffina... eheheheheh
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 30/11/09 alle 21:05 via WEB
Pensai non come io potessi morire da forte, ma come egli non avrebbe avuto la forza di sopportare la mia morte. Perciò mi imposi di vivere; talvolta ci vuole coraggio anche a vivere." (Lucio Annéo Seneca)
(Rispondi)
 
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