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conflittoni d'interessi

Post n°1718 pubblicato il 23 Aprile 2010 da ossimora
 

 

Sottotitolo :Il pollaio della banda bassotti 

 Le parole ci sono state. Chiare, e anche coraggiose, visto il prevedibile ringhiare della platea berlusconiana.

 Quando il presidente della Camera ha spiegato che la riforma della Giustizia non può significare impunità, si è infatti scatenata la canea inferocita. Ora viene il momento delle cose, e su questo Gianfranco Fini si gioca il futuro, la credibilità, la stessa dignità.

Tra qualche settimana in Parlamento comincia la discussione proprio sulle leggi che regalano impunità a nutrite categorie di criminali.

 Si comincia con quella sulle intercettazioni, che non solo priva polizia e magistratura di uno strumento insostituibile (contro le mafie, ma anche contro violenta-tori e rapinatori, e chi più ne ha piùnemetta), ma garantisce il carcere ai giornalisti che continueranno a informare. Con il che si compie il salto dal regime populista a un pezzo di vero e proprio fascismo.

A quel punto, perciò, Fini dovrà decidere se far seguire alle nobili parole di ieri i sobri ma cruciali FATTI, cioè il voto contrario alla nuova legge-obbrobrio, o se ingiuriare la propria onorabilità con un voto che quelle parole calpesta.

 
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Commenti al Post:
Fajr
Fajr il 23/04/10 alle 00:47 via WEB
Fai tante storie, ma poi ce la fai!
La cosiddetta direzione del maggior partito italiano è stato qualcosa di veramente indecente! Peggio della peggiore assemblea condominiale... un po' come quel lazzaretto di Comune in collegamento, insieme al suo sindaco (?!), con Santoro. Bleath...
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 00:51 via WEB
a dire la verità volevo mettere un copia incolla da Flores d'arcais di Micromega sulla questione che mi sembrava centrato ma NON LO INCOLLA!!!!!!GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
fajrsemidormiente il 23/04/10 alle 01:12 via WEB
devi usare il comando "incolla" dalla barra e non il tasto destro! grrrrrrrrrr...
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 00:52 via WEB
santoro non l'ho visto e neanche il pollaio della band a bassotti ...visto un film .Preferisco leggere in giro ,la politica italiana è davvero inguardabile.
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 00:53 via WEB
Fini, ora è il momento dei fatti di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 23 aprile 2010 Le parole ci sono state. Chiare, e anche coraggiose, visto il prevedibile ringhiare della platea berlusconiana. Quando il presidente della Camera ha spiegato che la riforma della Giustizia non può significare impunità, si è infatti scatenata la canea inferocita. Ora viene il momento delle cose, e su questo Gianfranco Fini si gioca il futuro, la credibilità, la stessa dignità. Tra qualche settimana in Parlamento comincia la discussione proprio sulle leggi che regalano impunità a nutrite categorie di criminali. Si comincia con quella sulle intercettazioni, che non solo priva polizia e magistratura di uno strumento insostituibile (contro le mafie, ma anche contro violenta-tori e rapinatori, e chi più ne ha piùnemetta), ma garantisce il carcere ai giornalisti che continueranno a informare. Con il che si compie il salto dal regime populista a un pezzo di vero e proprio fascismo. A quel punto, perciò, Fini dovrà decidere se far seguire alle nobili parole di ieri i sobri ma cruciali FATTI, cioè il voto contrario alla nuova legge-obbrobrio, o se ingiuriare la propria onorabilità con un voto che quelle parole calpesta. Un voto coerente comporta il rischio di mettere in minoranza il governo, e anzi, se Berlusconi chiedesse su di esso la fiducia, di farlo cadere. Ma senza correre questo rischio, anzi senza la ferma volontà di bloccare ad ogni costo questo regalo alla criminalità, è evidente che l’onorevole Fini non potrebbe mai più ricordare il sacrificio di Paolo Borsellino e di Giorgio Ambrosoli, e poi guardarsi allo specchio il giorno dopo. Non potrebbe mai più vantare che ci furono uomini di destra, come l’avvocato monarchico “eroe borghese” e il magistrato che da ragazzo militò nella “Giovane Italia” dello stesso Fini, per i quali destra faceva rima con “senso dello Stato” e con “intransigenza verso lacriminalità”, tanto più se di establishment . Se Fini fa sul serio deve mettere in conto – sul dilemma legalità/impunità – di far cadere il governo. Se cede, Berlusconi non gliene sarà grato, ma saprà di poterlo annientare senza neppure pagare dazio. Mentre da una crisi di governo non scaturiscono di necessità elezioni anticipate, bensì la possibilità di un governo di “lealtà costituzionale”, che restauri le condizioni – oggi assenti – per un voto democratico.
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 00:54 via WEB
ecco ...l'ho messo qui
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
fajrsemidormiente il 23/04/10 alle 01:14 via WEB
probabilmente bisogna settare anche il mouse...
bininitti :*
(Rispondi)
 
 
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 01:15 via WEB
settare e settare ..seee perchè credic he non abbia provato ad incollare dalla barra??testina di vitello
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 23/04/10 alle 01:24 via WEB
Dialogo tra Gianfranco Fini e la sua signora. «Amò, vieni, è pronta la pasta!». «Non posso. Devo agire. Non vedi cosa sta facendo Berlusconi al paese?». «Ma nun dicevi che era ’n grande statista?». «Una volta. Poi ho fatto un percorso, ho storicizzato, e ora vedo Berlusconi per quello che è». «Ma mò è pronta la pasta...». Fini mostra ad Elisabetta una foto: «Sai chi è questo?». Elisabetta: «Er nonno della birra Moretti. Mbè?». «No! È Filippo Tommaso Marinetti, il padre del futurismo. Un avanguardista, un uomo d’azione. E quest’altro? Lo riconosci?» «Amò, me pari Bonolis...». «Guarda la foto. Chi è?». «Coso, quello che stava sulle mille lire, Giuseppe Verdi». «No! Questo è Ezra Pound, il più grande poeta del Novecento! E sai cosa diceva?». «Che Hitler era un santo». «Beh, sì, ma poi ha fatto un percorso, ha storicizzato. E ha detto che bisogna essere disposti a rischiare per le proprie idee! Farò come dice Pound: Berlusconi mi sentirà!». «Amò, ma proprio adesso? Sei stato zitto quidici anni, gli hai prestato Gasparri pe’ fasse ’a legge sulle tv e quello tra parentesi manco te l’ha più restituito; gli hai fatto fare ducento miliardi de leggi ad personam, gli hai pure regalato er partito tuo e te voi ribbellà mò che io scolo la pasta? Me lo fai pe’ dispetto!». «Non capisci, il popolo ha bisogno di me, è ora di fare come Francia!». «La rivoluzione?!». «No: il doppio turno». «Me stai a dì che vuoi uscì dar partito?». «Di più!». «Te vuoi dimette dall’incarico?». «Di più!». «Te vuoi ripiglià Gasparri?». «Mica so scemo. Di più!». «Vuoi fa cascà er governo?». «Di più! Pensa a Marinetti, pensa a Ezra Pound!». «Lo vuoi menà?!». «No. Faccio una corrente». «Che fai?». «Una corrente». «Coi gruppi autonomi?». «Esagerata. Basta una corrente». «A Gianfrà, ma nun starai a storicizzà un po’ troppo?». «Eh?». «No, dico, nun te la starai a fà sotto?». «Ma no, ti dico faccio una corrente!». «Vabbé, ma prima magnate sti spaghetti che l’hai fatti diventà ’na colla e poi vai a fa sta... sta Svolta di fuggi, va...».
(Rispondi)
 
Red_Lady
Red_Lady il 23/04/10 alle 07:51 via WEB
Hai fatto male a non guardare annozero. E' stata una bella puntata.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
antoalvolo il 23/04/10 alle 11:11 via WEB
Lo immagino ma fatico sempre di più a seguire la TV ,le facce di tolla di molti politici e giornalisti.Ascolto la radio e leggo .
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Uncle il 23/04/10 alle 12:37 via WEB
Non immaginavo che a Fini restasse un'onorabilità di qualsiasi tipo...
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
le diable il 23/04/10 alle 20:35 via WEB
a dire il vero nemmeno io ,l'articolo è di Flores d'Arcais da Micromega.
(Rispondi)
 
 
 
Red_Lady
Red_Lady il 23/04/10 alle 14:02 via WEB
La faccia di Ruotolo, stravolta dal disgusto per il razzismo espresso delle brave mamme di Adro e dal sindaco non l'ho mai vista così nemmeno quando parla di mafia. Se ti va cercati gli spezzoni su youtube.
(Rispondi)
 
 
 
Red_Lady
Red_Lady il 23/04/10 alle 14:03 via WEB
La faccia di Ruotolo, stravolta dal disgusto per il razzismo espresso delle brave mamme di Adro e dal sindaco non l'ho mai vista così nemmeno quando parla di mafia. Cercati gli spezzoni su youtube.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ospite il 24/04/10 alle 09:42 via WEB
“Gli alleati senza diritti”, di Nadia Urbinati IL PDL è un difficile tentativo di convivenza di tre diversi stili politici; tre modi di essere che, come la crisi interna di questi giorni dimostra, sono difficilmente armonizzabili. Tre sono le concezioni politiche o sedicenti politiche che lo compongono: una comunitaria-organicistica; una tradizionale istituzionale; e una patrimonialista. La vittoria elettorale nelle recenti consultazioni amministrative ha marcato e ingigantito le differenze tra queste tre anime fino a destabilizzare la coalizione di governo. Una ragione che ha probabilmente portato a questo esito paradossale di indebolimento a seguito di una vittoria sta nella distribuzione geografica. Nel fatto cioè che non tutte e tre queste anime sono equamente distribuite sul territorio nazionale. Il gruppo che fa capo al presidente della Camera ha una forte presenza nel Centro-Sud, mentre la Lega ha una forte se non esclusiva rappresentanza al Nord. A mediare questo bipolarismo territoriale è Silvio Berlusconi. Ma che la mediazione non sia tale, e infatti sia l’opposto di ogni forma di mediazione, diventa chiaro qualora si presti attenzione alla ragione strutturale e non solo territoriale del sisma che sta sconquassando il Pdl: gli alleati hanno diverse, se non opposte, concezioni di che cosa debba essere la politica conservatrice e più in generale la politica e le istituzioni. La Lega ha bisogno di radicamento per esistere e resistere: quindi non sopporta facilmente la competizione sul proprio territorio. Nei blog del movimento giovanile dei Padani si trova ripetuta l’espressione “fratelli su libero suolo”. “Libero suolo” ha una doppia implicazione: denota una “libertà da” ovvero contro chi cerca, non appartenendovi, di insediarvisi e una “libertà di” esprimere liberamente le proprie energie. Il “suolo” è lo spazio vitale che contiene e alimenta la libertà dei leghisti, un luogo abitato non tanto da eguali nei diritti (un valore molto poco compreso dai fedeli della Lega) ma da simili nella cultura e nei supposti valori; persone che si riconoscono con una semplice occhiata, che si odorano identici, che si fidano solo se non ci sono estranei tra loro - e, si badi bene, gli estranei non sono soltanto gli immigrati, ma possono esserlo anche gli alleati di coalizione (non è un caso che pochi giorni dopo la vittoria elettorale, Umberto Bossi si sia prenotato per il sindaco di Milano: la “nostra terra”, la “nostra gente”, il “nostro sindaco” e, come abbiamo anche sentito, le “nostre banche”) . Il gruppo che si riconosce in Fini esprime al contrario una politica istituzionale nazionale, un approccio tradizionale alla forma Stato che è per questo più facilmente comprensibile da parte di chi mastica politica secondo le regole di uno Stato moderno di diritto. Per esempio, l’idea che se si vuole approdare a una repubblica presidenziale occorra cambiare la legge elettorale è quanto di più ragionevole e sensato ci possa essere per chi si occupa di politica istituzionale: nulla di trascendente, eppure così impossibile da accettare e comprendere da parte di Berlusconi! E qui veniamo alla terza componente della destra italiana, che in effetti “componente” non lo è proprio, perché Berlusconi è non soltanto l’ideatore del Pdl ma ne è proprietario a tutti gli effetti e per questa ragione non può oggettivamente comprendere le ragioni istituzionali. Mentre può forse meglio comprendere quelle “organiche” territoriali della Lega perché, in fondo, sono mosse da una logica monopolistica che ha comunque a che fare con un linguaggio “proprietario” (del suolo). Quale che sia l’esito di questo movimento tellurico è evidente che almeno una cosa dovrebbe essere diventata chiara a chi si è illuso di godere “da pari” dei privilegi promessi da un’alleanza con Berlusconi: che gli alleati sono tali solo se e perché hanno una indipendenza e sono partner. Ma non si può essere partner in un partito che è proprietà di qualcuno; anzi, in questo caso ogni tentativo di ridiscutere le forme dell’accordo è visto e trattato come un insolente attacco al leader. Berlusconi ha un’etica monolitica, e conosce un linguaggio e uno solo: quello del comando padronale. È così connaturato in lui questo stile che egli non sa nemmeno distinguere fra Istituzioni dello Stato e dipartimenti economici del suo impero: se Fini dissente, minaccia di licenziarlo. È difficile pensare quindi a come si possa soltanto pensare in termini di trattativa, mediazione, accordo - anche in questo Fini dà il segno di parlare una lingua che il presidente del Consiglio non conosce: quella della politica come funzione che chi svolge non possiede. La cultura ‘politicà del leader del Pdl è per tanto di destra in senso molto improprio perché è semplicemente patrimonialista. Si leverà qualche voce meno stentorea a dire forte che lo Stato non è a sua disposizione perché non è roba sua? La Repubblica 19.04.10 Il resto si commenta da solo...:))
(Rispondi)
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 24/04/10 alle 12:32 via WEB
Non sto nella testa di Fini (né vorrei esserci). Gli spazi che finora ha condiviso con la Lega non sono stati per nulla coerenti all'imprinting ideologico della svolta di Fiuggi.
La sua presa di coscienza, se di una presa di coscienza si tratta, dovrà per forza consistere in una netta frattura con l'attuale fisiologia del PDL.
Dopo di che ne vedremo delle belle.
Bene farà dal canto suo la Sinistra a darsi una regolata, poiché questa volta, tornando al governo (lasciatemelo sperare), non dovrà più commettere certi errori che definire grossolani è dire poco.
(Rispondi)
 
lupopezzato
lupopezzato il 24/04/10 alle 12:56 via WEB
Mah, non capisco cosa si voglia da Fini che con il suo discorso, riferitamene a giustizia, immigrazione ed unità d’italia, ha dimostrato che in questo paese, in realtà, una sinistra c’è ancora peccato che quella che si vanta di esserlo sta più a destra di lui.
Quello che mi colpisce è che nessuno abbia compreso il vero senso del suo intervento. Fini denuncia soltanto il preoccupante consenso che sta ottenendo la Lega prima solo al nord ma ora anche più giù. Fini denuncia che nel PDL, concentrati come sono solo sulla giustizia, non si sono accorti, com’è invece vero, che questo Governo è tenuto per le palle proprio dalla Lega su tutto il resto. Non a caso, poche ore dopo l’intervento di Fini, la Lega ha messo in discussione il Governo ovvero ha aumentato il prezzo della propria alleanza ed ha chiesto anche la sua testa ovvero la Lega ha confermato che le preoccupazioni di Fini sono concrete e reali, punto.
Certo ora bisognerà vedere,in sede di voto,quanto sarà coerente Fini con le cose che ha detto. Io credo che a differenza di quanto fecero quelli del governo Prodi (Vicenza, Afghanistan, DICO, TAV) voti in coerenza con le cose che ha detto.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 24/04/10 alle 21:49 via WEB
sei un altro dei sedotti da Fini...io francamente me ne infischio proprio delle sue esternazioni ; se ne doveva accorgere molto molto tempo fa .Vedremo . non mi interessa fini.Tanta è la gente che denuncia da sempre Non darei giudizi sul governo Prodi ,francamente non ha avuto nemmeno il tempo di respirare ;l'intelligenza di molti che teoricamente dovevano farlo crescere e consolidare ha lasciato molto a desiderare ,mi pare. .
(Rispondi)
 
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