antonia nella notte

Faccio un distinguo tra il voler ottenere qualcosa e il rivendicare. Il secondo può andare contro al primo. Se le condizioni ambientali sono quelle che sono, e sono più forti di te, puoi scegliere se anche morire per una causa, o adattarti per ottenere qualcosa di più piccolo. L'unica cosa certa è che non otterrai ciò che indubbiamente non ti sarà concesso. Cioè tu puoi appellarti a tutto quello che vuoi, ma se la tua posizione è troppo debole non ottieni. Se la tua posizione è rafforzabile proprio con la rivendicazione, allora fai bene a rivendicare, ma se non ottieni vuol dire che non era sufficientemente rafforzabile. Ci sono dei confini doganali dove bisogna pagare la tangentina alle guardie di frontiera, per evitare che ribaltino i bagagli degli occupanti di una corriera. Uno può anche rifiutarsi per principio a pagare la tangentina, ma dovrà accettarne le conseguenze. È illecito, è ingiusto, ma è così e loro hanno il coltello dalla parte del manico, e non ci sarà nulla che l'autista della corriera possa fare per ristabilire il diritto, almeno in quel momento e in quel caso. Poi, caso mai, se le cose cambiano a livello governativo in quel paese, potrà attivarsi nei confronti di quel governo, come avranno fatto altri in precedenza con evidente insuccesso. Dunque per me non è un problema la rivendicazione o meno, o la presunta libertà espressiva, ma la libertà di fatto e l'ottenimento di qualcosa. Una città assediata per anni non cede, e poi di botto viene fottuta con un cavallo di legno che era stato ritenuto il segno della resa dell'assediante. Si può sempre tentare la via del cavallo di legno.