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« PoesiaMessaggio #797 »

Parliamone.

Post n°796 pubblicato il 21 Marzo 2007 da ossimora
 

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L'uso militare dell'uranio impoverito ha indirettamente causato la morte di 46 militari e civili che hanno operato in Kossovo e gravi patologie ad oltre 500 persone.

 Domani, alle 12, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Madama, la senatrice del Partito della rifondazione comunista, Lidia Menapace, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, illustrerà le linee guida che la Commissione, avviandosi   ha deciso di adottare all'unanimità.
«Un canale di dialogo e ascolto sarà tenuto costantemente aperto con le associazioni che rappresentano le vittime e i loro familiari.

 L'esistenza di patologie anomale tra i militari dei contingenti impiegati nelle missioni all'estero, nei pressi dei poligoni di tiro e dei siti di stoccaggio delle munizioni, è stata riscontrata con certezza - ha anticipato Menapace -.

Osservatorio militare

Peacelink

Nanodiagnostic

 Le patologie non sono direttamente riconducibili all'utilizzo diretto di proiettili all'uranio impoverito, ma piuttosto, ai possibili effetti delle nanoparticelle di minerali pesanti che in seguito alle esplosioni si disperdono nell'ambiente».Così mentre si esporta la democrazia...

 
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elioliquido
elioliquido il 22/03/07 alle 00:08 via WEB
Al di là del fatto che si tratti di armi da guerra. C'era un altro modo anche di fare la guerra fino all'inizio della prima mondiale. Oggi uranio impoverito, bombe a grappolo, smaltimento di scorie radioattive di centrali elettriche nucleari nei fondali marini, armi chimiche, Icmesa, inquinamento atmosferico insostenibile (quantomeno quello delle città lo riconoscono anche gli americani, che creano delle leggi ad hoc), rigassificatori, bombe atomiche pronte all'uso ognidove... Il nostro modo di vivere si porta dietro uno strascico di (più o meno potenziali) disastrosità. E tra di noi stessi si trovano coloro che vedono queste cose, ma anche quelli che le negano, le sminuiscono. Questa è una cosa che fa impressione. Come se ciò il problema complessivo che ci stiamo creando stesse diventando talmente fuori dalla nostra possibilità di risolverlo, che per alcuni diventasse meglio negarne l'esistenza, ed anzi tuffarcisi dentro a capofitto. Ce la faremo? Io penso di sì, ma solo perché voglio pensarlo, e non perché lo si possa oggettivamente. Ciao Anto, buonanotte
 
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