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Una mail a Volontè

Post n°723 pubblicato il 22 Dicembre 2006 da ossimora
 
Tag: ombre

immagineIeri mattina ,quando Radio Radicale ,ha dato la notizia della morte di Piergiorgio Welby,mi sono commossa parecchio ,ho pensato al suo volto,alla fissità del suo corpo icona di impotenza,ho pensato alla sua compagna ,al dolore ,alla rabbia ed anche alla forza di condurre una battaglia pesantissima ,in un paese come il nostro,falsamente moralista ,per niente morale, dove  si spera prima o poi di avere leggi ,se non totalmente esaustive di ogni singolo problema legato anche all'etica ,almeno più chiare .

Coscioni ,Welby,quante storie tragiche dovranno mettersi in ballo per ottenere ascolto?

Probabilmente l’anestesista che ha staccato la spina e sedato W.,non avrà serie conseguenze penali,nonostante i vari Luca Volontè che gridano e insultano .

(E 'bene ricordare anche questo del piccolo sacrestano Volontè *)

Rodotà in un suo articolo sulla questione afferma che c’è già una legge che ci tutela in casi come questi ed è quella del rifiuto delle cure  da fare della persona stessa.

Se vado in ospedale e mi debbono fare una puntura ,per qualsiasi motivo io la voglia rifiutare sono nella condizione di poterlo fare e nessuno può impormi altro,quindi essendo che Welby non sarebbe sopravvissuto senza le terapie ,non ha che esercitato un diritto sacrosanto .

Inutile gridare “E’ stata eutanasia",non lo è stato ,pur non essendoci defininizioni chiare su quello che poi è davvero l'eutanasia .
Ho sentito la Bindi affermare che dovremmo tutti fare un passo indietro (e te pareva ...)e ridiscutere riguardo a  quello che vogliamo dalla medicina ,ha affermato che dovremmo pretendere che la medicina lavorasse per la vita e mai per la morte ;ovvio ,come darle torto,credo che con questa affermazione abbia sfondato una porta aperta...ma e qui è il punto topico :"quando si può definire vita la vita?e ancora la  nostra vita  ci  appartiene?

***Scrivi all'onorevole
Sappia, Onorevole Volonté, che d’ora innanzi  e per cinque minuti al giorno, Lei, sarà oggetto del mio più vivo, feroce e laico disprezzo.
Dal Blog di "Arrabbiato"
Direi che sia cosa buona riempirgli la casella di posta ...
 
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meltea
meltea il 23/12/06 alle 18:50 via WEB
"credere alla vita". che stronzata, perdonate il termine ma debbo dire la mia, è uno slogan del cavolo con cui ci si lava la bocca. Si può credere nella vita attaccati ad un respiratore impossibilitati a fare qualsiasi cosa? Una decina di anni fa Welby sarebbe morto subito, i ventilatori non c'erano! Dio lo avrebbe chiamato a sé. O non lo ha firmato Ratzinger stesso il documento in cui la Chiesa permette a chiunque di interrompere la propria terapia se la si ritiene inadempiente o inefficace? O non esiste il libero arbitrio? Si pontifica tanto, la vita, la vita ...la vita di un uomo non è quella di un vegetale, quando un uomo diventa un vegetale già smette di viviere. Chi parla di credere nella vita ha la fortuna (beati loro) di non aver mai vissuto cose del genere sulla pelle, da parenti, conoscenti, amici di persone in quello stato. Tra cui c'è anche gente, tra gli stessi malati, che la scelta di Welby non la compie e non la vuol compiere sia chiaro. Smettiamola di parlare a slogan. La Chiesa nega a Welby il funerale religioso e Renatino al secolo Enrico De Pedis, boss della magliana, è sepolto nell cripta di una chiesa. Hanno via libera perché giocano da secoli sulla nostra ignoranza. apriamo gli occhi, una volta per tutte!
 
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