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campagna d'Autunno

Post n°1544 pubblicato il 28 Agosto 2009 da ossimora
 

 

Quindi  il presidente del Consilvio ha denunciato  Repubblica

per le dieci domande che gli rivolge da mesi ;

certo avrebbe fatto meglio a rispondere con semplicità

se le  stesse sono campate in aria come lui sostiene ,

che ci vuole?

ma il piano è più subdolo ed ampio  ;

 Già da tempo si vede che l’attacco alla stampa non asservita di sua proprietà  si sta facendo più stringente e sostenuto dai soliti servitorelli avvocati  parte a tutto tondo l’attacco d’autunno al già residuale pezzettino di libertà d’informazione in un paese declassato a paese parzialmente libero .

 E’ iniziata la campagna d’Autunno ;

 assieme alle denunce a Repubblica si sta muovendo a passo di caterpillar la distruzione della televisione pubblica ;mirino puntato sulla terza rete , rea di poco servilismo  e su una manciata di programmi che se tutto va come nei programmi del boss …pian piano vedremo sparire.

Me li appunto così per pro memoria :

 Report (Gabbanelli)

Che tempo che fa (Fabio Fazio)

Parla con me (Dandini)

Blob (Ghezzi)

Glob (Bertolino) ed anche Ballarò.

Anche L’era glaciale, il salotto di Daria Bignardi non piace al papi.

L'assalto finale

L'assalto finale al fortino di Rai3 di C.Maltese

 
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ossimora
ossimora il 29/08/09 alle 09:21 via WEB
Abbiate pazienza. Siamo di nuovo qui a parlarvi di censura: sì è vero lo facciamo quasi ogni giorno, sì c'è il rischio che la cosiddetta opinione pubblica si stanchi e si abitui e infine non reagisca. Del resto reagisce già pochissimo. Sì forse bisognerebbe stupire con effetti speciali e provare a dire quel che sta succedendo in questo paese in altro modo, da un elicottero o facendo spogliarello in tv, chissà, magari, può darsi. Tuttavia c'è una ostinata parte di italiani, noi fra questi, che prediligono la parola. Dunque ecco. L'occasione di oggi è la censura, potremmo dire autocensura, con cui la Rai ha vietato la diffusione del promo di un documentario Fandango il 3 settembre a Venezia e di seguito al cinema: Videocracy. Racconta la nascita e lo sviluppo della videocrazia in Italia. Alberto Crespi, che lo ha visto, riferisce: non c'è niente che già non si sappia. L'unico passaggio «per così dire interessante è un'intervista a Lele Mora nella quale il noto agente di personaggi tv, dopo aver paragonato Berlusconi a Mussolini a tutto vantaggio di quest'ultimo, si dichiara mussoliniano e mostra alla telecamera il display del suo telefonino sul quale, al suono di Faccetta nera, appaiono svastiche, croci celtiche e altri orrori del ‘900». Del resto la Lega su Facebook invita a torturare gli immigrati. Aidan White, segretario della Ifj, International federation of journalist, la più grande del mondo commenta la censura Rai dicendo che «quando si raggiunge il punto in cui i responsabili dei media devono scegliere tra i valori etici e il posto di lavoro allora la corruzione prevale e la democrazia è minacciata». Daniele Luttazzi scrive: «Una società resa adulta da un'educazione alla libertà giudicherebbe intollerabile, ovvero riprovevole, la censura». Di passaggio ricordiamo che non si è ancora conclusa la litania delle nomine Rai in specie per la terza rete, molte settimane fa avevamo invocato la decenza di non rinviarle a dopo il congresso Pd di ottobre. Ma Videocracy, dicevamo, è l'occasione del giorno. Molto altro sta accadendo. Il presidente del Consiglio, moderno caudillo, sta preparando la scalata al gruppo che pubblica El Paìs attraverso Telecinco, la società spagnola controllata da Mediaset. Vi raccontiamo nel dettaglio come si sia arrivati alla concreta possibilità che in autunno Berlusconi entri nella proprietà del gruppo Prisa: in palio la possibilità di controllare una delle più autorevoli voci libere d'Europa. Tutto questo accade in relativo silenzio, mentre l'attenzione dei media si concentra sulle reazioni interne al centrodestra alle parole isolate di Fini, cuneo nell'accordo in corso fra il governo e il Vaticano (lo scambio: niente testamento biologico ed altre prebende al clero in cambio dell'indulgenza sulla condotta del premier, i parroci siano avvertiti) di cui riferisce il Congiurato e su cui Francesca Fornario si diverte in satira. Ieri il New York Times in un lungo editoriale ha ripreso l'iniziativa dell'Unità sul "silenzio delle donne", il dibattito che da settimane svolgono Nadia Urbinati, Dacia Maraini, Lidia Ravera e decine di altri. Oggi parla Joanna Bourke, storica inglese. Sostiene che il comportamento di Berlusconi «danneggia l'onore degli uomini». Il ragionamento, leggetelo, non fa una piega.
 
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