Creato da Cherrysl il 26/01/2014

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Messaggi di Settembre 2015

Un Amore Così Grande

Post n°298 pubblicato il 30 Settembre 2015 da Cherrysl
 

E ancora a proposito di Amore.... Un Amore così Grande

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Canzoni a confronto: The Way We Were

Post n°297 pubblicato il 30 Settembre 2015 da Cherrysl
 

 

A proposito di grandi Storie d' Amore, ma cinematografiche questa volta...

 

 

 

 

 
 
 

A proposito di Dante: Galeotto fu...

Post n°296 pubblicato il 26 Settembre 2015 da Cherrysl
 

 

Galeotto fu...

Questa  frase ha origine da: "Galeotto fu il libro"...contenuta nel quinto canto dell'Inferno, nella Divina commedia di Dante, dove si narra della storia d'amore tra Paolo e Francesca vista nel precedente post, i quali  si scambiarono un tenero bacio proprio leggendo un libro che narrava della storia di Lancillotto e Ginevra. Non tutti sanno che nella vicenda di Lancillotto e Ginevra, un personaggio, Galehaut, favorì il loro amore consigliando a Lancillotto di rivelare il suo sentimento  a Ginevra, già sposa di Re Artù e questa rivelazione fu per loro fatale.  Nell'episodio raccontato da Francesca il leggere di questi due amanti porta lei e Paolo alla consapevolezza del loro sentimento e a  vivere poi  la loro passione nella realtà. Quindi Dante   fa dire a Francesca :

"Quando leggemmo il disiato riso 

esser basciato da cotanto amante, 

questi, che mai da me non fia diviso, 
la bocca mi basciò tutto tremante. 
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: 

quel giorno più non vi leggemmo avante".  

 Galeotto fu..." , coniando un  modo di dire che ancora oggi è in uso. Ricordarsi di scrivere con la G maiuscola


Un altro modo di dire attribuito a Dante:

Senza infamia e senza lode
. L’originale, per la precisione, vuole “senza infamia e senza lodo”, che rima con “odo” e “modo” (Inferno, III, 36). L’espressione, oggi, ha un valore neutro. Per Dante, invece, era una cosa gravissima. Descriveva in questo modo gli ignavi, ossia coloro che avevano vissuto la propria vita senza commettere gravi peccati, ma anche senza schierarsi dalla parte della fede. Li disprezza, tanto che non vuole nemmeno prenderli in considerazione, e a Virgilio fa dire...

...Non ragioniam di loro, ma guarda e passa
Altra espressione ancora in uso....

 
 
 

Dante e la figura femminile nella Divina Commedia

Post n°295 pubblicato il 21 Settembre 2015 da Cherrysl
 

 

 

Quest'anno cade il 750°  anniversario della nascita del poeta Dante Alighieri padre della Divina Commedia considerata uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, intrisa di una spiritualità cristiana nuova. Si sa, è un  viaggio allegorico che il poeta, vivo tra i morti, compie nei tre regni dell'aldilà, nei quali si proiettano il bene e il male del mondo terreno alla ricerca della salvezza della propria anima tra ragione e fede. Il poema inizia da una situazione piena di dolore e paura e finisce con la pace  della visione di Dio. E nonostante la lunghezza e complessità dell'opera, Dante ci dice fin dalle prime terzine, nell'introduzione, quelle più conosciute e famose, che sebbene l'inizio sia inquietante, la fine del viaggio e dunque dell'opera avrà invece una fine lieta. (..."Del ben ch'i' vi trovai)

 

«Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura
chè la diritta via era smarrita
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinova la paura!

Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar d
el ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

Affronta il viaggio con la paura che la sua stessa anima sia  già compromessa sino a che Virgilio la sua guida spirituale, gli confesserà che ben tre figure femminili fin dall'inizio del viaggio occorsero in suo  aiuto proteggendolo per tutto il percorso. Tre donne benedette”, Beatrice, S. Lucia ( Santa alla quale Dante era devoto) e la Vergine Maria. Dunque  il cammino di Dante procede, a sua insaputa, sotto  la protezione delle tre figure femminili. Non ci sono molte  figure femminili di rilievo che Dante incontra. Tra queste spicca Francesca da Rimini...La troviamo nel canto dell'Inferno nel primo girone, quello dei lussuriosi...Francesca da Rimini è il primo dannato con cui Dante scambia un dialogo.  Il poeta stesso soffre davanti alla sofferenza della ragazza perchè si sente egli stesso peccatore, in quanto capisce che la passione amorosa se lasciata all'istinto  porta l'anima a perdersi...così come accadde a Francesca già sposa di un Malatesta, che nutrì passione per Paolo, il fratello dello sposo. La sua famosa frase:

"Amore, ch'a null amato amar perdona, 

mi prese del costui piacere sì forte, 

che, come vedi, ancor non m'abbandona"

Che significa : "L' Amore non permette a nessuno, che lo nutra, di sottrarsi all’oggetto d’amore che si dimostra a sua volta innamorato..  Francesca dà la colpa all'Amore intendendo però la passione che offusca ogni ragione,e Dante si sente male al pensiero che lui stesso coltivò e scrisse dell' amore- passione e che nutrì un sentimento acceso per Beatrice, maritata ad un altro... e si rende conto a cosa possa portare un sentimento nobile come l’amore quando non  illuminato dall'intelletto: alla perdizione dell'anima. Dante  comprende come le diverse scelte nella vita possono cambiare la condizione dell’anima nell’aldilà, e lo aiutano a crescere interiormente lungo il suo cammino per essere pronto ad accogliere le parole della donna per eccellenza: l’amata Beatrice,  spiritualizzata dalla Fede, che si pone come modello di vita religiosa e di splendore mistico

 

 

 
 
 

Cat Stevens - If You Want to Sing Out

Post n°294 pubblicato il 19 Settembre 2015 da Cherrysl
 

 

Una bellissima canzone sulla Libertà

 

Se vuoi cantare ad alta voce, canta ad alta voce.

Beh, se vuoi cantare ad alta voce, canta ad alta voce

e se vuoi essere libero, sii libero

perchè ci sono un milione di cose che puoi essere

sai che ci sono

e se vuoi vivere in alto, vivi in alto

e se vuoi vivere in basso, vivi in basso

perchè ci sono un milione di strade da prendere

sai che ci sono

tu puoi fare quel che vuoi

hai varie opportunità

e se riesci a trovare una nuova strada

puoi intraprenderla oggi stesso

puoi far avverare tutto

e puoi anche non far nulla

vedrai… è facile…

hai solo bisogno di saperlo

beh se vuoi dire si, dì si

e se vuoi dire no, dì no

perchè ci sono un milione di strada da prendere

sai che ci sono

e se vuoi essere me, sii me

e se vuoi essere te stesso, sii te stesso

perchè ci sono un milione di cose da fare

sai che ci sono

tu puoi fare quel che vuoi

hai varie opportunità

e se riesci a trovare una nuova strada

puoi intraprenderla oggi stesso

puoi far avverare tutto

e puoi anche non far nulla

vedrai… è facile…

hai solo bisogno di saperlo

Beh, se vuoi cantare ad alta voce, canta ad alta voce

e se vuoi essere libero, sii libero

perchè ci sono un milione di cose che puoi essere

sai che ci sono

 

Tutti abbiamo la libertà di essere e di fare ciò che vogliamo, la vita ci offre mille opportunità, abbiamo solo bisogno di sapere che davanti a noi ci sono milioni di scelte possibili. E tu lo sai?

 
 
 

Aforisma sulla Libertà

Post n°293 pubblicato il 16 Settembre 2015 da Cherrysl
 





    L'Uomo davvero libero è colui che sa rifiutare un invito a cena senza fornire pretesti. ( Jules Renard)
             Ho sempre pensato che si debba essere  genuinamente disponibili nei confronti degli altri ( e non per un tornaconto) prendendosi però dei salutari spazi di solitudine...Evitare meccanismi non sempre autentici: io invito te e mi aspetto che tu poi ricambi la cortesia...Si può applicare naturalmente a tanti altri contesti. Non sempre è facile non fornire scuse, perchè non ci sentiamo liberi di non fare qualcosa solo perchè non ci va,  senza per questo apparire strani, poco gentili  o egoisti...Io ci provo... a dire spesso sì, per potermi permettere il lusso di dire qualche volta no... E' molto più bello accettare di fare qualcosa per gli altri spinti da un reale desiderio che parta dal cuore...

 
 
 

L'Erba cattiva...

Post n°292 pubblicato il 12 Settembre 2015 da Cherrysl
 

Pur nella consapevolezza che i progetti di Dio per l'essere umano siano imperscrutabili,  oggi vorrei sottolineare il detto " L'erba cattiva non muore mai" che comunemente usiamo sia in tono serio che in tono ironico. In linea di massima mi convince la risposta che Dio lascia a lungo in vita le persone perchè abbiano tutto il tempo di pensare alle proprie azioni e rimediare l'eventuale male commesso con il pentimento e che fino all'ultimo, sentano il desiderio di avvicinarsi alla fede...

 

 A questo proposito voglio proporvi un  bel brano:  Change, di Tracy Chapman, con  un testo che considero tra i più intensi   mi sia mai capitato di leggere...

 

 

Se tu sapessi di morire oggi 
e vedessi il volto di Dio e dell'amore 
cambieresti? cambieresti? 

Se sapessi che l'amore può spezzarti il cuore fino a 
farti arrivare così in basso che non puoi cadere 
cambieresti? cambieresti? 

quanto male o bene hai bisogno di ottenere? 
quante perdite? quanti rimpianti? 
quale reazione a catena causerebbe l'effetto di 
farti guardare in giro 
farti provare a spiegare 
farti perdonare e dimenticare 
farti cambiare, farti cambiare 

se sapessi di rimanere da solo 
conoscendo il giusto, ed essendo nel torto 
cambieresti? cambieresti? 

se sapessi di poter trovare quella verità che 
porta un dolore impossibile da lenire 
cambieresti? cambieresti? 

quanto male o bene hai bisogno di ottenere? 
quante perdite? quanti rimpianti? 
quale reazione a catena causerebbe l'effetto di 
farti guardare in giro 
farti provare a spiegare 
farti perdonare e dimenticare 
farti cambiare, farti cambiare 

credi di aver sempre ragione su tutto 
non ti si può piegare 
se arriva a scoppiare 
sei così sicuro che non ti ritroverai a strisciare? 
se non per il bene, perchè rischiare di cadere? 
perchè rischiare di cadere? 

se tutto quello che pensi di conoscere 
rendesse la tua vita insopportabile 
cambieresti? cambieresti? 

se tu avessi infranto ogni regola e voto 
e i tempi più duri ti buttassero a terra 
cambieresti? cambieresti? 

Se tu sapessi di morire oggi 
e vedessi il volto di Dio e dell'amore 
cambieresti? cambieresti? 

se tu vedessi il volto di Dio e dell'amore 
se tu vedessi il volto di Dio e dell'amore 
cambieresti? cambieresti? 

 
 
 

Visione simbolica

Post n°291 pubblicato il 09 Settembre 2015 da Cherrysl
 

 

 

 

E lo stesso Luis de Leòn fu un significativo rappresentante della Visione simbolica cioè di quella  visione del mondo elaborata nella cultura medievale. Le letture di Platone e S. Agostino influenzarono la sua concezione religiosa e lo  portarono alla contemplazione mistica

È necessario che l’occhio destinato a vedere cose simili diventi prima di tutto parente e simile alla cosa che vuol vedere, perché un occhio non può vedere il sole se non è diventato solare, cioè, se non ha acquistato la natura del sole, e nessun animo, se non è diventato bello, può intuire la bellezza. È, dunque, necessario che diventi divino e deiforme e bello chiunque voglia vedere Dio e la Bellezza Suprema (Enneade I˚ 6, 8).

 In un  tale pensiero le cose del mondo fisico non devono essere considerate fine  a se  stesse come cose, sulle quali l’uomo possa fermarsi e che possano appagare la sua ricerca, ma simboli, che rinviano ad altro e fanno intravedere,  il mistero del divino. Simbolo» è termine greco (symbolon, da sym-ballo, «mettere insieme» cioè crea un'unita tra chi osserva e la cosa osservata e non separa l' azione di chi guarda da ciò che viene guardato, come può essere una visione più realistica ma anche più vuota...

Una visione simbolica, come un innamorato che non si stanca mai di guardare il volto dell' amato perchè in questo non vede solo dei lineamenti e tratti , ma va oltre , osserva con le emozioni che il volto muove in lui. Così come la contemplazione del mare o della Natura... Molti poeti sanno bene usare la visione simbolica quando descrivono pensieri sensazioni ed esperienze

 
 
 

Curiosità storica sui Modi di dire: Dicebamus hesterna die...

Post n°290 pubblicato il 03 Settembre 2015 da Cherrysl
 

Risultati immagini per dicebamus hesterne die foto

 

La locuzione latina dicebamus hesterna die - " Dicevamo ieri ".(alla lettera dicevamo il giorno precedente) è una frase ad effetto usata da chi, una volta riammesso a esprimere le proprie opinioni, dopo aver ricevuto un'ingiusta persecuzione, fa intendere di riprendere farlo dal punto in cui era stato interrotto.

L'origine di questa frase si deve a Frate Luis de Leòn, nato  nel 1527 in Spagna. Era figlio del consigliere  Lope de León e di Inés Varela, di famiglia ebraica convertita al cristianesimo. Studiò all'Università di Salamanca dove poi rimase ad insegnare. Entrò nell'ordine degli Agostiniani

Il suo insegnamento universitario fu interrotto da pesanti accuse di eresia. Solo dopo 4 anni di carcere fu riammesso all'insegnamento e una tradizione spagnola vuole che abbia iniziato la nuova lezione dicendo Dicebamus hesterna die... La frase è divenuta proverbiale nella cultura europea con una larga eco, anche popolare, in Italia quando Enzo Tortora riprese il suo ruolo di presentatore televisivo, dopo la chiusura della sua vicenda giudiziaria, con l'espressione Dunque, dove eravamo rimasti?, con un chiaro riferimento all'espressione attribuita a Luis de León.

 

 
 
 

Buon Compleanno...da un'amica

Post n°289 pubblicato il 01 Settembre 2015 da Cherrysl

Questo video me lo dedica Serenella Occhi di Gatta. L'ha mandato stamattina con Whatsapp e mi ha fatto commuovere.  Mi scrive: " Guarda le mie mani. Sono vuote...guarda il mio cuore...è colmo di un affetto immenso per te Serenella...L'Universo non saprebbe descrivere il bene che ci unisce. Può solo benedire due anime". 

 
 
 

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