Creato da: lontano.lontano il 22/01/2008
la poesia, la musica ed il loro contrario.

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Tutto finisce.

Post n°346 pubblicato il 07 Marzo 2018 da lontano.lontano
 

C'è una regola giornalistica, che invita l'articolista, a rispondere a delle teoriche domande standard, nella stesura del proprio articolo, al fine di dare al lettore, delle risposte immediate che facilitino la comprensione dello stesso.
Scrivere, pertanto, di un fatto, iniziando dal: “Chi, cosa, quando, dove, perché.
Tale regola, si può trasferire, per estensione, e diventare complementare alla certezza che tutto, assieme ad un inizio, abbia anche una fine, delegando i dettagli della spiegazione, alle risposte a quelle cinque domande.
Nulla è eterno, perché nulla è privo del proprio contrario, motivo per il quale, se qualcosa comincia, deve, per forza, un giorno finire.
Poeticamente siamo portati ad illuderci che le cose belle siano eterne, ma la poesia è tale proprio perché, spesso, modifica la realtà e la dipinge con i colori dell'irrazionale e della fantasia.
Un grande amore finirà, così come finirà un'amicizia od un legame, che riteniamo indissolubile, tanto da pensare di farlo vivere oltre la nostra stessa vita ma, anche questa visione poetica ha fine quando il poeta smette di sognare.
Comprendo benissimo che sia malinconico pensarlo e difficile da essere accettato ma, non possiamo negare un'evidenza che è evidente a tutti coloro i quali, non riescono a sognare così forte da modificare la realtà.
Finirà, o è già finito, qualcosa di bello anche per me.
Forse, dovrei tornare inutilmente nel passato per capire o, forse, solo aspettare che il futuro diventi quel presente che determini quel “quando, quel come e quel perchè”.

 
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