antonia nella notte

io invece ci tengo ai ricordi, anche se so che mi faranno ricordare persone che non ci sono più

Io non li ho mai amati molto ed adesso ancora di meno...

certi ricordi, sono esattamente come tu descrivi. Mi fai riflettere. Molti ricordi, andrebbero rielaborati, accantonati, ma fanno parte comunque di noi. Sono d'accordo con te. A volte, sarebbe proprio bello potersene allontanare con distacco, forse viene poi il tempo anche di quello. Mi piace l'inizio, del post, moltissimo. Mi fai pensare ad un sogno il più grande che forse ho.. di recidere, di riuscire a lasciarmi alle spalle tutto. Ma recidere, non è mai una buona cosa. Se si recide, poi, torna peggio di prima... allora, bisogna solo saper aspettare, avere la giusta pazienza. E leggo fra le tue righe (anche ricollengadomi al post-it precedente), che ci sono ricordi buoni e ricordi meno buoni. E' semplice. Se non "riappari", ti auguro un anno meraviglioso pieno di cose positive, ed essenziali:-))) lo auguro anche a me. Un bacio. Roby

Ciao Roby , a dire il vero non è che pensassi solamente ai ricordi negativi...anzi ,il luogo d' infanzia che ha suscitato questi pensieri e' un luogo dove sono stata parecchio felice ; credo che la cosa davvero disturbante sia ...lo stesso scorrere del tempo , aveva ragione il buon Leopardi...

O ps...baci ed auguri Roby

ooops, non ricordo affatto cosa dicesse il buon Leopardi!, che non ho mai amato troppo, che dici è il caso di dare una ripassatina? Ho qui in casa un suo libro di poesie. Sorrido,e rifletto sulla tua risposta. Non la devi vedere come una cosa disturbante.. forse sei pronta per qualcosa di nuovo! siamo sempre anche delle sorprese per noi stessi. E' una sorta di rinascita, in un certo senso. Dal mio punto di vista, naturalmente. :-)

e anche io non parlavo di ricordi negativi... mi riferivo a quei ricordi che dovrebbero essere belli e magari anche allegri, ma che riportano alla mente persone care che non ci sono più, o anni di spensieratezza. Ciao ragassuole

probabilmente anche i ricordi hanno i loro tempi, a volte per me ricordare è quasi un esercizio di masochismo, e allora è meglio aspettare che passino su di me in modo insensibile. ciao.

Vero ,proprio in questo senso penso che più che un problema di ricordi sia un problema di ...tempo che scorre ...di perdite

“Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno già presto), sono esperienze. Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni d’infanzia che sono ancora inesplicati, ai genitori che eravamo costretti a mortificare quando ci porgevano una gioia e non la capivamo (era una gioia per altri) a malattie dell’infanzia che cominciavano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, al mare, a mari, a notti di viaggio che passavano alte rumoreggianti e volavano con tutte le stelle, e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d’amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso.” Rainer Maria Rilke

E' bellissimo!!!! GRAZIE ! :-)

Già ,il buon Rilke del resto alla mia età era già andato.Direi che la cosa , bella peraltro , che hai scritto per uno che viveva nel simbolismo e nel passato come lui assume un significato che certamente travarica tempo , spazio , luoghi e parole. Io ho scritto parecchie cose...ed adesso scrivo meno , non so.

Le cose, nel loro inevitabile cambiare, fanno capire che quel passato è morto. Lo stesso passato che nei ricordi, invece, continua ad esistere vivo, o comunque immutato.
Per questo, spesso, si vuole evitare di rivisitare certi luoghi. Sono una inevitabile constatazione del cambiamento

il passato sono io che camminavo nei giorni, sempre fedele a me stessa, e se guardo vecchie foto, o luoghi in cui sono stata in precedenza, sento un senso di completezza con l'oggi, se mi turbano lo fanno con tenera commozione. buon anno e bentornata:) Giò