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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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DNA e lucchetti

Post n°862 pubblicato il 06 Giugno 2007 da ossimora
 

Avevamo letto quant’era stata brava Antonella Duchini, il pm di Perugia che si è occupata del caso di Marsciano, a presenziare giorno e notte ai sopralluoghi, impegnandosi in prima linea senza risparmio, esplorando ogni possibile pista, e avevamo pensato: per forza, è una donna, si sentirà più coinvolta da questa orribile tragedia. Una donna incinta di otto mesi picchiata a morte, ammazzata in casa sua, coi due bimbi piccoli che dormono nella stanza accanto, non può non toccare chiunque. Ma se sei donna, vorrei pensare, ancora di più. La componente umana di identificazione ed empatia, in certi casi, può non essere secondaria.

Ma ecco ora una mossa a sorpresa: la richiesta dell’esame del Dna del feto che la povera Barbara Cicioni portava in grembo. Si vuole capire se quello della gelosia è un movente possibile. Una mossa, verrebbe da dire, molto maschile, molto in linea con i tanti processi per stupro d’antan, quando, invece di indagare sugli stupratori, si metteva sotto esame la condotta di vita delle vittime, la loro presunta «immoralità».

L’ha provocato, girava da sola di notte, era vestita da zoccola, era piena di uomini: pare incredibile ma erano questi gli argomenti delle difese, solo trent’anni fa (pure meno!), nelle aule giudiziarie. Aule piene di avvocati e magistrati uomini che a volte, anche solo con un’occhiata eloquente, si intendevano al volo. Colpevolizzando la vittima, si sgravavano i colpevoli, come se davvero potessero mai esistere circostanze attenuanti a crimini così odiosi e orrendi. Poi i costumi per fortuna - e anche grazie al lavoro di tante donne e uomini - sono cambiati e certe enormità non si sono più sentite.


Ecco: perché pare di risentirle, oggi, davanti a quest’esame? Davanti a questa strabiliante richiesta? La magistratura faccia il suo mestiere, per carità, ma non è questo il segnale che vorremmo per affrontare l’emergenza delle violenze sulle donne. Emergenza prima di tutto culturale, bisognosa di segnali forti e non di scivolosi appigli.
Cambierebbe qualcosa, forse, se da quell’esame dovesse uscire una paternità della bimba diversa da quella dell’assassino? Il delitto sarebbe meno grave? Un uomo che ha ucciso di botte la madre dei suoi figli e poi manipolato la scena del crimine per accusare i soliti fantomatici stranieri ladri, ne uscirebbe un po’ meno peggio? Avrebbe uno sconto di pena? Questioni tecniche, certo. Ma la sola idea ci sembra agghiacciante.

Di sicuro, purtroppo, appare molto credibile il ritratto delle condizioni in cui è maturato questo delitto. Condizioni molto tipiche: le violenze che si ripetono da anni, fisiche e psicologiche, contro la moglie, ma anche contro i figli. La frustrazione dell’uomo che si sente spodestato nella gestione della casa e del lavoro dalla moglie che invece fatica duro dall’alba fino a tardi. Il contesto ambientale con il clan contadino fortemente patriarcale e incombente. Le scappatelle nei night della zona, le botte e le accuse assurde alla moglie (tipico del sesso forte che si ritrova debole, e quindi mena), la crisi per il terzo figlio in arrivo. L’inadeguatezza per una famiglia sacra (e perciò violenta) che, letteralmente, ti si stringe addosso fino a soffocarti. Resta il problema, questo sì da discutere e indagare, del perché la violenza in famiglia sia così diffusa. Del perché queste coppie così serrate, ancora pensate e fondate sul possesso, accettino una routine fatta di botte e insulti che a volte sfociano in omicidio. L’esame non va fatto al feto, al suo dna, all’immaginario «altro padre». No. Facciamo l’esame a questi rapporti malati. Che non vanno bene per niente, che sono un pericolo sociale. Quella della gelosia è storia vecchia, inutile davanti ad amori che sono soltanto possesso e atti di proprietà.

La passione è un’altra cosa e i lucchetti dell’amore, tanto à la page, che prevedono una coppia chiusa in se stessa e perciò isolata e paranoica, non sono affatto un bel simbolo da vendere ai più giovani. Ma l’anticamera delle sberle. Facciamolo a tutto questo, l’esame del dna.
Silvia Ballestra - L'unità - 4/6

 
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Commenti al Post:
lenin1986
lenin1986 il 06/06/07 alle 12:15 via WEB
che brutta fine che stiamo facendo...
(Rispondi)
 
carlofedele
carlofedele il 06/06/07 alle 12:18 via WEB
un articolo perfetto e veritiero, purtroppo... che squallore
(Rispondi)
 
skrikkioli
skrikkioli il 06/06/07 alle 13:04 via WEB
Che brutto simbolo un lucchetto!
(Rispondi)
 
polystyrene
polystyrene il 06/06/07 alle 15:35 via WEB
che nervi che mi vengono,davanti a queste notizie. ma mi incazzo ancora di più per quelle donne che non si ribellano e accettano certi abusi. ce ne sono ancora molte, purtroppo.
(Rispondi)
 
nadine61
nadine61 il 06/06/07 alle 17:32 via WEB
Mi trovo pienamente d'accordo su tutto ciò che scrivi e mi sento di fare un'osservazione,anzi mi pongo una domanda:com'è possibile che una donna occidentale nel XX secolo, possa accettare tutto questo,in nome poi di cosa,della sacralità del matrimonio,del bene dei figli o per se stessa? per me,single incallita,che aborrisce le prigioni e come tale vede il matrimonio,pur rispettanto totalmente chi fà questa scelta,son tutte ipotesi che non riesco proprio a contemplare,mi paion tutte viziate da un difetto di sostanza.Come può ritenersi sacro ciò che è manifestamente violento e come si può fare il bene dei bimbi costringendoli ad assistere allo scempio? e come si può amare un uomo del genere.....
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 17:57 via WEB
Beh ,lei poveraccia probabilmente non lo amava,non accettava di certo percosse e violenze ma con due figli piccoli ed un lavoro totalmente sulle sue spalle non sarà riuscita ad affrancarsi
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/06/07 alle 17:45 via WEB
devo dire cheleggere questo articolo è davvero portatore di incazzatura
(Rispondi)
 
donnesudestbarese
donnesudestbarese il 06/06/07 alle 18:44 via WEB
Quando sembra di aver fatto un passo in avanti, scopri di trovarti indietro di due!! Resta il fatto: sono stati uccisi con ottusa ferocia una giovane donna e un feto di otto mesi (ma non si nasce anche a sette, sei, cinque mesi di gestazione? grazie alla scienza, ti tengono in vita e ti fanno diventare bimbo/a per vedere la luce del sole anche se "sei uscito" troppo in fretta). Tutte le analisi le lascio agli "specialisti" dei vari "portaaporta". Ma avete visto quant'è bella la zona in cui vivevano? E la loro casetta con il prato e le violette all'ingresso. Un po' come quelle belle figliole d soubrettine che quando aprono bocca ci sommergono di frasi piene di futilità e vuoto. Un abisso... di dna avariato.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 19:48 via WEB
sottoscrivo.
(Rispondi)
 
magdalene57
magdalene57 il 06/06/07 alle 21:38 via WEB
quando ho sentito la storia del dna del feto ci sono rimasta male. foss'anche vero che non è del marito, che importa? temo che sarà considerata un'attenuante, come nelle più becere commedie all'italiana. ma questa non è una commedia, è una tragedia. con un marito che finge disperazione e tristezza. una moglie uccisa che veniva maltrattata, percossa. ed una famiglia, quella della donna che forse non sapeva, o se sapeva stava lontano, e se stava lontano s'adagiava sull'sdagio: tra moglie e marito non mettere il dito. francamente sempre, ogni volta che accadono queste cose, salta fuori che c'erano non solo segnali,ma veri e propri motivi per denunciare uno dei due o entrambi. e allora mi chiedo, perchè non si fa niente? per paura d'intromettersi quando le persone sono ancora in vita? sono sconclusionata, ma spero si capisca quello che voglio dire. ciao antonia...
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 22:28 via WEB
Poi anche se non fosse considerat un'attenuante a livello di giudizio ,il punto resta l'approccio alla cosa;a che cos aserve il dna fetale??E' vergognoso
(Rispondi)
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 06/06/07 alle 22:30 via WEB
UN abbraccio - Mauro
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 22:32 via WEB
Anche a te !
(Rispondi)
 
elioliquido
elioliquido il 06/06/07 alle 22:45 via WEB
La strada è ancora lunga...
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 23:15 via WEB
già.
(Rispondi)
 
qis
qis il 06/06/07 alle 22:48 via WEB
Sinceramente il perchè, ammesso che ci sia, di questo esame non l'ho capito. La bimba è stata sepolta con la madre e questo mi sembra che metta la parola fine (e nessuna parola finale a una vita nemmeno sillabata) a questa storia assurda di disperazione. Che poi ci si chieda: ma la disperazione di quest'uomo, ammesso che sia stato lui, non l'aveva vista nessuno in tutti questi anni? ormai è purtroppo inutile. A parte l'orrore, se è possibile passare ad argomenti più frivoli...la Silvia Ballestra è una scrittrice non una giornalista. Ha scritto qualcosa di molto interessante ma forse troppo "generazionale" a metà anni 80. Adesso mi sembra sia un po' in crisi, ma forse è una crisi passeggera. Forse per una scrittrice vera, come credo che sia, sarebbe meglio tacere che improvvisarsi gazzettiera...ma mi sbaglio di sicuro, e poi la Silvia è in gamba, ne verrà fuori bene. ciao
(Rispondi)
 
ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 23:15 via WEB
Qualcuno doveva vedere la disperazione di quest uomo?Magari si sarà confidato solo con le ragazze dei nith club della zona che frequentava assiduamente prima di tornare a casa a menare la moglie...ha sbagliato confidentI?Mah.La storia è squallida e miserrima.Non conosco questa donna come scrittrice (l'ho comunque cercata e linkato un articolo su di lei)Neanche io sono entusiasta del giornalismo patrio ma "venirne fuori"mi sembra un 'espessione eccessiva;l'articolo è misurato e chiaro in ogni caso.
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magdalene57
magdalene57 il 06/06/07 alle 23:46 via WEB
il marito disperato???? oddiomio...adesso è lui quello da confortare. foss'anche un marito cornuto, non aveva il diritto di far fuori sua moglie e la bambina che aveva in grembo. poteva andarsene. o stava bene dov'era? io non la conosco la sua storia e non voglio giudicare il suo passato e quello della moglie.resta il fatto che lui è vivo e lei è morta. che lui è l'assassino e lei l'assassinata. e se c'è qualcuno da consolare sono i figli rimasti, ahimè, senza genitori. perchè di uno piangono la memoria. dell'altro non hanno che da vergognarsi.
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ossimora
ossimora il 06/06/07 alle 23:51 via WEB
Già..proprio di questo si parla.Il sistena di pensiero che muove da operazioni di questo tipo.Si sgravano i colpevoli.Il delitto d'onore .Bleath Buonanotte Margy
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lubely
lubely il 07/06/07 alle 00:08 via WEB
la famiglia...la famiglia prima di tutto. Lo dicono il papa, bagnasco e mastella, per cui deve essere vero. Il resto non conta
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ossimora
ossimora il 07/06/07 alle 00:10 via WEB
aaaaaaa FAMIGGHIA!!!minchia!!!
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unbroken
unbroken il 07/06/07 alle 00:26 via WEB
ciauuuu :)
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clodclod
clodclod il 07/06/07 alle 07:55 via WEB
scritto commento con quesiti antitetici e previsionifosche: sparito nell'etere. troppo lungo per riscriverlo a quest'ora del mattino. clod, sorry.
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unsweetened_charity
unsweetened_charity il 07/06/07 alle 13:33 via WEB
Anch'io mi sono molto irritata sentendo al telegiornale la notizia, così come mi sono molto irritata quando pochi giorni fa una ragazza giovanissima, commentando uno stupro compiuto ai danni di un'altra giovanissima sua conoscente, ha detto che alla ragazza (quella stuprata) le sarebbe servito da lezione perché andava in giro in modo "troppo stravagante"... avrei voluto scrivere un post anch'io su questo argomento ma da un po' di tempo sono davvero a corto di parole e di energia. Unsweet
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