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Post n°1026 pubblicato il 30 Ottobre 2007 da ossimora
TRANSUMANZE
Addio fogliame di pensieri serali, oscillo di mondi nel rotto scalino del buio, allora che smagriti dileguano fumi di relazione, cedono troni, perduti nelle lande grigie dei deserti scomunicati si distillano codici derelitti. Questa livida esitazione tra pace e guerra. Pietro Ingrao
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Commenti al Post:
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miro.oceani il 30/10/07 alle 11:17 via WEB
ma la nostra debolezza unita ad altre debolezze è davvero poca cosa? ..... solo se la nostra debolezza diventa esitazione non si raggiunge alcunchè. Volevo correre ma piove. ciao
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maschiosiculo1961 il 30/10/07 alle 19:22 via WEB
sono dei versi così intensi . . . . fanno sentire dentro quella terra di mezzo nella quale annaspiamo senza senso che vivere, almeno.
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ossimora il 31/10/07 alle 01:30 via WEB
sue messaggi e due libere interpretazioni ,Quello che amo della poesia.
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elioliquido il 30/10/07 alle 22:19 via WEB
Credo che la guerra sia una tendenza della natura, gestita in modi diversi e con diverse finalità, più o meno "nobili". Per esempio la guerra c'è nelle lotte tra i gatti per il territorio o per una femmina, e questa è natura in azione, dove c'è ben poco da discutere (a parte sopprimere tutti i gatti) (?!). In qualche modo, certe volte, è un istinto che spinge. Nell'uomo c'è il bisogno di far coincidere tutte le componenti, raziocinio, istinto, sentimento... A volte, ecco, per giustificare a se stessi una sorta di smania di lotta, si cercano valide motivazioni in argomenti che non esistono più. In fondo per i gatti si tratta, orientativamente, di questioni di vita o di morte. Di sopravvivenza. Se invece l'istinto si manifesta in momenti in cui la sopravvivenza non è minacciata, bisogna inventarsi questa minaccia, o recuperarne una dal passato, più o meno, per non sentirsi in obbligo di mettere la museruola a quell'istinto.
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ossimora il 30/10/07 alle 22:24 via WEB
livida esitazione fra pace e guerra ?Io credo però che l'essere umano,caro Franco,possa lavorare (debba?),per arrivare ad una gestione della conflittualità che non passi per l'annientamento dell'altro.La guerra così come la conosciamo ,la guerra moderna è sempre guerra di potere economico e a mi sembra abbia poco a che fare con la sopravvivenza o con l'istintualità felina.
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elioliquido il 30/10/07 alle 22:31 via WEB
È appunto per questo che cerca argomentazioni "superiori" che però sono artifiziose. Se a promuovere le guerre fossero solo i potentati economici, non se ne farebbe niente. Come ha fatto l'amministrazione di Bush a convincere il suo paese che ci voleva quella guerra santa in Afghanistan ed in Iraq (per non parlare delle altre di cui si parla poco o niente)? Ha tirato fuori spauracchi che minacciano la nazione. Che poi il "bello" è che certi stati arabi sono probabilmente davvero pericolosi. Ma ben poco per gli USA. E la maggioranza dei cittadini che ha appoggiato Bush non ha interessi diretti nei luoghi dei conflitti. Secondo me ha solo appoggiato il presidente nella sua guerra santa. È questo che intendevo.
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ossimora il 30/10/07 alle 22:50 via WEB
Già La volontà delle singole persone così facilmente manipolata e manipolabile si basa in prevalenza su un consenso "di maniera",che mostra le prime crepe appena l'investimento e/o la presa di posizione diventa più diretta;non a caso gli Americani stessi adesso trovano serie difficoltà a reclutare militari.
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(Vedi gli altri 3 commenti )
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elioliquido il 30/10/07 alle 22:59 via WEB
A parte questioni morali, quando un aspirante soldato capisce in che modo viene utilizzato, comincia ad avere qualche ripensamento.
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ossimora il 30/10/07 alle 23:04 via WEB
...e meno male l'antoica menzogna "dulce et decoroso est pro patria mori",non regge più!
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donnesudestbarese il 01/11/07 alle 00:24 via WEB
"non a caso gli Americani stessi adesso trovano serie difficoltà a reclutare militari."
che strano, non hanno ancora pensato a reclutare i bambini? altrove è un sistema che funziona. son proprio scemi 'sti americani!
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MacRaiser il 01/11/07 alle 09:09 via WEB
Cio' che si stende tra il peso del prima
e il precipitare del poi:
questo io chiamo tregua
misura che rende misura lo spavento
metro che non protegge
...
Alla tregua come al treno occorre la pianura
un sogno di orizzonte
con alberi levati verso il cielo
uniche lance, sentinelle sole.
Antonella Anedda
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