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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2208 pubblicato il 13 Aprile 2021 da ossimora
Friedrich Durrenmatt Il giudice e il suo boia Gli Adelphi Quando la giustizia umana non arriva o fallace o corrotta , può capitare che un uomo si erga a giudice di un altro ed in nome della stessa giustizia ,lo perseguiti più o meno tangibilmente , per una vita intera , prima mantenendosi informato poi agendo. Il mio primo Durrenmatt , un racconto lungo più che un romanzo , un poliziesco /noir filosofico che non risente dell'età (anni 50) e questo già è ampiamente un punto a suo favore. Durante una sbornia a Costantinopoli due giovani fanno una singolare scommessa, uno dei due sfida un giovane commissario a realizzare il delitto perfetto , quello per cui non sarà mai ritenuto colpevole , anche conoscendo l'autore del delitto,quella che sembrava una burla fra ubriachi diventa realtà ed il commissario invecchia nell'idea di punire comunque quell'omicidio. Un giallo che vira al noir che vira al filosofico . In poco più di cento pagine ( più un racconto lungo che un vero romanzo ) Durrenmatt tratteggia il male e il bene ; del male la sua faccia più orribile , quelle del "male gratuito " , senza motivo alcuno , il suo assoluto non senso e del bene la difficoltà ad essere comunque realizzato pienamente . Una riflessione sulla giustizia , sulla vecchiaia , sul senso della vita e sulla casualità . Certamente da leggere . Grazie a chi me lo ha consigliato.
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