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mattino

Post n°1620 pubblicato il 13 Dicembre 2009 da ossimora
 
Tag: ecole

 

 

La lettura di questo articolo , peraltro mal scritto , farcito di luoghi comuni e di espressioni lise , mal argomentato , mi ha fatto venire in mente delle considerazioni riguardo alla festa dell’imminente Natale.

Considerazioni sulla scuola .

Io per anni ho vissuto l’avvicinarsi di questo periodo con un certo fastidio misto a senso di insensato ,arrivando a dire che avrei rinunciato anche alle vacanze pur di potermi sottrarre allo stock del pacchetto di fine anno.

Poi pian piano mi sono pacificata  , prendendo le cose che mi piacciono ,come l’odore dell’abete,le luci che rischiarano le notti più lunghe dell’anno,una certa oggettistica molto nordica sempre più difficile da scovare (se c’è ancora) in mezzo al 99% di merci per il Natale prodotti per l’occidente , direttamente in Cina ed a Taiwan.

Non c’è dubbio che ai bambini piaccia il Natale ,soprattutto perché rinnovano alla grande  gli straripanti cesti dei giocattoli.

Si eccitano molto a scuola , quando escono i primi addobbi, poi pian piano l’interesse scema e tutto resta lì cristallizzato , in compenso in genere si combina molto meno dal punto di vista didattico e Dicembre in questo senso è assai negativo.

Poi c’è la rinnovata , più o meno latente questione religiosa – identitaria  o quel che ne resta ,di attualità soprattutto grazie a chi brandisce simboli e credi come fossero clave.

Io in questo senso ho le idee abbastanza chiare.

 Lo stato spende una barca di soldi per gli stipendi delle insegnanti di RC ; a loro spetta parlare ,raccontare come è nata questa festa ed i suoi significati per chi ci crede.

In questo modo chi non si avvale dell’insegnamento di RC esce dalla classe avendo diritto ad attività alternative.

Per il resto ,in classe si può ,si deve parlare delle tradizioni laiche del Natale ,del significato di questo periodo dell’anno , delle piante rituali ,le leggende ,dell’arte e della letteratura che da questo hanno avuto origine.

 Il presepe a mio parere andrebbe lasciato nelle tante chiese e nelle case private , come tutti i simboli  forti  , di tutte le religioni ma avendo anche un valore "artistico/sentimentale non mi sembra proprio una cosa tragica se si fa ; agnostici ed atei non se ne curano , cosi' come cinesi ed indiani ,in genere chi  pone problemi sono i Testimoni di Geova ,molto rigidi e spesso pignoli , gli Islamici se ne infischiano  bellamente ed i bambini musulmani che a casa non vivono il Natale non fanno mai problemi di sorta, disegnano dei gran babbi natale poi nei giorni di festa vivono la loro normalità tranquillamente ,nelle loro famiglie , denatalizzate .Del resto ,per loro , pochi giorni fa c'è stata la "grande festa dell'agnello " che ricorda il sacrificio di Abramo e già hanno mangiato coi parenti ,messo i vestiti migliori e ricevuto regali.

 
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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 13/12/09 alle 15:45 via WEB
dunque dunque dunque... la scelta di quella scuola mi sembra una emerita .... ma bella grossa anche! veniamo al nocciolo del post: io non amo di questi giorni la patina finto buonista, ipocrita, falsa, consumistica! buonismo che poi cozza con la nevrastenia che contraddistingue ancora più del solito, il traffico cittadino. un consumismo che ha spento quasi la fantasia dei bambini. io questo periodo lo vivo con un misto di cinismo e genuino sentire la festa... diciamo così che lo sento di più passeggiando in via macelli di soziglia che in via luccoli o via XX!!! capirai a giorni. Assolutamente bandito lo spirito nordico! io sono un presepista convinto! ah io non citerei solo i testimoni di geova, ma i protestanti in generale.
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 13/12/09 alle 20:32 via WEB
Ciao,nella mia esperienza sul campo i geoviani o geovisti sono quelli più rognosi.Qui dalle mie parti ,terra francescana per antonomasia i presepi sono ad ogni angolo ,nella mia città c'è una grande mostra di presepi napoletani che dura tutte le feste,ogni anno una nazione ospite europea,si che abbiamo potuto ammirare i presepi croati, cechi...etc etc ben diversi dai nostri,coloratissimi....Io non impazzisco per il presepe ;l'unico legame forte che ho è quello col ricordo di mio padre che era un super presepista ;li faceva per una grande chiesa e per un convento da giovane,anche il mio di bambina era bello,perchè costruiva un diorama con un megascatolone ,con piani stratificati e i laghetti ,i vialetti ,le case con le luci ...mia mamma si incavolava perchè per almeno 15 gorni il salone era invaso di martello chiodi ,legno carte ,paglia sassi ...e guai a chi ci metteva le mani in sua assenza...io quando ro più cresciuta gli facvo continui schrzi ...sostituivo i personaggi,li scambiavo di posto ,chiedevo riscatti...ehehehe
(Rispondi)
 
 
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 13/12/09 alle 23:12 via WEB
eh eh mi fai venire in mente natale in casa cupiello! più che rognosi direi tritura ciccioli e vagamente fanatici! bè in fin dei conti il presepe l'ha inventato s francesco! qui a ge, c'è una scuola del presepe, che compete con onore con quella napoletana! e fra dicembre e gennaio è un fiorire di mostre, anche nella più piccola e sperduta parrocchietta del comune! azz ma eri terribile!!!!
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Utente non iscritto alla Community di Libero
lediable il 13/12/09 alle 20:23 via WEB
Il Presepio di Manganelli di Aldo Nove Nella città in cui vivo, anzi in tutte le città in cui potrei vivere, sta arrivando il Natale. Alcuni dicono, il Santo Natale. Sebbene la mia vita sia distratta e disorientata, da molti segni, come gli animali, mi accorgo dell’imminenza del Natale. L’irrequietezza agita i miei simili; una sorta di inedita tristezza che si accompagna ad una smania, una torbida cupezza, una litigiosità capziosa, non di rado violenta, ma soprattutto aspramente angosciosa. Quando il Natale si approssima, l’infelicità si scatena su tutta la terra, invade gli interstizi, ci si sveglia il mattino con quel sentimento, discontinuo durante tutto l’anno, che vivere a questo modo pare intollerabile, forse disonesto, una bestemmia. Strano che abbia scelto questa parola, sostanzialmente pia, per descrivere l’infelicità natalizia. E infatti questo avverto, che a differenza della desolazione che direi privata, attraverso la quale passiamo in vari momenti dell’anno, questa è una tetraggine che ha dell’astronomico, come a dire che gli astri sono coinvolti, e forse la tristezza che suppongo mia in realtà è un affetto che tocca gli estremi dell’universo, e oltre, se si dà un oltre. Con questa sublime irruenza metafisica (“Sostenibile ancora?”, chioserebbe Rainer Maria Rilke di fronte ai suoi angeli di pura astrazione letteraria) inizia Il Presepio di Giorgio Manganelli, forse il più devastante trattato filosofico sull’horror vacui natalizio, e il più attuale, se ancora attorno a improbabili presepi si sono strette milioni di famiglie tre mesi dopo l’11 settembre 2001, se tutt’ogggi il presepe (o “presepio”, come Manganelli lo chiama) è una condensazione freudiana di spie di un teatro improvvisato con meticolosità sui bordi del nulla, e che nel nulla tracima gioiosamente, come in un’allegoria medioevale (s)finita in Odissea 2001 nello spazio di Kubrick. Manganelli (con Landolfi) è lo scrittore del nostro Novecento che più ha saputo scomporre l’empietà ideologica del linguaggio letterario in puro feticcio, in scarto residuale di umanità non più data, come disumano del resto è il suo “presepio” burroghsiano e organico, drogato e moribondo. Un viatico per la disperazione che è al contempo un sommo esercizio di retorica che è anche teologia senza seduzioni (come lo è la testa della Madonna corrosa dai vermi, il giorno dopo, The Day After il Natale), come già nelle pagine vertiginose di Dall’Inferno (dove il protagonista vagava nel Nulla con le viscere smangiate da una bambola pazza che gli abitava l’anima, sostituendola con escrementi), o nell’esplosione ineluttabile di Sconclusione, forse il più radicale tra i libri di Manganelli. La vita (il pneuma) è l’ossessione di Giorgio Manganelli, e la sua raggelata messa in scena salvifica, il presepe, non può che esserne esiziale parodia. C’è un filo insospettabile che unisce la lamiere gaudenti di Ballard alla candida terracotta di Manganelli: la loro oscena fisicità, la presenza nel mondo e quindi l’ascrizione nel campo del Desiderio che il Natale vorrebbe sospendere in un museo merceologico (e mistico, feticistico) che il teologo (il coprologo, il leopardiano analista di scarti biologici rimasti a marcire sul mercato della cultura) Manganelli liquida per sempre, fino al presepe che diventa “muto”, quello che celebra, alla fine del mese, “l’eterna morte dell’anno” che non ha più nulla del dionisiaco folleggiare attorno all’eterno ritorno nietzschiano ma è soltanto il logo spento di una desolazione assoluta, quella “notte senz’anima” che San Giovanni della Croce celebrava come delizia estrema dei suoi tormenti e Manganelli butta nella spazzatura tra gli avanzi del cenone di Natale. Una grande cena (The Last Supper?) acidamente contaminata, come in Wahrol, da marche di prodotti di largo consumo: fino all’apparizione, in controluce, del consumo ultimo, quello della morte che nel Presepio di Manganelli divora anche Dio, il libro stesso, l’autore, il Novecento, la nefasta decisione di affidare a un libro non certo la salvezza ma il proprio tempo, che Manganelli non sospende ma accelera. Come Leopardi, come Carmelo Bene. Come chiunque abbia saputo spazzare via i feticci anteposti al consumo inesorabile del tempo. Buon Natale. Giorgio Manganelli, Il Presepio, Adelphi, 1992.
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dianavera
dianavera il 13/12/09 alle 21:14 via WEB
Eravamo un mucchio di esistenti impacciati, imbarazzati da noi stessi, non avevamo la minima ragione d'esser lì, né gli uni né gli altri, ciascun esistente, confuso, vagamente inquieto si sentiva di troppo in rapporto agli altri. Jean-Paul Sartre, La nausea (1938)
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Utente non iscritto alla Community di Libero
ioiod il 14/12/09 alle 11:07 via WEB
ollia. Un pazzo ha colpito ieri al volto il presidente del consiglio al termine del comizio di Milano. Imprevedibile, dunque: il gesto inconsulto di una persona disturbata, da 10 anni in cura in un centro di Igiene mentale. Tuttavia le immagini del sangue sul volto di Silvio Berlusconi sono destinate a segnare uno spartiacque nella già disgraziatissima vicenda politica italiana. Non ci sono precedenti: mai un premier in carica in questo paese era stato aggredito e ferito in piazza. C'è da oggi un prima e un dopo. Non avremmo mai voluto vedere quel fotogramma. Non dovremmo essere a questo. Facile immaginare, conoscendo gli attori, lo sconcio coro di domani: è colpa vostra, no è vostra. Le accuse reciproche, l'enfasi sul clima d'odio, le solidarietà dovute, i pensieri che è già troppo aver pensato. Noi non vogliamo far parte di quel coro, non ci troverete lì. Noi vogliamo, pretendiamo che il dibattito e persino lo scontro politico, in Italia, si fermino alle soglie della civiltà. Dell'autocontrollo, come dice con parola inconsueta per la politica, il presidente Napolitano. Non c'è più spazio per le esagerazioni e le battute a effetto, per le drammatizzazioni strumentali, i buoni e i cattivi, buonissimi e cattivissimi, indiani contro cow boys, terroristi eversori guerra civile rivoluzione. Non si possono più usare le parole come pietre quando le pietre, sebbene la mano sia di un folle, cominciano a volare. C'è spesso un folle al principio delle tragedie. Bisogna fermarsi subito, adesso. Tenere legati i falchi, sciogliere le colombe. Proprio quelle colombe che, nelle metafore della politica, sono oggi in gabbia. Bisogna che questa diventi l'occasione non di una esasperazione dello scontro ma del suo contrario: bisogna che gli italiani - tutti, a destra al centro a sinistra - esigano da stamattina come priorità assoluta il ripristino delle regole fondamentali. I doveri, il rispetto reciproco dei poteri, i ruoli nel copione che è loro assegnato. I diritti di chi governa e di chi si oppone, la grammatica della democrazia fuori dal teatro ormai grottesco, dallo spettacolo indecente che l'Italia offre di sé. La casa c'è, è la Costituzione. No, non c'è da cambiarla adesso. C'è da usarla come riparo. Un grande solido riparo per tutti. Abbassare la voce, pensare prima di parlare, agire secondo le regole. Non barare, non truccarle, non violentarle a proprio beneficio. Non ce lo possiamo permettere, davvero. Abbiamo una grande responsabilità, dal primo cittadino fino all'ultimo. Esercitiamola adesso. Mettiamo a terra un seme di civiltà: ci vorrà tempo perché fiorisca, non importa. Facciamolo per chi verrà dopo di noi.
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Rossana il 14/12/09 alle 12:54 via WEB
Nella mia classe i bambini musulmani sono i più accesi fan del Natale. Sono quelli che insistono di più con me (che in quanto laica vorrei ignorare la faccenda), per fare l'alberello, per decorare la classe e per scrivere temi e poesie di Natale. Quando poi tornano, per lo più, mi descrivono i regali. Ché l'appartenenza religiosa è importante. Ma anche Santa Klaus e le sue renne hanno il loro fascino. Rossana
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ossimora
ossimora il 14/12/09 alle 19:16 via WEB
Da noi i bambini musulman sono quasi tutti nati in Italia ,quelli piccoli amano il atale ,quelli più grandicelli sono già più "aderenti" alle famiglie edgli insegnamenti delle famiglie e quindi più distaccati...babbo natale piace un pò a tutti...
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gianor1
gianor1 il 14/12/09 alle 15:15 via WEB
Il Natale allora è come la cartina di tornasole di quella condizione umana in cui i doni sono assegnati o da una logica perversa o senza una logica riconoscibile.Natale è la metafora degli squilibri,delle sofferenze,della mancanza di giustizia sociale,delle inadempienze degli stati e delle comunità internazionali rispetto all'esclusione di fette maggioritarie della popolazione mondiale dal diritto a essere persona nella pienezza della dignità.Natale fa esplodere le contraddizioni e qui riconosco che questa sua natura corrisponde a quell'idea del Cristo che proclama la sua scelta di essere segno di contraddizione.Non di compromesso,non di silenzio davanti all'ingiustizia,non di silenzio, ancora,quando si deve denunciare. Segno quindi di scelte nette, di strade percorse senza titubanza, di pesi portati nella piena determinazione di una coerenza che non conosce limiti.Allora rivendico il diritto al mio Natale,al mio Presepio e lo saluto come il momento in cui il frastuono delle strade affollate e il balletto delle luci fa da cornice a questo nostro mondo in bilico davanti al baratro della propria autodistruzione.Tutte le contraddizioni esplodono a Natale senza pietà e senza trucchi,e si capisce la fragilità anche dei grandi messaggi forti che hanno chiesto e proposto giustizia,nel dipanarsi della nostra storia di uomini.Quella fragilità siamo stati noi a costruirla per non aver saputo capire e accettare ogni invito a lavorare per costruire una storia di giustizia e di pace e non una storia di squilibri e di privilegi.La storia è dei forti, che si sono impadroniti anche del Natale,lo hanno reinventato a misura dei propri interessi e dei propri egoismi,ma non sono riusciti a capire che in tal modo quel Natale avrebbe rivendicato per sé la sua natura di teatro e ribalta della sofferenza e dell'ingiustizia.E ci avrebbe così invitato,tutti,a lottare contro tutto questo.Ti chiedo scusa per l'intervento ma ho deciso di farlo anche per rispettare la tua posizione.Spero di non essere stato offensivo.Buon pomeriggio
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ossimora
ossimora il 14/12/09 alle 19:19 via WEB
Offensivo?Assolutamente no.Hai detto ciò che pensi in maniera più che corretta.Io non riesco proprio a dare (e sentire sopratutto) grande peso alle imminenti festività ....mi riposo ...
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angiolhgt
angiolhgt il 14/12/09 alle 16:51 via WEB
"i bambini musulmani che a casa non vivono il Natale non fanno mai problemi di sorta, disegnano dei gran babbi natale poi nei giorni di festa vivono la loro normalità tranquillamente" E' una festa che ciascuno può colorare con i pennarelli che vuole!
(Rispondi)
 
angiolhgt
angiolhgt il 14/12/09 alle 16:54 via WEB
il natale è come una festa di matrimonio...festeggi anche se non sei tu lo sposo....
(Rispondi)
 
 
ossimora
ossimora il 14/12/09 alle 19:17 via WEB
...o non festeggi e bevi un bel tot di prosecco...quello buono però!!!SMICK
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
QuintoStato il 15/12/09 alle 11:41 via WEB
Ciao, abbiamo letto il tuo blog e ci piace molto. Vorremmo che tu fossi dei nostri su "Quinto Stato". QS è un nuovo aggregatore di blogger, un piccolo esperimento. Passa a trovarci e se ti va non esitare ad iscriverti. QS
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Winston Montag il 15/12/09 alle 18:24 via WEB
Ciao Antonia, dopo un po' di tempo ripasso a leggere il tuo sempre interessante blog, un saluto, ti anticipo un augurio di buone feste. A presto Winston
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easa_1974
easa_1974 il 15/12/09 alle 23:17 via WEB
felice notte,, giuseppe
(Rispondi)
 
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