Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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I puntini di sospensione si usano sempre nel numero di tre, per indicare la sospensione del discorso, quindi una pausa più lunga del punto. In filologia, i puntini, posti fra parentesi quadre, servono a segnalare l'omissione di lettere, parole o frasi di un testo riportato (Malagoli 1912 scriveva: «se indicano un'omissione di lettere in una parola, sono tanti i puntini quante le lettere che mancano»).
E questa qui è la definizione dell’Accademia della crusca , ovviamente non ci offre che una lettura formale, più che formale dell’uso dei puntini di sospensione. Una mia amica un giorno mi disse, convintissima :”diffida di chi usa troppi puntini di sospensione”, non fidarti, eh addirittura… lì per lì ho malapena ascoltato questa battuta . Evidentemente Simo aveva dato un senso “esistenziale /esperienziale/ personale alla cosa , posso capire ma io sono più interessata al senso estetico , alla “scrittura” ed al suo esercizio.
Mi è tornata però in mente sta frase , svolazzando fra i blog ( per non parlare di FB).
C’è proprio un sacco di gente che li usa , anzi in qualche caso sono l’unica cifra stilistica , lanciando frasi come dardi , semiconduttori di tesi senza conclusioni , non assertive quindi , si direbbe “testi aperti " , un’alluvione di …puntini di sospensione . La cosa può apparire strana: tutto sommato i puntini sono un po' la cenerentola tra i segni di punteggiatura. Si dovrebbe far ricorso ad essi assai di rado e ciò per un ottimo motivo: la scrittura è espressione, mentre i puntini sono un'elusione dell'espressione;uno si mette a scrivere per dire qualcosa, i puntini sono invece lo strumento del non dire, o peggio della sciatteria. Si usano quando vogliamo dire che, oltre alla cosa della quale abbiamo appena parlato, ce ne sarebbero altre che non vogliamo perdere tempo ad enumerare; in questo caso i puntini sono un sostituto assai più elegante del sincopato e cacofonico "etc", o dell'arcaico e banale "e via discorrendo". Oppure i puntini ci servono proprio per far intendere qualcosa che preferiamo tacere ma che il contesto del discorso, peraltro, rende evidente. O, ancora, questo segno è usato quando vuole mettere in luce una condizione di disagio, di imbarazzo o timore da parte di un personaggio, che vorrebbe parlare ma, ad un cero punto,preferisce tacere e allora. . . Dunque i nostri puntini sono uno strumento utile ma quando abusato diventano davvero fastidiosi e spesso , sopratutto nei blog un ottimo motivo per interrompere la lettura stessa, il profluvio di puntini è quasi sempre preludio al nulla . Si tratta forse di una sorta di scorciatoia o fuga dalla difficoltà di esprimere uno stato d'animo, descrivere una situazione, analizzare una personalità? Una rinuncia a misurarsi con la fatica di scrivere? Si scarta l’ostacolo? Un pò come i bambini quando non sanno ancora andare a capo bene e scrivono fino infondo infondo alla riga per non sbagliare?
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