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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2130 pubblicato il 10 Novembre 2019 da ossimora
![]() Sandro veronesi Il colibrì La nave di Teseo Avevo letto un bel pò di tempo fa "Caos calmo" pluripremiato di cui ricordavo anche il film con Nanni Moretti . Ho ed ho avuto diversi sentimenti verso questo libro. A tratti l'ho trovato "ipertrofico", troppo, troppo pieno di storie , di cose , idee , forse a danno dell'introspezione e della purezza descrittiva dei personaggi In altri momenti la scrittura mi è parsa avvolgente e leggera anche potente , scorrevolissimo al punto che pur essendo un bel tomo di 350 pag l'ho letto in due giorni scarsi. Quindi piacevole. Il protagonista della storia è Marco che non cresce fino all'adolescenza e si guadagna il soprannome di "colibrì"; grazie al padre che ricerca cure sperimentali viene sottoposto a duna cura ormonale e si normalizza. Specialista in oculistica, Marco pian piano ci introduce nella sua vita malauguratamente piena di disgrazie ;Marina , la moglie che si manifesta nella sua follia e nel suo odio tramite lo psicoanalista ( che peraltro avrà quasi un ruolo amicale nel tempo). Luisa , amore di una vita mai "vissuto" pienamente . Lutti ; i genitori ,la sorella Irene che si uccide lasciandosi annegare nei vortici vicino alla casa di famiglia in Toscana ed infine la morte dell' amata figlia che lo distrugge psicologica mente e dalla quale riemerge grazie all'accudimento della nipotina ( vissuta ed allevata come "l'uomo nuovo")...ed anche del gioco d'azzardo. Marco soffre e reagisce a tutto come il COLIBRI' , l'antico guerriero Maya reincarnato in uccello che nonostante le avversità si tiene sempre ben fermo , fedele a se stesso , ai suoi valori e consuma le sue energie per mantenere questa posizione. Dolore e forza ed anche ironia. Un sacco di citazioni di autori , musica che Veronesi ama ed anche di citazioni/descrizioni di oggetti /mobili di design che lascia penetrare ripercorrendo la storia professionale e la casa dei genitori . La scena finale è abbastanza commovente . Marco malato di cancro rifiuta l'iter estenuante delle cure ed il degrado totale del fisico e come nel film "Le invasioni barbariche " (che cita peraltro )si procura la morte in maniera dolce circondato dalle persone della sua vita .( mi ha ricordato anche il finale di "mare dentro " di Amenabar.) "il fatto è che dietro al movimento è facile capire che c'è un motivo mentre è più difficile capire che c'è n'è uno anche dietro l'immobilità .Ma questo è perchè il nostro tempo ha conferito via via sempre più valore al cambiamento , anche a quello fine a se stesso e il cambiamento è quello che vogliono tutti . Così non c'è niente da fare , alla fine chi si muove è coraggioso e chi resta fermo è pavido ; chi cambia è illuminato e chi non cambia è un ottuso .E' ciò che ha deciso il nostro tempo. Per questo mi fa piacere che tu ti sia accorta che ci vogliono coraggio ed energia anche per restare fermi.
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