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Post N° 205

Post n°205 pubblicato il 19 Novembre 2005 da ossimora
 

·       La vita che nessuno tutela

:Hamed e gli altri

­-Il Canale di Sicilia sta diventando un enorme cimitero,un immane cimitero di uomini e donne che non hanno così nulla da perdere tanto  da rischiare la pelle nella speranza ,purtroppo spesso del tutto vana di migliorare le loro condizioni di vita ;questa cosa mi sconvolge sempre e sempre di più.Non lo sopporto.

La vecchia Europa è fatiscente.

- "Il mare in burrasca non mi ha fatto paura. Ho pagato tanti soldi per fare questa traversata, per lasciare il mio Paese e raggiungere l'Italia. Solo la morte avrebbe potuto fermarmi". Hamed Godbari, 44 anni, di Tunisi, è uno dei 179 immigrati, quasi tutti magrebini, sopravvissuti dell'ultima tragedia del mare avvenuta la notte scorsa a Sampieri, sul litorale ragusanoMolto peggio è andata ad altri nove compagni di viaggio morti a pochi metri dalla riva, dopo avere affrontato il mare in tempesta con un vecchio barcone di legno. Qualche ora prima gli immigrati, pur di ragiungere la Sicilia, avevano rifiutato l'aiuto delle motovedette maltesi nonostante il mare forza 7.

Hamed è avvolto in una coperta di lana, riparato in un grande magazzino della dogana di Pozzallo, in attesa di essere trasferito, insieme ai suoi compagni, verso un centro di permanenza temporanea. "Il nostro obiettivo - racconta - era quello di arrivare a tutti i costi in Italia. Per questo non abbiamo chiesto aiuto a Malta quando siamo passati davanti all'isola". L'immigrato dice di non aver visto le unità militari maltesi, "ma anche se ci avessero raggiunto - dice il tunisino - li avremmo ignorati, il nostro viaggio doveva proseguire".

Le parole di Hamed, così come quelle degli altri clandestini, sono finite nei verbali dell'inchiesta aperta dalla procura di Modica e condotta dagli agenti della squadra mobile di Ragusa insieme ai carabinieri della compagnia di Modica e del comando provinciale di Ragusa. Grazie alle loro testimonianze è stato possibile identificare due presunti scafisti, che avevano in tasca un biglietto aereo per fare rientro a Casablanca, mentre un terzo figura tra le vittime. Gli immigrati hanno raccontato agli stigatori la loro odissea e sacrifici per raccogliere i 1.500 dollari versati all'organizzazione che gestisce il racket dell'immigrazione clandestina tra le coste libiche e quella siciliane. Storie di povertà e di persone che vogliono fuggire dai loro paesi d'origine per raggiungere l'Europa...


 
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