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ma c'è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
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Post n°1868 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da ossimora
Tag: Di me, donne, Donne che scrivono, ecole, Elan vital, Fascinazioni, Favolerie, Letture, scoperte
Ma quanto è ingombrante questo IO delle donne ... S. de Beauvoir
Un'amica antropologa mi ha invitato a cercare la mia fiaba preferita , anzi più che preferita ,quella ancestrale ,primigenia , archetipica, quindi a tentare di comprenderne in una autoanalisi psico pseudo letteraria , il perché. Ci ho messo un po' a rintracciarla e non ho trovato anfratti mentali significativi ; ho dovuto liberare la mente da "Pinocchio" che è quella che adora mia madre e che così tanto ho sentito leggere prima ed osannare poi da restarne irretita come di fronte ad un monumento intoccabile. Poi le classicissime riproposte in mille salse , fumettistiche , cinematografiche quelle regionali raccontate da Calvino quelle etniche e quelle degli autori moderni e contemporanei materia di lavoro quotidiano coi bambini.
Ci ho pensato a lungo ed infine mi si è presentata chiaramente la mia preferita "Barbablù". La storia del castello, delle sorelle , la chiave,ed anche il sangue delle mogli uccise e le macchie di sangue , la stanza segreta hanno esercitato in me un grande fascino da sempre . L'ho letta più volte con la stessa attesa .
Sto ancora riflettendo su questa cosa che ha scritto di Barbablù Clarissa Pinkola Estes , analista Junghiana in "Donne che corrono coi lupi ": In Barbablù, c'è l'invito a riconoscere il predatore innato della psiche di ogni donna e trasformarlo in una forza per la vita. Barbablù proibisce alla sua sposa di aprire una porta, pena la morte (colpevolizzazione e castigo consequenziali alla disubbidienza). Consegnandogli la piccola chiave d'oro, ma negandole l'uso, gli nega l'approvazione di conoscere i più profondi segreti della psiche femminile; è la chiave d'oro della conoscenza, e quindi della vita, che spesso le donne accettano di non usare.
Barbablù impedisce alla giovane donna di usare quella chiave che la porterebbe alla consapevolezza. "Nei misteri eleusini la chiave era nascosta sotto la lingua, a significare che il nodo (...), l'indizio, la traccia si trovano in un insieme di parole, di domande-chiave". E allora: "L'uccisione di tutte le mogli curiose da parte di Barbablù è l'uccisione del femminino creativo, (...) potenziale per sviluppare nuovi e interessanti aspetti di ogni genere. Il predatore è particolarmente aggressivo nel tendere imboscate alla natura selvaggia delle donne (...) cerca di schernire, (...) di tagliare il collegamento della donna con le sue introspezioni, le sue aspirazioni, i suoi obiettivi".
Il rimedio che consiglia l'autrice è osservare la cosa mortale che si è impadronita di noi, vedere il risultato del suo macabro lavoro, trattenerlo nella consapevolezza e poi agire nei confronti di ciò che abbiamo visto (bandire il predatore).
Le domande chiave rimangono essenziali: Che cosa non voglio conoscere? Che cosa c'è dietro? Che cosa conosco in profondità che preferirei non sapere?
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