antonia nella notte

Zirì, io mi riferivo a quei giornalisti che scrivono i loro pezzi attingendo ai tweet, blog, e compagnia cantante, rinunciando a svolgere la loro funzione primaria di narratori del presente attraverso la ricerca "per strada" e non stando seduti davanti ad uno schermo, con la ovvia e necessaria verifica dei fatti e delle fonti. Di certo i social network sono strumenti utili, soprattutto nelle situazioni difficili di luoghi sotto censura e di difficile accesso, ma il loro abuso superficiale, in generale, non è positivo, a mio parere. Come scrivevo prima essi sono nati per connettere orizzontalmente le persone, le comunità, ogni tentativo di verticalizzazione è a rischio di facili strumentalizzazioni per obiettivi tutt'altro che democratici. Di recente il fondatore di Twitter ha annunciato la prossima trasformazione della piattaforma da social network a vero e proprio strumento di informazione... Personalmente nutro qualche dubbio sulla correttezza dell'operazione. Ma loro ora hanno il problema di far rientrare i grandi investimenti fatti e qualcuno prima o poi dovrà pagare questi strumenti al momento gratuiti. Per quanto riguarda la Reuters penso sia corretto per un'azienda che si regge sulla vendita delle notizie impedire che i propri dipendenti facciano un uso privato delle informazioni. È come se un bancario prelevasse allegramente soldi dalla cassa per andare a fare la spesa al mercato e poi invitare gli amici a cena a casa sua o un ingegnere prendesse pezzi di un motore dai laboratori in cui lavora per sostituire quelli difettati della sua auto e portare la famigliola a fare la gita fuori-porta. Così per dire.... eheheheheh...