Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Ieri un giro fino a Piancastagnaio ,nel frescolino degli 800 metri ;splendidi i castagni secolari e splendido il formaggio dell’Amiata col miele di castagno e noci Quindi giù dall’alta Valdorcia ,dove l’occhio spazia fra il letto del fiume vasto ed arido ed il “gialleggiare”,di campi ,colline sinuose e scarse costruzioni con le gigantesche ruote di fieno, performance naturali, che ti aspetti inizino a rotolarti giù davanti agli occhi in gara fra loro. In discesa per il senese contraddistinto dai colori caldi del mattone ed in ultimo dalla sagoma della torre del Mangia che fa capolino in lontananza . Fino a Poggibonsi in una Val d’Elsa produttiva e superantropizzata dove la gente sembra in continuo ,veloce,iperattivo movimento e dove è ben difficile ripensare ai fasti medioevali ed alla via Francigena ,quando lo spostarsi ed il muoversi ben più complicato doveva essere davvero un viaggio interiore in una natura incontaminata /ostile. Infine Impruneta ,nei saliscendi ,le vie strette dei colli fiorentini,il cotto,l’argenteo ,gli ulivi ,le strade del Chianti…e giù attraverso il Valdarno ( i fiumi sono tutti mortalmente asciutti e pieni di veglio…),fino alla Valtiberina che mi è apparsa insolitamente verde…anche se soprattutto per merito delle culture intensive ,che ne compongono le valli come in una scacchiera impazzita. Ad Umbria jazz però...c'era Veloso e ...me lo sono perso...
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