Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Dopo aver lavorato ai "numeretti" nel registro elettronico , sfranta e avvolta da senso di non senso non posso che condividere questa cosa... Una maestra, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori, scrive queste riflessioni sul voto nella sua bacheca: “Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto. Creano ansia, confronti,successi e fallimenti. I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare,ognuno con i propri tempi facendo quel che può. I voti disturbano la crescita,l’autostima e la considerazione degli altri. I voti mietono vittime e creano presunzioni. In particolare a quelli che non ce la fanno. Il“maestro” Manzi riportava nella scheda di valutazione di tutti gli studenti la stessa formula: “Ha fatto quel che può, quel che non può non fa”.
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il 18/10/2024 alle 00:12
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