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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2254 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da ossimora
Veronica Raimo Niente di vero Einaudi Letto alla velocità del caffè post pranzo . Scorre via più che bene , sopratutto nella prima parte relativa alla prima infanzia . La Raimo parla della sua famiglia , Veronica o Verika ( incrocio fra Veronica e l'altro nome Erika con il quale la chiama la madre ) , la sua infanzia , la sua casa romana suddivisa stravagantemente da suo padre costruttore di muri , l'ansia della madre con la mania del controllo, i giochi col fratello . La sua scrittura è sciolta ed è vero quello che è citato nella fascetta un pò ruffiana del libro detto da "zerocalcare ", a tratti fa ridere rendendo macchiette tutte le persone che racconta se stessa compresa Il titolo "niente di vero " si presta ad essere letto in due maniere , giocando anche col suo nome mi fa pensare che non ci sia nulla di di Vero nel senso che raccontandosi attraverso alcuni tic familiari non c'è Veronica se non in maniera molto superficiale e le storie narrate sono solo episodi vuoti . Un'algida narrazione di episodi poco significanti ; tutti i protagonisti , il padre , la madre certi amici, parenti , amorazzi sono tratteggiati come macchiette , nessuna introspezione , nessun racconto intimo , nessuna considerazione sul tempo , nulla di nulla, certamente una scelta stilistica e non solo . Un gioco certo , anche piacevole a tratti , una gomma da masticare , suscita spesso una certa ilarità ma è un riso intriso di incertezze , di non detti , di amarezza quasi cinica seppur disarmante.
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il 31/10/2024 alle 14:46
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