Creato da: ossimora il 20/10/2004
Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Post n°2282 pubblicato il 11 Luglio 2022 da ossimora
N.30 Mario Desiati Spatriati Einaudi PREMIO STREGA 2022 L'ho iniziato al mare , sotto l'ombrellone in un periodo di "blocco del lettore " e l'ho finito adesso pochi giorni dopo che il libro ha vinto il Premio Strega. Faccio molta fatica a leggere in questo periodo o meglio non trovo nulla che mi catturi ed appassioni . Questo l'ho letto volentieri perchè regalatomi da un'amica e perchè parla anche del luogo dove quell'amica vive...Martina Franca nell'ubertosa e fascinosissima valle d'Itria . Si tratta di un romanzo generazionale ,interessante anche perchè mi catapulta in un'altra età , in generale mi è piaciuto , certo più dell'unico altro candidato che ho letto . Il protagonista , Francesco è una via di mezzo fra il bravo ragazzo credente in maniera anomala , trasgressivo seppur a tratti dogmatico , si innamora di Claudia , compagna di liceo , per nulla simile alle altre compagne , fantasiosa , amante della poesia , trasgressiva sia nel vestirsi che nei comportamenti . Ci sono tutte le ansie e gli aneliti di una generazione , la prima non più certa di migliorare la propria condizione rispetto ai genitori ,quella di chi non parla più di "valori " in senso astratto ma deve vivere in prima persona i singoli accadimenti secondo una logica molto individuale, quella di persone che sanno partire "spatriati", capaci di cercare il proprio posto ovunque nel mondo . Una generazione sradicata e "fluida" , non compressa nelle forme sessuali canoniche , sperimentatrice in maniera naturale. Un romanzo che nei luoghi rimbalza da Martina Franca a Berlino . Una storia scritta con una bella mano sicura , forse a tratti appesantita da un pò da troppe citazioni , troppi personaggi , troppi stereotipi e troppi clichè . Clichè di presunta trasgressione ma clichè o comunque per me deja vu. . Arrivammo in aeroporto costeggiando la lamina del mare e lunghi campi incolti ma rigogliosi di fiori selvatici e infestanti , le acetoselle dai petali gialli s'aprivano al sole , ma la notte si richiudevano come pugni .Con Claudia ci divertimmo a catalogare il panorama cercando di dare un significato a quell'attività ...In Puglia puoi conoscere perfettamente quanto sei distante dal mare guardando i fiori di campo , il giallo del tarassaco e dell'acetosella prima del blu degli anemoni a due passi dalla costa , ma noi eravamo gente di collina , venivamo dai terreni dei convolvoli e dei papaveri , delle stellarie e d ella camomilla , e sopratutto dei ciclamini , fiori dalle radici velenose che si dice però proteggano dai malefici... Il piacere ha un colore e il nostro era il bianco, come il marmo contro il quale le premevo le ossa ; era neve , latte calce. Pensai alle pietre del mio paese che in estate sono accecanti :la calce disinfetta i palmenti , monda i sottani e i coni dei trulli .Eravamo un unico corpo ,Nessuno lì poteva sapere che provenivamo da un paese dove dipingere si dice "allattare ", perchè gli allattatori nutrivano le pietre per fortificarle , davano loro il latte come le madri ai figli. Quel nostro amore era la calce con cui avevamo nutrito la speranza della felicità , la più illusoria e menzognera forma di dipendenza umana . Io ero come l'isoppo e la borragine , cresciuto da semi casuali , documenti provvisori , nessuna registrazione , lavori in nero , ero un'erbaccia selvatica , ferrigna e cocciuta , ma estirpabile senza proteste da un momento all'altro .Eravamo decine di migliaia così , anelavamo alla casualità dell'umido e della pioggia , con la gioia di chi si trova nell'unica patria possibile , quella in cui non rispondiamo a nessuno di ciò che siamo.
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