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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"

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« Residui Nicola e Bart »

Il PdL

Post n°949 pubblicato il 22 Agosto 2007 da ossimora
 

Mi ci vorrebbe la sua

verve per parlare del “partito delle libertà”,

fresco di conio.

Eh si,un bel colpo di coda.Un vero uomo di spettaco(u)lo  

Grande lezione di democrazia e di efficenza.

 In un due per tre “tac”,si parte  dal simbolo ,un bel cielo blu con un arcobaleno tricolore.

Un’ideona!

Presentata dalla sciura Brambilla  ,razza padrona doc ,su comanda del reuccio , con la benedizione del  padrino.

Così  si fa ,cosi’ si rinnova  davvero!

Un bel partitone nuovo di zecca ,senza programmi ,senza dibattiti ,ne  lacrime ,ne scontri ,qualche mal di pancia ma con l'accrocchio già registrato dal notaio!

Gli alleati?

 Arriveranno ,non c’è problema.

Inquisiti,prezzolati,subrette,famigli,

nostalgici ,finti liberisti ,capezzoni, solo dei lacchè  ,

faranno un po’ di pantomima ,

parleranno di bisogno di coraggio,

di novità e via a testa bassa  verso le poltrone a venire.

E si sa ,spesso,qui,la farsa diventa tragedia.

 
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ossimora
ossimora il 22/08/07 alle 13:08 via WEB
di CONCITA DE GREGORIO ROMA - La strepitosa foto di gruppo della nascita dell'ultimo partito politico italiano vede in primo piano Michela Vittoria Brambilla, madre quarantenne in tailleur. In collegamento telefonico Silvio Berlusconi, padre assente ancora impegnato in danze estive e imminente testimone di nozze della coppia Briatore-Gregoraci, già presidente del Consiglio. A sinistra Mariano Apicella, una volta parcheggiatore oggi cantautore personale dell'ex premier pronto "a comporre l'inno non appena Berlusconi mi dà il la". In fondo a destra, in una baita di Lorenzago, Bossi Tremonti Calderoli e Alemanno un pochettino perplessi. Fuori fuoco Ferdinando Adornato, che lui il partito l'aveva fondato per primo in primavera ma non se n'è accorto nessuno. Assenti gli altri alleati, evidentemente personaggi minori. Data dello scatto: 6 agosto 2007. Il giorno del compleanno di Fedele Confalonieri che nella foto non c'è, faceva festa coi suoi ma - certo al corrente del lieto evento - si sarà a suo modo sobriamente rallegrato così come ha fatto Marcello Dell'Utri: "E' un partito in più, ci sta, non ci vedo niente di male". Ci sta, certo. Se non che il Partito della Libertà, nome e simbolo registrati alla Ue dalla "persona fisica Michela Vittoria Brambilla" lunedì 6 agosto, non è "un partito in più": è - potrebbe diventare con un prossimo gioco di prestigio - "il partito". E' questo infatti il nome che Berlusconi da mesi sogna di dare al partito unico del centrodestra, l'arma con cui rispondere al Partito democratico. E' il contenitore presunto della rivoluzione politica che Berlusconi ha concepito negli stessi mesi in cui ringiovaniva il guardaroba. Che la proprietaria sia Brambilla genera comprensibili irritazioni tra i forzisti di lungo corso, colonnelli e caporali, ma è anche questo un effetto calcolato: l'avvento di Brambilla, eroina del Foglio di Giuliano Ferrara (per lui solo MVB) ed editorialista di Libero, è la clava con cui il Cavaliere ha preso a sbarazzarsi di una nomenclatura ormai bolsa e inadatta. E' la donna nuova, la sua creatura. Rapida e devota lei difatti spiega: "ho agito su mandato di Berlusconi, nome e simbolo sono a sua completa disposizione". Sono suoi, di Silvio, ovviamente. Figuriamoci se Brambilla può lavorare politicamente in nome proprio: è tutta un'operazione orchestrata dal capo. La storia del notaio è una cortina fumogena. Non è vero che Berlusconi sia andato a fondare il partito in segreto da un notaio amico. La notizia avrebbe fatto impazzire fan e detrattori: per il partito democratico un anno di calvario, per il partito della libertà un minuto dal notaio. No, non è andata così. Berlusconi ha mandato avanti, e già da mesi, Michela Vittoria: i circoli della libertà, la tv della libertà, il giornale della libertà. Lei in video, lei intervistata dai rotocalchi, lei che dice su Youtube "finché ci sarò io questo sarà un posto di gente libera", ovazione in sala. Del successo dei Circoli si parla moltissimo, sarebbero migliaia in Italia, centinaia per regione. Sul sito se ne rintraccia qualche foto: gruppi di quattro-sei persone davanti al simbolo con la banda tricolore. Nella realtà non si trovano così facilmente. Giorni fa un giornalista della redazione torinese di Repubblica è andato a cercare l'unico dotato di un indirizzo e del nome di un coordinatore. La sede è quella di An, al telefono non risponde nessuno. Neppure Laura Colombo, assistente di Brambilla e suo braccio destro nell'organizzazione, risponde al telefono. Bisogna ricorrere al web, siamo alla politica virtuale. Nel sito del circolo di Varese ci si può già iscrivere al partito, si scarica il modulo on line. Si pagano dieci euro con vaglia intestato alla "Segreteria del Partito della libertà", viale Belforte 144, ogni un ulteriore contributo volontario è gradito. Valgono anche i fax. Al telefono squilli a vuoto. Sono dettagli, certo. La realtà delle persone fisiche e delle sedi sono questioni minori. Quel che conta è che con protocollo numero 6203012 di "marchio comunitario" il nuovo partito del centrodestra unito sia già pronto. Ora basta solo informare gli alleati. Matteoli di An, per esempio, convinto ingenuamente che "per fare un partito insieme bisogna essere almeno in due e noi non siamo stati avvisati". Convincere gli scettici. Udc, Lega. Domare gli inquieti tra i forzisti. Adornato, per esempio, già prodigio neo forzista molto esibito dal Cavaliere ai tempi della conversione a destra, è dispiaciuto che "una professionista dell'anti-casta" come Brambilla faccia il bello e il cattivo tempo. "Io il marchio l'ho registrato in primavera presso i competenti uffici italiani", era arrivato prima lui. Ma anche queste sono scaramucce, ora che arriva settembre e tutti tornano a casa dal Billionaire non ci vorrà niente a Berlusconi per convincere tutti che Brambilla è una grande risorsa, che porta a casa i voti degli scontenti e dei demotivati della politica, draga soprattutto fra i para leghisti del Nord Est quei voti che sono mancati alle ultime elezioni. La ragazza fa il suo show, impiega le sue energie che sono molte, ha detto Berlusconi a Crosetto ed altri forzisti che sono andati a trovarlo in Sardegna. I segretari e i colonnelli stanno a Roma, fanno un altro mestiere, tranquilli. Poi toccherà a Michela Vittoria, da oggi ufficialmente prima donna della destra nonché madre della creatura. Potrebbero non prenderla bene Bartolini e Santanché, ma si capisce che nemmeno questo è un problema. Lei non è il genere che si scoraggia. I cafoni la chiamano "trota salmonata" per via del fatto che è rossa di capelli ed esporta pesce. I siti internet ne pubblicano la foto dove si vede una calza autoreggente: ignorano che indossa solo quelle, le ferma con lo smalto quando si smagliano essendo persona pratica. A diciott'anni Miss Romagna, da ragazza testimonial della Omsa, "ero un manichino vivente per la biancheria intima: sono una taglia seconda perfetta", spiegò a Sabelli Fioretti in era prepolitica, 2004. A nove anni ha avuto in dono per Natale una leonessa (vera) dal papà imprenditore (trafilati di acciaio) che la mandava in giro con la scorta per paura dei rapimenti. Paure più recenti sue proprie non si rintracciano. Vive a Calolziocorte, Lecco, in una dimora in grado di ospitare 14 cani 24 gatti 7 capre 2 asini 4 cavalli 300 piccioni e 3 galline oltre ad un compagno di nome Eros ed un figlio di due anni. Si è laureata in filosofia, suona il piano. Trova che "la coerenza non sia un valore e che l'opportunismo sia a volte necessario per sopravvivere". Il partito c'è già: è suo e di Silvio. Fini Casini e Bossi se credono si accomodino. Divano bianco,
 
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