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Post n°1594 pubblicato il 05 Novembre 2009 da ossimora
 

 

 

 

 

 

Non   avevo intenzione di scrivere di questa questione del crocefisso a scuola ,scoppiata mediaticamente dopo la pronunciazione della corte europea…

fino a quando,ieri,

ho visto le immagini dall’Aquila del premier  sempre più di gomma a cui un parroco miope aveva consegnato un crocefisso in legno extra large che lui brandiva soddisfatto davanti ai fotografi come fosse la clava certo a lui più congeniale .

Mi ha fatto un effetto nauseabondo , più disgustoso di quando girava col pisello all’aria in Sardegna fra le sbarbate e di quando urla scompostamente la sua presunta  innocenza .

Capisco  bene che la chiesa plauda  al governo che subito accorre in Europa a difendere  la nostra cultura” ma secondo me  dovrebbe riflettere  parecchio su quelle mani che sventolavano il crocefisso .

Restando nel merito della questione credo che, l’uomo in croce , se potesse prendere posizione, sarebbe d’accordo con la corte di Strasburgo.

da leggere... Qui

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
le diable il 05/11/09 alle 22:49 via WEB
Riteniamo un traguardo di civiltà, laicità, tolleranza, libertà e pacificazione religiosa la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo che ha detto "no" all’esibizione del crocifisso nelle scuole pubbliche, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana. Finalmente una buona notizia dalla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo che restituisce, in parte, quella realtà istituzionale alla democrazia ed ai diritti di cittadinanza. Questa nostra valutazione è coerente con tutta la storia delle comunità di base che si sono sempre impegnate per l’affermazione di una laicità positiva in ogni ambito di vita, "nella società, nello stato, nella chiesa" come recita il titolo di un importante Convegno che le stesse comunità base tennero a Firenze già nel 1987. Sappiamo di essere controcorrente perché la maturazione della società, della realtà religiosa e della politica sul tema della laicità è un percorso lungo e conflittuale. Ma non siamo affatto soli. "Meno croce e più Vangelo" valeva nella scuola di Barbiana da dove don Milani aveva tolto il crocifisso. Meno croce e più Vangelo valeva per un cattolico come Mario Gozzini, il senatore della legge sulla umanizzazione del carcere, il quale nel 1988 scrisse sull’Unità due forti articoli di critica verso i difensori dell’ostensione pubblica della croce. Egli da fine politico e da buon legislatore fa la proposta di "uno strumento che impegni il presidente del Consiglio a studiare e compiere i passi opportuni per ottenere, dalla Conferenza episcopale, l’assenso a togliere di mezzo un segno diventato, quantomeno, equivoco... Ci vorrà tempo e pazienza – conclude Gozzini – ma ho speranza che alla fine la ragione e l’autentica coscienza cristiana, quella che bada a Cristo più che ai patrimoni storici, avranno la meglio". La speranza di Gozzini è sempre più la speranza nostra, di tanti laici ma anche di tante realtà cattoliche.
 
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