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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Il vecchio mulino: quattordicesima parte

Post n°1145 pubblicato il 10 Marzo 2016 da lascrivana

Louis procedeva con cautela, era quasi certo che quel pazzo non si trovasse alla fattoria abbandonata, ma lungo la strada. Nonostante questo, e le prolungate insistenze, Giada non aveva voluto sentir ragioni e aveva voluto precederlo.

Se si accorge della tua presenza non si farà mai vedere, e Filomena potrebbe fare una brutta fine” gli aveva detto prima di uscire.

Il sentiero, nonostante la luna piena, era buio e irto di ostacoli, doveva avanzare con attenzione. Quando giunse al bivio che portava alla fattoria si fermò un istante. Da quel punto in poi, ogni metro e ogni passo avrebbero potuto nascondere un potenziale pericolo, e il fucile che aveva celato sotto l'ampio giaccone non rappresentava certo una sicurezza assoluta.

 

 

Giada era letteralmente terrorizzata. Le gambe si muovevano da sole sul terreno accidentato, mentre il freddo le aveva intorpidito tutti i muscoli del corpo.

Ormai era a pochi passi dalla fattoria e, sempre grazie alla luna, ne poteva già intravedere la forma scura e minacciosa. Quando raggiunse le prime rovine si fermò, indecisa sul da farsi, quindi entrò in quella selva di cespugli e pietre.

 

 

Un rumore, alla propria destra, lo fece voltare di scatto. Imbracciando il fucile, Louis si piegò sulle ginocchia e rimase in attesa scrutando nel buio. A qualche metro di distanza, alcuni cespugli si mossero impercettibilmente, si mise in posizione e puntò l'arma in quella direzione.

Non riuscì a fare fuoco.

Il colpo lo prese proprio dietro la nuca e il cielo, improvvisamente, esplose in una miriade di puntini rossastri. Prima di cadere privo di sensi, ebbe il modo di scorgere il volto di colui che l'aveva colpito, ghignava.

Ciao, Louis”

Poi, le ombre, lo ghermirono.

 

Giada avanzò facendo attenzione a dove metteva i piedi. Alcune pareti erano ancora integre per cui, per vederci meglio, accese la torcia e la puntò dinanzi a se. Un grosso ratto, velocissimo, gli sfiorò la caviglia facendola sobbalzare e urlare, temette di svenire. Con i nervi a fior di pelle, puntò il fascio di luce tutt'intorno e prese fiato.

-Chiunque tu sia, falla finita e vieni fuori! Ho mantenuto la promessa e sono sola, cosa vuoi ancora?!-

Le sue parole si persero tra i cumuli di macerie e la sporcizia, mentre le lacrime iniziarono a rigarle il viso.

 

L'uomo la sentì urlare nel momento stesso che giunse alla fattoria. Era senza fiato e le braccia gli tremavano, ciononostante sorrise soddisfatto. L'idea di trasportare Louis sopra una carriola era stata eccellente, nessun rumore e poche possibilità di essere notato, ma quel maledetto pesava più di un bufalo!

Senza troppi complimenti, ribaltò il corpo nella parte più lontana della fattoria, quindi si preparò al gran finale.

 

Sempre più spaventata, Giada fece ancora qualche passo verso l'interno della fattoria. Puntando la torcia come un'arma, oltrepassò quella che un tempo era stata una porta e li si fermò, il cuore a pompare all'impazzata. Sagoma tra le sagome, sullo sfondo di una parete rimasta miracolosamente intatta, una figura si stagliava in tutto il suo orrore.

-Chi...chi...sei?- ebbe la forza di dire.

Non ottenendo risposta, prese coraggio e avanzò ancora.

-Louis!- si sentì urlare con una voce che non riconobbe come propria.

Appoggiato alla parete, Louis alzò appena la testa e la guardò. Il volto, attraversato da numerosi tagli, era un'autentica maschera di sangue.

-Sc...scappa...- riuscì a sussurrare ma, proprio nello stesso istante, un uomo le si parò davanti. Sembrava essere sbucato dal nulla, un autentico fantasma. Alto e dal fisico atletico, teneva un grosso coltello nella mano destra e indossava lo stesso abito del giorno in cui l'aggredì.

-Te l'avevo promesso, ricordi?- disse con un tono di voce che non ammetteva repliche.

Giada rabbrividì. La voce era la stessa, così come gli indumenti, ma il volto, gli occhi azzurri, i capelli.

-So' cosa stai pensando...- proseguì l'uomo.

-Ma bastano un po' di tinta, lenti a contatto colorate, e il gioco è fatto- terminò avvicinandosi ancor di più.

Giada inorridì!

-Ma...ma tu sei...sei...-

Danio
 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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