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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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L'amore in un libro:parte nona

Post n°1157 pubblicato il 11 Aprile 2016 da lascrivana

Con il passare delle ore, la preoccupazione di Lidia crebbe in maniera esponenziale. Virginia sembrava essersi dissolta nel nulla, mentre Antonio diventava sempre più inquieto e insopportabile, anche perché le sue ricerche non avevano portato alcun risultato. Bisognava prendere al più presto una decisione, prima che la situazione degenerasse e fossero costretti a rivolgersi alle autorità. Ma la dubbia reputazione di Eugenio era un grosso ostacolo, avrebbero dovuto pensarci molto bene.

-Accidenti a me! Perché mi sono lasciato coinvolgere in questa storia? Non bastavano i problemi con Eugenio, no, hai voluto fare la buona samaritana anche con tua nipote. E per cosa poi? Per vedercela scappare sotto il naso, bella gratitudine! Ora capisco perché quella scansafatiche di tua sorella e suo marito se ne sono lavati le mani. Prima l’hanno rinchiusa in collegio, e poi l’hanno affibbiata a noi! Sai che ti dico Lidia? Che io me ne sbatto, proprio come hanno fatto loro!- sbraitò zio Antonio sferrando un pugno sul tavolo.

Ammutolita da quella violenta reazione, Lidia non osò spiccicar parola. Se fosse potuta diventare trasparente, in quel momento lo avrebbe fatto di sicuro, odiava quando suo marito le attribuiva la colpa di ogni cosa. Su una cosa però non poteva dargli torto. E cioè che sua sorella se n'era sempre fregata della figlia, impegnata com'era in ricevimenti e salotti più o meno altolocati. Suo cognato poi, non valeva nemmeno la pena di pensarci, sempre in giro per lavoro o presunto tale. In cuor suo, provò una profonda pena per Virginia, per ciò che aveva vissuto e ancora doveva sopportare. Questo pensiero, tuttavia, non bastò a rasserenarla, sua nipote aveva solo diciotto anni, ed era sola, la fuori.

 

 


Trascorsi una notte abbastanza tranquilla a casa di Peter, anzi, a dirla tutta dormii come un ghiro. Al risveglio, mi sentivo terribilmente eccitata e inquieta, finalmente ero libera di prendere qualsiasi decisione da sola. E’ vero che Emilia non si era mostrata per nulla predisposta nei miei confronti, ma non me ne importava più di tanto. In fin dei conti, come avevo detto a Peter, quella sarebbe stata solo una sistemazione momentanea. Quanto prima mi sarei data da fare per cercare un lavoro e, nonostante il suo pessimismo, sentivo di potercela fare. Ero pronta a tutto pur di non ritornare dagli zii o, peggio ancora, dai miei. Dopo aver sbirciato fuori dalla porta della mia camera, ed essermi accertata che il corridoio fosse libero, mi recai di corsa in bagno per lavarmi. Sorrisi. Anche qui avrei dovuto fare il turno la mattina, non vedevo l’ora di stare per conto mio.

-Buongiorno!-

Il saluto di Peter, ritto in piedi davanti alla porta della sua stanza, mi fece sobbalzare.

-Ti ho spaventato cucciola?-

Imbarazzata, nascosi gli slip e il reggiseno puliti dietro la schiena.

Lui se ne accorse, e sorrise.

-Cosa mi stai nascondendo piccola?-

-Niente di che, solo il mio ricambio di biancheria intima-

-Ah ah ah… davvero esilarante, si vede che sei cresciuta tra le suore. Scusa, non volevo essere volgare- cercò di rimediare subito dopo.

La mia espressione, dubbiosa e corrucciata, sembrò intenerirlo. Avvicinandosi, mi accarezzò la guancia con un dito, i suoi occhi color nocciola a sostenere dolcemente il mio sguardo. Come ipnotizzata, lasciai che disegnasse il contorno delle mie labbra, del mio naso, delle mie ciglia. Il cuore iniziò a battermi più forte, mentre le sue mani scivolavano leziose nella scollatura della mia camicia da notte di flanella a fiorellini. Sicuramente la mia lingerie non era delle più sexy, ma a Peter sembrava non importare, e questo mi fece sentire bella e desiderabile.

Le sue labbra incontrarono ben presto le mie e la sua lingua, avida di piacere, cercò di farsi strada tra la piega tremante della mia bocca. Ricambiai il suo bacio goffamente, non era la prima volta che baciavo un ragazzo, ma mai così intensamente. Nonostante tutto non mi tirai indietro e, al contrario, fui assalita da una sconosciuta frenesia di conoscere ciò che per troppo tempo mi era stato proibito. Le mie mani, mosse da propria volontà, seguirono un percorso che avevo già letto in precedenza sui libri.

Peter, improvvisamente si distaccò da me infastidito.

-Cosa stai cercando di fare? Sembra che tu stia eseguendo un copione-.

Poi, prendendomi le mani aggiunse: -Vai a lavarti, Virginia, non sei ancora pronta per questo-.

Non nego che il suo atteggiamento mi lasciò alquanto delusa e furiosa, e non mi fu difficile pensare che magari non gli piacessi. Prima che le lacrime potessero prendere il sopravvento, mi voltai e fuggii verso il bagno, mi sentivo ferita nell’orgoglio.

-Che stupida! Mi sono lasciata andare troppo facilmente!- mormorai dopo essermi richiusa la porta alle spalle.

Mi spogliai, aprii il rubinetto della vasca da bagno e attesi che fosse piena. Ancora scossa dalla strana sensazione che mi aveva colto poco prima, scivolai nell'acqua bollente. Il ricordo del bacio e delle carezze di Peter erano ancora ben presenti dentro di me e, come in trance, chiusi gli occhi e lasciai che la mia mente vagasse.

Danio e Laura.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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